Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Al fine di poter ritenere responsabile un sanitario per l’inadeguata somministrazione di farmaci sono necessari sintomi specifici. Lo afferma la Corte di cassazione con la sentenza n. 35058/2020 depositata il giorno 10/12/2020. Il caso trae origine dalla condanna per omicidio colposo di un sanitario. A questi era stato contestato di avere omesso la somministrazione dei farmaci necessari ad evitare l’evento lesivo. Il sanitario ricorreva allora in sede di legittimità chiedendo l’annullamento della decisione dei giudici di merito.
In tema di responsabilità medica per erronea valutazione dei sintomi e mancata diagnosi di un ictus, il giudice, nel disattendere le conclusioni cui è giunta la consulenza tecnica (Ctu) percipiente, è tenuto a motivare la propria scelta: lo hanno ribadito i giudici della III sezione civile (Caso. n. 200/2021), intervenendo sul ricorso di un uomo avverso quanto deciso in appello dove, in riforma della pronunzia del tribunale, veniva rigettata la domanda di risarcimento danni, sofferti all’esito di una erronea valutazione dei sintomi e della omessa o ritardata diagnosi di un aneurisma celebrale da parte dei sanitari del Pronto soccorso.
Se il costo delle assicurazioni Rc auto nell’ultimo periodo è diminuito, non sono pochi quelli per i quali quest’anno scatterà un aumento del costo della polizza a causa di un sinistro per colpa. Anche per questo, nell’ottica di contenere la spesa, è importante saper scegliere la polizza più adatta alle proprie esigenze, valutando diversi aspetti come l’opportunità di stipulare una Rc familiare, la formula di guida, le franchigie e l’installazione di una scatola nera.
Aumenti per 700 mila automobilisti. Secondo l’Osservatorio Rc auto di Facile.it, sono circa 700 mila gli assicurati che, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2020, vedranno un peggioramento della propria classe di merito e, di conseguenza, avranno un aumento del costo dell’Rc auto. L’analisi del portale di comparazione evidenzia, inoltre, un calo della quota di assicurati che hanno denunciato un sinistro con colpa (-40,5% rispetto all’anno precedente), come conseguenza delle limitazioni alla mobilità imposte durante i lockdown che hanno significativamente inciso sul numero di mezzi in circolazione.
Francia più severa, Spagna più attiva. All’indice le telecomunicazioni e Internet. La scure delle sanzioni per violazioni della privacy cala sulle imprese e le pubbliche amministrazioni. Nel 2020 sono state 341 le sanzioni per violazioni della protezione dei dati personali nei 30 paesi dello See. L’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha fermato, dunque, le autorità di controllo per la protezione dei dati personali europee, che durante il 2020 hanno inflitto oltre 307 milioni di euro di sanzioni. A evidenziarlo, è il «Rapporto statistico 2020, sanzioni privacy in Europa» stilato dall’Osservatorio di Federprivacy.

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  • Case, cash e poche azioni e i risparmi rendono poco
La liquidità bloccata in conti correnti o depositi vincolati con la pandemia ha raggiunto quota 1.700 miliardi di euro. Mentre resta bassa l’esposizione degli italiani sui listini con le performance migliori. I dati di fine anno confermano una tendenza che ha visto diminuire il peso di azioni e bond, aumentare il cash, I prodotti assicurativi e previdenziali per lo più esposti su titoli di Stato. Gli italiani finiscono spesso per non partecipare ai rialzi dei titoli più diversificati e anche gli asset manager esteri costruiscono per loro gestioni più conservative.

  • Foto d’impresa. Il bicchiere mezzo pieno della risposta al covid
È passato sotto silenzio ma l’Istat ha pubblicato un documento “ambizioso”: ha suddiviso la reazione delle imprese italiane davanti alla crisi Covid in 5 categorie e fornito la consistenza numerica di ciascuna di esse. Ne è venuta fuori una fotografia del sistema produttivo italiano che non avevamo. Se analizzando la Grande Crisi 2008-15 si finì per adottare lo schema avanzato dall’allora presidente di Confindustria Vincenzo Boccia (un terzo di imprese avevano superato la prova, un terzo in bilico anche dopo l’uscita dal tunnel e un terzo azzoppate mortalmente), oggi l’Istat ci ha dato in corsa uno strumento in più che fa dire a Roberto Monducci, direttore del dipartimento per la produzione statistica, come «la capacità di resistenza del sistema produttivo sia elevata» al punto che dopo quasi un anno di lockdown/restrizioni si possa usare la metafora del “bicchiere mezzo pieno”». L’indagine è stata effettuata tra il 23 ottobre e il 16 novembre e ha avuto come oggetto un milione di imprese con almeno 3 addetti e per un totale di oltre 12 milioni di dipendenti. In soldoni il 90% del valore aggiunto e i tre quarti dell’occupazione di manifatturiero e servizi.
  • La transizione demografica non taglierà le pensioni
Nelle classifiche europee il nostro Paese è costantemente all’ultimo o penultimo posto per il livello di crescita dell’economia, per la produttività e per l’occupazione sia totale sia soprattutto femminile e giovanile. Siamo, invece, ai vertici delle graduatorie per debito pubblico, livelli di infedeltà fiscale e per le attività criminali. Eppure una delle principali preoccupazioni che turba la classe politica sembra essere il calo della natalità. Non si fanno più figli, siamo in declino economico e chi ci pagherà le pensioni? Il numero delle nascite è in calo in tutti i Paesi e da noi forse lo è un poco di più; in parte dipenderà anche dalla mancanza di asili nido, di strutture di sostegno alla maternità e di prospettive. I demografi sanno bene che nella millenaria storia dell’uomo le fasi di declino demografico si sono succedute ad altre di crescita; è accaduto anche nel periodo prima e dopo le due guerre mondiali.
  • Massimo Doris
Banca Mediolanum cambia volto. Per la terza volta nella propria storia, il gruppo fondato da Ennio Doris cerca di anticipare le tendenze di mercato e di interpretare il futuro. Nel 1997 quella che era una società distributrice di fondi comuni di investimento si trasformò in banca, ancorché priva di sportelli fisici. Nel 2005 nacque il Family banker, il consulente che ha guidato gli ultimi quindici anni di crescita del gruppo. Ora, al Family banker si affianca il Banker consultant. Al di là delle etichette, è la risposta del gruppo a due problematiche avvertite nel settore. Anzitutto, la richiesta di consulenza professionale da parte della clientela, sempre più necessaria in aree non sempre adiacenti alla primitiva vocazione dell’azienda, che è quella di gestire il risparmio dei clienti. Si va dalle consulenze sulla governance ai piani di successione. Poi c’è il tema del ricambio generazionale: i bankers sono spesso professionisti maturi, arrivati a gestire patrimoni importanti. Ma entrare nel circolo degli eletti è pressoché impossibile per un giovane, che si trova spesso davanti a un muro invalicabile. Ne parla Massimo Antonio Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum.

  • Le famiglie prendono tempo: congelato un mutuo su dieci