Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Solo un’operazione straordinaria del Gruppo Generali, con un’uscita di denaro dal perimetro monitorato per via della ristrutturazione del mandato di un cliente istituzionale nelle gestioni patrimoniali, fa sì che il dato di raccolta complessivo di dicembre delle società monitorate da Assogestioni registri un negativo di 15,4 miliardi di euro.
Nessun deflusso, comunque. Tutt’altro: l’industria del risparmio gestito italiano continua a essere in ottima salute, a dimostrazione del fatto che, dopo le fasi più dure della pandemia, gli investimenti sono ripresi con vigore. Escludendo l’operazione straordinaria, il cui conteggio dipende anche dal metodo tecnico di calcolo, la mappa rilasciata dall’associazione di categoria dei gestori patrimoniali mostra una crescita delle gestioni collettive pari a 5 miliardi (+133% rispetto a novembre), che sommate alle gestioni di portafoglio retail (679 milioni, +22,3% in confronto al mese precedente), danno una raccolta netta positiva di 6 miliardi.
Cattolica ha comunicato alcuni dati preliminari relativi allo scorso esercizio, numeri che secondo il dg Carlo Ferraresi «dimostrano solidità, forza e capacità del gruppo di rispondere, anche grazie ai partner commerciali e alla capacità di rinnovarsi della rete agenziale, in maniera pronta alla difficile crisi pandemica». Nel dettaglio, per la compagnia il 2020 si è chiuso con una raccolta diretta dei premi Danni a circa 2,1 miliardi di euro (2,157 miliardi nel 2019), una raccolta diretta dei premi Vita di quasi 3,7 miliardi (4,772 miliardi) e un Ebit indicato in un range tra 360 e 380 milioni (302 milioni), a fronte di una previsione che oscillava tra 350 e 375 milioni.
I gestori avvertono, il nuovo fattore di rischio da seguire sarà il rimbalzo dei prezzi. Dopo le misure di sostegno all’economia con immissione straordinaria di liquidità, l’inflazione potrebbe tornare con effetti importanti sui valori dei portafogli investiti. I mercati finanziari stanno vivendo in anticipo le tensioni dell’economia e su quanto accadrà alla fine della guerra dei vaccini e con il risolversi della pandemia. I tempi sono ancora lunghi ma gli effetti della fase acuta della crisi globale potrebbero causare un altro tsunami dalle conseguenze tutte da valutare. «Per questo sarà necessario, ha sottolineato Filippo Calda, gestore degli hedge fund Global selection, attivare una rapida rotazione di portafoglio verso i settori ciclici – dopo il boom dei tecnologici e dell’informatica di questo periodo – che al momento sono quelli ancora più penalizzati come i titoli dei settori industriali, delle materie prime e dei trasporti».
La disciplina sulla trasparenza delle remunerazioni nelle società quotate, nonché quella delle operazioni con parti correlate, sono state interessate da alcuni recenti provvedimenti della Consob. Si tratta delle delibere 21623 e 21624 del 10 dicembre 2020, adottate nel contesto del recepimento della direttiva Ue 2017/828 (Shareholder Rights Directive II), la Shrd 2, che ha a sua volta modificato la direttiva 2007/36/Ce per quel che riguarda l’incoraggiamento dell’impegno a lungo termine degli azionisti, in conformità con le previsioni di cui al dlgs 49 del 10 maggio 2019.

Anima: un fondo anche per il mutuo

Il potenziale di crescita della previdenza complementare era e resta ancora enorme. Solo il 12% ha acceso in Italia un fondo pensione e il 19% altri prodotti complementari, contro quasi però il 70% che non dispone di nessuna forma, secondo l’osservatorio Anima Eumetra. Ma il fondo pensione permette anche di ottenere «anticipazioni fino al 75% della posizione individuale maturata per l’acquisto della prima casa o per coprire spese mediche per una malattia o nel caso si perde il lavoro. «I contributi versati per un fondo pensione, inoltre, godono di vantaggi fiscali importanti», ha puntualizzato Davide Gatti, responsabile divisione retail e private di Anima. La società ha ottenuto per i quattro comparti del fondo pensione aperto Arti & Mestieri il rating AAA di MF-Milano Finanza per le diverse linee di investimento, azionaria/obbligazionaria, differenti a seconda delle varie esigenze temporali di investimento richiesto.
  • STEP
La società ha guidato il round di investimento da 2 milioni in Crea Assicurazioni. All’aumento di capitale della startup (distribuzione digitale di polizze assicurative) hanno partecipato Cdp Venture Capital e Digital Magics.

