Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il group ceo Philippe Donnet avrà poco più dieci giorni per sciogliere la riserva sul nuovo assetto manageriale che Generali Assicurazioni si darà per affrontare al meglio il 2021. Un anno cruciale non solo perché è l’ultimo del piano 2019-2021, con la pandemia e la crisi economica che hanno sparigliato le carte, ma anche perché ad aprile dell’anno prossimo scadrà l’intero board, Donnet compreso, e il group ceo dovrà stare attento a fare le scelte giuste. Il 27 gennaio il manager dovrà presentare al consiglio la nuova struttura organizzativa che sarà chiamata a mettere a punto strategie efficienti per affrontare questo periodo, alla luce dell’imminente uscita del general manager Frédéric de Courtois e del group chief investment officer Timothy Ryan. I due manager erano stati chiamati dallo stesso Donnet, rispettivamente nel 2016 e nel 2017, e sono stati determinanti per la strategia attuata da Generali in questi anni. De Courtois ha curato con successo la riorganizzazione internazionale del gruppo con la cessione degli asset non più redditizi per poi invertire la rotta e lavorare al piano di acquisizioni forte di una cassa di 2,5 miliardi, mentre a Ryan è stato affidato il compito di crescere nel settore dell’asset management, anche questo un pilastro portante per la strategia di Donnet. A lungo per de Courtois si era parlato di uno sbarco ai vertici del colosso riassicurativo Scor (dove a fine 2020 è stato però designato Benoît Ribadeau-Dumas, ex capo di stato maggiore del primo ministro francese Edouard Philippe). Ma è un dato di fatto che entrambi i manager nei giorni scorsi hanno scelto nuove sfide professionali.
Onorabilità, correttezza, professionalità, competenza, ma anche composizione geografica dei componenti dei cda delle banche significative e presenti sui mercati internazionali. L’Abi scrive alle banche associate per illustrare i contenuti dei 27 articoli del decreto sui nuovi requisiti e criteri per la selezione e l’idoneità dei manager, andato in Gazzetta Ufficiale il 16 dicembre. Si tratta delle evidenze oggettive per poter stabilire la permanenza in carica dei manager che completano quanto previsto dalla direttiva nota come Crd4. Un tassello chiave per definire i poteri di rimozione del management perché, come lamentato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parlando del caso della Popolare di Bari, le regole in vigore, in attesa del decreto attuativo, non consentivano a Via Nazionale di intervenire, esercitando discrezionalità.
Nei primi nove mesi del 2020 prosegue la corsa dei depositi e del risparmio, non solo in Italia. Lo confermano i dati resi noti da Bce e Bankitalia. A fare da traino sono le grandi città italiane e le regioni del Nord, in particolare, secondo quanto emerge anche dalle più recenti rilevazioni dell’Abi. Il trend conferma in toto il quadro certificato per il primo semestre nella nota di Banca d’Italia su «I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19». Nella prima metà dell’anno l’emergenza sanitaria ha fatto registrare il crollo del reddito delle famiglie più alto degli ultimi 20 anni, ha affossato i consumi e spinto il risparmio. È aumentata la ricchezza finanziaria, nonostante le pesanti perdite su azioni e obbligazioni, mentre è tornata la voglia di titoli di Stato. Le imprese hanno registrato un calo del valore aggiunto doppio rispetto al 2009 e hanno aumentato le passività.
Vento di cambiamento in casa Fideuram. Da pochi giorni Intesa Sanpaolo Private Banking ha trasferito a Fideuram Investimenti sgr il ramo dedicato all’erogazione dei servizi di gestione patrimoniale, dando vita a un unico soggetto che faccia da punto di riferimento a livello di divisione private per questa attività: Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management Sgr (Fideuram Asset Management Sgr). Lo scopo? «Riunire sotto uno stesso cappello tutte le capabilities di gestione finanziaria presenti nel polo private», commenta Gianluca Serafini, ad e dg del gruppo. Con oltre 40 miliardi di masse, la società diventa uno degli attori più rilevanti a livello continentale nel ramo delle gestioni patrimoniali, mentre Intesa Sanpaolo Private Banking assumerà il ruolo di banca collocatrice.
