di Paola Valentini
A fine 2020 Generali Global Infrastructure, boutique di gestione della compagnia triestina focalizzata sugli investimenti in infrastrutture, ha lanciato due fondi che intendono sostenere il rilancio delle economie europee messe in ginocchio dal Covid-19. Investono in debito ed equity nei mercati privati (non quotati) in un’asset class, quella delle infrastrutture, che secondo la visione del gruppo, è in grado di combinare rendimenti solidi ed attraenti nello scenario di tassi bassi, e un impatto positivo su ambiente e società. Come spiega a MF-Milano Finanza Philippe Benaroya, ceo di Generali Global Infrastructure e fondatore, insieme a Alban de La Selle e Gilles Lengaigne, della società che fa parte della piattaforma multi-boutique di Generali Investments.

Domanda. Quale può essere il ruolo dei fondi infrastrutturali nello scenario post-Covid?

Risposta. Riteniamo che gli asset infrastrutturali siano fondamentali per costruire un futuro sostenibile e resiliente: questi asset possono avere un profondo impatto sulla crescita economica e il benessere di un Paese e saranno quindi di importanza strategica nel rimodellare la ripresa europea. Le infrastrutture possono contribuire in modo significativo a mitigare l’attuale recessione, attraverso investimenti in settori essenziali come fonti di energia rinnovabile, telecomunicazioni, mobilità verde, infrastrutture sociali, fondamentali per rendere le nostre economie resilienti e adatte a un mondo più solidale, green e digitale. Inoltre, questa è una delle poche asset class in grado di unire capitali pubblici e privati verso il raggiungimento di obiettivi finanziari ed extra finanziari di lungo periodo, soprattutto guardando ai massicci piani di investimenti infrastrutturali annunciati dall’Ue e da diversi Paesi europei.

D. Come si sono comportati i fondi infrastrutturali nel 2020? Ne escono vincitori o vinti?

R. Il 2020 ha registrato volatilità e incertezza molto elevate sui mercati finanziari globali: gli investitori hanno accelerato i propri investimenti in asset reali come fonte di rendimento regolare e stabile, e le infrastrutture hanno beneficiato di questo interesse. L’attuale crisi ha illustrato le caratteristiche distintive dell’asset class, in termini di resilienza, contro-ciclicità, diversificazione, stabilità di lungo termine. L’essenzialità e la realtà fisica degli asset infrastrutturali e la loro vita economica a lungo termine sono i principali fattori alla base della resilienza, ma non gli unici. Fondamentali sono anche l’attenta selezione degli asset, la definizione delle migliori strutture negli accordi di investimento e i fattori mitiganti del rischio. In questa direzione, Generali Global Infrastructure si concentra sulla scelta, trasversalmente a settori e aree, di opportunità core che ritiene abbiano un’elevata capacità di fornire performance interessanti e stabili, nonché in grado di contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. La selettività e la strategia di impact investing hanno consentito di tutelare i nostri investitori dall’esposizione ai settori più penalizzati dallo scenario attuale.

D. Dove investono i due fondi in questione?

R. I due fondi, dedicati a investitori istituzionali, si focalizzano su quelle che consideriamo le sfide sociali, economiche e ambientali più urgenti che i Paesi europei stanno affrontando. Un fondo è incentrato su investimenti nella transizione energetica, ambiente e mobilità green, il secondo su transizione digitale e infrastrutture sociali.

D. A quali investitori sono rivolti?

R. Hanno ognuno un target di raccolta tra 400 milioni e 700 milioni di euro e offrono un’allocation flessibile tra una strategia di investimento bond ed equity. Sono disponibili per istituzionali alla ricerca di investimenti che possano generare un impatto positivo e offrire rendimenti che riteniamo possano essere interessanti e stabili. Il gruppo Generali ha già definito un investimento iniziale pari a 290 milioni, 145 milioni per ciascun fondo.

D. Perché un istituzionale dovrebbe prendere in considerazione questi fondi?

R. Investono in infrastrutture resilienti e sostenibili, fondamentali per favorire la crescita economica e il benessere sociale, contribuendo anche alla diversificazione del portafoglio rispetto alle asset class più tradizionali. La strategia adottata per i due fondi ha un carattere difensivo. Privilegiamo infatti progetti con una bassa correlazione con i cicli economici, con i mercati quotati o anche con l’evoluzione dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Il comune denominatore delle infrastrutture in cui investiamo è che si basano su attività stabili, generano flussi di cassa prevedibili e regolari e quindi hanno una bassa volatilità. 


D. Quali sono i rischi?

R. I rischi principali sono operativi e finanziari. Alcuni investimenti sono per esempio esposti a rischi di costruzione, cosi come a rischi politici e normativi, che devono essere analizzati con molta attenzione. Eseguiamo una due diligence approfondita su tutti gli investimenti e adotta un processo di investimento rigoroso e selettivo. Il focus su infrastrutture core ed essenziali e strutture finanziarie difensive, combinato all’elevata selettività, consente di offrire agli investitori un interessante profilo rischio e rendimento. Guardando all’ambito di investimento dei nuovi fondi, il mercato europeo delle infrastrutture offre un’ampia varietà di settori e sotto-settori con caratteristiche diverse, consentendo di costruire un portafoglio diversificato dal punto di vista del profilo di rischio. Riteniamo che le infrastrutture avranno un ruolo sempre più importante per gli investitori nel ridurre il rischio e ottenere una migliore resilienza e diversificazione.

D. In che modo le dimensioni di un gruppo come Generali possono fare la differenza nella gestione dei fondi infrastrutturali?

R. Essere parte della piattaforma multi-boutique di Generali presenta vantaggi, soprattutto in termini di allineamento degli interessi in quanto il gruppo investe nella maggior parte dei prodotti che offriamo, al fianco degli investitori esterni. La nostra dimensione è una risorsa fondamentale per accedere a un’ampia gamma di opportunità. Attualmente gestiamo circa 3 miliardi di euro di asset e, grazie al nostro team di quasi 20 professionisti, possiamo offrire una competenza distintiva e una reale capacità di origination. Siamo rigorosi nella selezione degli attivi, integrando la nostra cultura Esg e impact e dimostrando una grande capacità di investimento. (riproduzione riservata)

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