di Dario Ferrara
Risarcimenti più alti per gli incidenti stradali rispetto a quelli oggi assicurati dalle tabelle del tribunale di Milano, utilizzate in tutta Italia. Ristori progressivi e più che proporzionali rispetto all’aumento del grado di invalidità. Danno biologico e morale separati. È pronta al ministero dello Sviluppo economico la tabella unica nazionale per risarcire le macrolesioni, vale a dire le menomazioni all’integrità psicofisica comprese fra dieci e cento punti di invalidità. Ad esempio, quelle più gravi riportate negli incidenti stradali. Il calcolo parte da un punto base e nello schema di dpr preparato dai tecnici del Mise il valore economico è maggiore, come detto, di quello disposto dalle tabelle elaborate dal tribunale di Milano, oggi utilizzate in tutta Italia grazie al via libera della Cassazione: la differenza risulta essere sempre più rilevante al crescere della gravità del danno subito. Il tutto ai sensi dell’articolo 138 del codice assicurazioni private come modificato dalla legge per la concorrenza 2017. E il punto base, il primo di invalidità all’età zero pari a 814,27 euro, è quello indicato dal decreto Mise e non quello utilizzato dalla giurisprudenza di merito ambrosiana. Sempre separate le componenti del danno biologico e di quello morale. Il moltiplicatore elaborato per il primo fa in modo che il ristoro sia progressivo e più che proporzionale al crescere del grado di invalidità. Il risarcimento del danno morale è rappresentato da una percentuale in aumento di quello da danno biologico. E per garantire la personalizzazione richiesta sono state scelte come modello le tabelle del tribunale di Roma con fasce di oscillazione in aumento o in riduzione dei valori incrementali previsti; valori che si possono utilizzare anche per compensare le vittime della malpractice sanitaria. E riducono il margine di discrezionalità dei giudici di merito.

Modelli matematici. Dopo la legge concorrenza 2017 è stata superata la proposta di un’unica tabella che comprendesse sia le lesioni più gravi che le micropermanenti, cioè quelle comprese fra uno e nove punti di invalidità come il classico colpo di frusta dopo il tamponamento automobilistico. Lo schema per le menomazioni più gravi deve rispettare i paletti fissati dalla legge. Da una parte il danno biologico come lesione all’integrità fisica, dall’altra quello morale come sofferenza psichica e dinamico relazionale, anche se ultimamente la Cassazione fa rientrare nel pregiudizio alla salute la modifica in peggio delle abitudini di vita. Il valore economico del punto sale all’aumentare dell’invalidità e scende al crescere dell’età del danneggiato. E il moltiplicatore biologico fa in modo che l’incidenza sia più che proporzionale rispetto all’aumento percentuale riconosciuto ai postumi del sinistro. Per fare in modo che il valore economico del punto sia decrescente rispetto all’età della vittima dell’incidente si usa un demoltiplicatore demografico basato sulle tavole di mortalità elaborate dall’Istat: la componente demografica è combinata a quella finanziaria con il calcolo delle rendite vitalizie anticipate al tasso di interesse legale dello 0,05% fissato dal dm 12 dicembre 2019.

Micro e macro. Al centro del sistema resta il sistema del punto variabile delle tabelle milanesi. Che tuttavia il Mise integra grazie a uno studio tecnico commissionato all’Ivass, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, e fondato su dati di mercato. Il tutto per evitare maggiori oneri a compagnie e consumatori danneggiati, e per garantire continuità e coerenza nel passaggio da micro a macrolesioni. Il ristoro del danno morale scatta con una percentuale in aumento di quello da danno biologico, che cresce all’aumentare di ogni punto d’invalidità. Gli incrementi risarcitori sono previsti per ciascun grado di invalidità e non a scaglioni di gradi. Applicata al settore sanitario la tabella ha una diversa efficacia premiante rispetto al ramo Rc auto.

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