Nel 2020 sono state erogate 795.730 pensioni con un importo medio di 1.240 euro. Rispetto al 2019, aumenta il numero delle pensioni (740.486) mentre diminuisce l’importo medio (1.299 euro). Quasi raddoppiato il numero di nuovi pensionati nel settore privato (+ 86%). Crescono anche le nuove pensioni di vecchiaia, passate da 156.995 a 255.813 con un importo medio di 893 euro. Calano di poco più di 20 mila unità, invece, le nuove pensioni anticipate, per le quali si rileva però un importo medio di 2.001 euro. È quanto emerge dall’analisi del report prodotto dall’Inps sul monitoraggio dei flussi di pensionamento 2019-2020, presentato ieri dall’Istituto nazionale.
In Italia, professionisti e aziende hanno subito l’anno scorso di media un attacco informatico ogni 4 ore. Nel 2020, infatti, sono stati registrati 2332 attacchi di pirateria informatica a fronte di 1802 attacchi rilevati nel 2019. I numeri sono stati illustrati da Oren Elimelech, consulente del governo israeliano per la cybersecurity ed esperto della compagnia assicurativa Lev Ins, intervenuto durante il convegno «L’hacker nel faldone», organizzato dal Consiglio dell’ordine degli avvocati di Roma
Più aiuti alle imprese e più tempo alla pubblica amministrazione per erogarli. Raddoppiano i massimali di agevolazione in regime temporaneo da coronavirus e passa da tre a dieci mln di euro il contributo che lo stato potrebbe erogare a copertura dei costi fissi delle aziende che accusano perdite superiori al 30% del fatturato, a causa della pandemia. In più, qualora un governo volesse (o potesse) farlo, ci sarà tempo fino a fine 2022 per trasformare prestiti alle imprese, anticipi e garanzie sul credito in sovvenzioni a fondo perduto. Assicurazioni a breve termine sull’export. Vista la persistente e diffusa carenza di capacità privata sufficiente a coprire tutti i rischi generati dalla pandemia sul versante delle esportazioni verso i paesi a rischio assicurabile di mercato, la commissione ha disposto una proroga fino a fine anno (oggi vale fino al 30 giugno 2021) della rimozione temporanea di tutti i paesi dall’elenco degli stati con «rischio assicurabile sul mercato».
Via libera, dal cda di Cattolica assicurazioni, al piano rolling per il 2021-2023. Sotto la lente anche i dati preliminari del 2020, che si chiuderà con una raccolta diretta dei premi Danni per circa 2,1 miliardi di euro (2,157 mld nel 2019), una raccolta diretta Vita intorno a 3,7 miliardi (4,772 mld) e un risultato operativo compreso fra 360 e 380 milioni rispetto ai 302 mln del 2019. L’anno scorso la compagnia aveva comunicato una previsione di ebit pari a 350-375 milioni. Il piano rolling presenta una strategia basata su tre elementi: consolidamento, attraverso il completamento delle iniziative relative al precedente piano 2018-2020 e un consolidamento dei positivi andamenti tecnici dei rami Danni e della rete agenziale; focalizzazione su selezionate iniziative strategiche, accelerazione del piano di efficientamento e rilancio della redditività del business Vita; sostenibilità tramite iniziative sulle Tenute di Cattolica, anche al fine di incrementarne la redditività e con il rafforzamento della strategia Esg per una trasformazione sostenibile del business. La strategia sarà costruita su quattro priorità riguardanti il core business: presidio della profittabilità Danni e crescita su servizi Auto e Salute, con il rafforzamento del valore della rete agenziale; incremento dell’efficienza operativa attraverso l’ottimizzazione dei costi e l’efficientamento-semplificazione dei processi; recupero della sostenibilità nel Vita tramite la revisione dell’offerta e l’ottimizzazione del portafoglio in force; riduzione della volatilità del Solvency 2 anche attraverso la diversificazione del portafoglio.
  • Groupama Assicurazioni entra nel mondo del superbonus al 110%.
Erogherà 103 € di liquidità ogni 110€ di credito d’imposta ceduto da privati e condomìni e 102 € di liquidità ogni 110 € di credito d’imposta ceduto dalle imprese edili. Inoltre, ogni 100 € di credito generato da lavori relativi a ulteriori agevolazioni fiscali previsti dalla normativa e ceduto alla compagnia da imprese e privati, verranno corrisposti 91 € di liquidità per le agevolazioni fiscali detraibili in cinque anni, oppure 80 € di liquidità per le agevolazioni fiscali detraibili in dieci anni

