Il mercato globale dell’M&A nel 2020 è sceso al livello più basso dai tempi della crisi finanziaria di oltre dieci anni fa, nonostante un’impennata degli accordi negli ultimi tre mesi: lo rivela il Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM) di Willis Towers Watson, gestito in collaborazione con il Centro di Ricerca M&A della Business School (ex Cass).

I dati rivelano che le aziende di tutto il mondo hanno portato a termine solo 674 operazioni per un valore di oltre 100 milioni di dollari nel 2020, un numero notevolmente inferiore rispetto alle 774 operazioni dell’anno precedente e il più basso dal 2009 che ne aveva registrate 322. Per quattro anni consecutivi, stando all’andamento azionario, gli acquirenti di tutto il mondo non sono riusciti in media a creare valore tramite le transazioni, con una performance negativa dell’1,9% sull’Indice Globale nell’ultimo anno.

Nonostante l’impatto negativo del COVID-19 sull’attività di M&A per gran parte del 2020, i dati del QDPM hanno però rivelato un forte aumento di operazioni nell’ultimo trimestre con 246 operazioni completate in tutto il mondo, rispetto alle 210 del quarto trimestre 2019. Si tratta inoltre del più alto numero di grandi operazioni[1] mai realizzate in un ultimo trimestre (61). Questa rinascita è stata finora trainata da un forte incremento dell’attività dei compratori nordamericani con un numero record di operazioni (136) per l’ultimo trimestre, che va di pari passo con la prima performance trimestrale positiva della regione in tre anni.

Gli acquirenti europei hanno mantenuto la loro resilienza superando l’indice regionale del 5,3% nell’ultimo trimestre, mentre gli acquirenti britannici hanno continuato a sottrarsi alle difficoltà della Brexit avendo superato l’indice europeo di 4,1% nell’anno. Le condizioni di mercato nell’area Asia-Pacifico rimangono volatili dopo una performance trimestrale negativa dell’8,7%.

Cinque tendenze M&A nel 2021
Nonostante le incerte prospettive economiche, le condizioni sono favorevoli a
un’impennata delle operazioni nel 2021, e i nostri dati suggeriscono che una forte
inversione positiva di tendenza potrebbe essere già iniziata. Detto questo, la strada per la
ripresa non sarà facile. Matteo Fiocchi, Practice Leader Executive Compensation &
Strategic Rewards di Willis Towers Watson in Italia, ha condiviso le principali tendenze
previste per l’anno a venire.

1. Un mondo sempre più bipolare
Quando il Presidente eletto Biden entrerà in carica, è improbabile che sarà semplice il
passaggio dalla posizione isolazionista dell’amministrazione Trump a un mercato più
espansivo a livello internazionale. E’ più facile aspettarsi invece un ambiente geopolitico e
macroeconomico dominato dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina, con le economie emergenti
che si allineano in larga misura con la Cina e l’Europa nel mezzo.

2. COVID: Una corsa contro il tempo
I governi stanno esaurendo la liquidità, spendendo miliardi per mantenere a galla imprese
e posti di lavoro nella speranza di un rilancio nel 2021. Le economie si riprenderanno in
tempo o le ricadute della pandemia peggioreranno quest’anno, scatenando un’ondata di
insolvenza che travolgerà l’economia globale, limitando ogni prospettiva di ripresa a breve
termine? Alcuni settori hanno già raggiunto il loro “punto critico”. L’accelerazione del
consolidamento, la ristrutturazione e le dismissioni domineranno i settori dei viaggi, del
commercio al dettaglio e del settore immobiliare.
Il COVID-19 ha visto anche un salto di qualità nel tasso di adozione del digitale nei servizi
finanziari. In particolare, il passaggio allo smart working accelerato dalla pandemia e gli
inviti a perseguire una ripresa economica “green” dovrebbero guidare l’attività di M&A nel
settore tecnologico nel 2021 e oltre.

3. Rimettere a punto la geografia dell’M&A
Spinti dal ritmo di adozione della tecnologia durante la pandemia, i criteri per la conclusione delle operazioni sono sostanzialmente cambiati e il posizionamento delle aziende da comprare slitta in basso nella lista delle priorità degli acquirenti. Una grande banca che cerca di acquistare una fintech, per esempio, invece di cercarla a Manhattan o a Londra, è sempre più propensa a guardare oltre i confini dell’Europa e del Nord America verso nuovi mercati per trovare il target giusto. Le implicazioni per il mercato M&A nel 2021 e a più lungo termine, saranno significative.

4. SPACS in aumento
L’evoluzione delle Special Purpose Acquisition Companies (SPACS) negli Stati Uniti è
stata drammatica, con il 2020 un anno da record per le aziende da “assegno in bianco”.
Nonostante la crescita significativa (aumento del 350% anno su anno), queste
rappresentano ancora solo una piccola parte del mercato complessivo del M&A (meno
dell’1%). Il loro forte track record, tuttavia, sta intensificando la pressione sulle autorità di
regolamentazione di altri paesi per allentare le regole e consentire alle SPACS di operare
nei loro mercati. Con interrogativi sulla due diligence ancora da risolvere, una nuova
ondata di SPACS alla ricerca di obiettivi di acquisizione al di fuori del Nord America, è più
probabile che si vedrà nel 2021 in mercati meno regolamentati rispetto all’Europa. Il tempo
ci dirà quante di queste iniziative avranno successo.

5. Post-Brexit: Cosa succederà ai servizi finanziari del Regno Unito?
Dal voto della Brexit nel 2016, l’attività di M&A è proseguita nel Regno Unito e in Europa
in un contesto di incertezza politica ed economica. Mentre l’accordo dell’ultimo minuto di
dicembre garantisce il proseguimento degli scambi liberi, non è ancora chiaro come
saranno influenzati i servizi finanziari. Questa incertezza porterà inevitabilmente ad una
certa volatilità e perturbazione del mercato, creando opportunità di M&A nel 2021 per le
imprese del Regno Unito e per gli acquirenti d’oltreoceano, in quanto alcuni settori
beneficeranno della rottura dei legami con l’Unione Europea, mentre altri si troveranno in
difficoltà.

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