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  • Inps, quasi 800 mila pensioni liquidate
L’anno scorso l’Inps ha liquidato quasi 800 mila pensioni, il 7,4% in più sul 2019. E c’è stato un boom delle pensioni di vecchiaia: 255.813, il 63% in più. Un rimbalzo sul 2019 causato dall’aumento in quello stesso anno dei requisiti da 66 anni e 7 mesi d’età a 67 anni. Calano invece le pensioni anticipate (277.544, il 7,4% in meno) dopo che nel 2019 i dati erano stati gonfiati per effetto del primo anno di Quota 100 (potevano uscire tutti coloro con 38 anni di contributi e 62 anni d’età). Restano stabili le pensioni liquidate ai superstiti (225.736) mentre calano quelle d’invalidità: da 55.150 nel 2019 a 36.637 nel 2020, probabilmente anche a causa dell’arretrato nello smaltimento delle pratiche che si è creato allo scoppio della pandemia. Sempre per via dell’aumento del requisito d’età nel 2019, nel 2020 sono aumentati molto anche gli assegni sociali liquidati: 68. 273 rispetto a 39.020. L’importo medio per il complesso delle nuove pensioni è di 1.240 euro. Per la vecchiaia 893 euro, per l’anzianità 2.001, per l’invalidità 792, per i superstiti 768 , per l’assegno sociale 416. L’età media di chi va in pensione di vecchiaia è salita a 67,1 anni, per le pensioni anticipate è scesa, con Quota 100, a 61,4.

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  • Donnet “Ora Generali più forti Lavoriamo per il lungo periodo”
«La nuova organizzazione, decisa in un anno in cui il mondo è cambiato, ci aiuterà a implementare la nostra strategia e a raggiungere tutti gli obiettivi finanziari del 2021, che abbiamo confermato. Ma le sue linee guida saranno utili anche per il prossimo ciclo strategico, che sarà tracciato nel piano 2022-2024». Mercoledì pomeriggio, dopo quasi un anno di crisi Covid, il cda delle Generali ha approvato all’unanimità la riorganizzazione della struttura voluta dal suo amministratore delegato Philippe Donnet.
Ora a Trieste c’è un uomo solo al comando, dottor Donnet?
«Assolutamente no. Ho solo più leve in mano: abbiamo semplificato il processo decisionale per renderlo più veloce e più snello, ma il mio stile è l’esatto contrario dell’uomo solo al comando. Giocavo a rugby, credo solo nella forza della squadra. Le persone che abbiamo scelto sono interne al gruppo e scelte in funzione di quello che hanno fatto con noi».
Ma perché la riorganizzazione, anche con più riporti diretti a lei, aiuterà il Leone a raggiungere i suoi obiettivi?
«Intanto già confermare gli obiettivi finanziari del piano 2021, alla luce di quanto è successo, è molto ambizioso. In quanto ai tre punti di principale cambiamento il primo è l’integrazione della gestione degli investimenti con l’attività assicurativa: l’assicurazione Vita è il nostro mestiere più importante e farlo con i tassi così bassi e così a lungo è una sfida importante. Per questo e per rendere il business Vita sostenibile anche nei prossimi decenni, bisogna guardare simultaneamente passività e investimenti. Accanto a questo abbiamo deciso di far crescere il nostro asset management e renderlo più centrale. Infine acceleriamo, come è ovvio in questa fase, sulla trasformazione digitale».
Ma che Generali usciranno dal mondo post-Covid?
«Innanzitutto con un modello di distribuzione che abbiamo adottato prima di tutti e che viene clamorosamente confermato: serve la distribuzione fisica e capillare, grazie agli agenti, ma sostenuta da strumenti digitali».
  • Con il mini scalino boom di pensioni di vecchiaia
L’Inps registra un boom di pensioni di vecchiaia: +63%, quasi 256 mila su 796 mila nuove uscite. Allo stesso tempo, le pensioni anticipate segnano una flessione del 7%: poco più di 277 mila. Cosa succede? Quota 100 ha perso appeal e le persone vogliono lavorare più a lungo? Non proprio. Succede che quando si toccano i requisiti per la quiescenza – a quale età si va in pensione, con quanti anni di contributi – gli effetti si vedono in ritardo. Nel 2019 l’età per la pensione di vecchiaia è salita a 67 anni dai 66 e 7 mesi del 2018. E per molti la vita lavorativa si è allungata di 5 mesi. Di proroga in proroga, l’onda si è gonfiata fino esplodere un anno dopo, nel 2020. Discorso inverso per le pensioni anticipate. Dopo il boom del 2019 trainato dalla novità Quota 100 quasi 151 mila uscite – il freno del 2020, con “solo” 117 mila. Chi era interessato ha colto subito l’opportunità. Gli altri – nel 2020 pandemico – si son fatti due conti.