  • Allianz: -25% di gas serra nei portafogli 
Allianz annuncia per la prima volta obiettivi intermedi concreti di riduzione delle emissioni di gas serra associate al portafoglio dei fondi degli assicurati, nell’ambito dell’obiettivo dichiarato di raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Entro il 2025, spiega una nota, le emissioni di determinate tipologie di investimento dovranno essere ridotte del 25% rispetto al 2019; nella selezione di azioni e obbligazioni societarie, oltre agli usuali indicatori di rischio e rendimento, verrà analizzata anche la compatibilità di tali investimenti con l’obiettivo di limitazione del riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi, parte dell’accordo sul clima di Parigi. Inoltre, entro il 2025, anche tutti gli immobili in cui Allianz investe saranno compatibili in termini di emissioni con tale obiettivo. Allianz informerà ogni anno in modo trasparente tutti gli stakeholder sui progressi fatti nel raggiungimento degli obiettivi dichiarati.
  • Azimut per il 2021 stima utile netto a 350 milioni
Azimut ha elaborato una guidance di utile netto per il 2021 pari a 350 milioni, come anticipato da MF-Milano Finanza del 12 gennaio, in condizioni di mercato normali. Intanto ieri si è chiusa la tre giorni di convention annuale del gruppo svoltasi in modalità digitale a cui hanno assistito 2.200 persone tra consulenti finanziari, gestori e dipendenti durante la quale sono stati presentati i progetti principali per il 2021. Le principali iniziative commerciali si snodano secondo tre direttrici: economia reale, e quindi proseguirà l’impegno per sviluppare le competenze dei consulenti finanziari sui private markets anche attraverso una nuova piattaforma di formazione e una mappatura delle conoscenze acquisite. La seconda direttrice è: partnership con le pmi: saranno avviate iniziative di marketing cooperativo con le aziende presenti nei portafogli dei diversi fondi di economia reale lanciati da Azimut per favorire la conoscenza dei loro prodotti e servizi ai clienti. Infine è stato presentato Azimut Life, modello proprietario di consulenza goal-based, grazie anche alla riorganizzazione delle unit-linked di Azimut Life avvenuta nel 2020. I consulenti potranno offrire alla clientela una reportistica che permetterà di disegnare una pianificazione assicurativa inerente la sfera delle tutele e dei grandi progetti famigliari, anche con il supporto di un team commerciale dedicato. Sul lato prodotti, con il global asset management team, sono state annunciate le novità tra cui Eltif Peninsula Tactical Opportunities, fondo di private equity pan-europeo dedicato alla clientela privata e istituzionale.
  • BlackRock, masse a 8.700 mld $
Se il 2020 è stato, nonostante la crisi pandemica del Covid-19, un anno d’oro per il settore del risparmio gestito a livello globale, una delle principali cartine di tornasole in tal senso è la performance dell’ultimo trimestre di BlackRock, il principale colosso globale dell’asset management. Negli ultimi tre mesi dell’anno appena concluso BlackRock ha registrato masse in gestione in aumento del 17% su base annua a 8.700 miliardi di dollari. L’utile netto su base Gaap della più grande società di investimenti al mondo è stato di 1,5 miliardi di dollari, in crescita del 19% rispetto al corrispondente periodo del 2019, per un totale di 10,02 dollari per azione, meglio del consenso espresso dagli analisti di Wall Street, che ipotizzava 9,14 dollari. Anche i ricavi hanno mostrato un significativo balzo in avanti, schizzando a 4,5 miliardi di dollari, in aumento del +13%. L’utile netto adjusted in questo contesto è salito del +20% a 1,6 miliardi, equivalenti a 10,18 dollari per azione. Il consenso prevedeva 8,98 dollari e un giro d’affari totale limitato a quota 4,3 miliardi di dollari. Analizzando le ragioni della performance, si può vedere come la volatilità dei mercati dell’ultimo trimestre, spinta dalle elezioni presidenziali americane e dall’incertezza di fronte alla nuova ondata di contagi di Covid-19, abbia spinto molti investitori a fare affidamento sulle soluzioni di risparmio offerte del gruppo, sia passive sia attive. Durante il trimestre infatti la società di gestione ha incassato commissioni di consulenza e di investimento più elevate.

In un project financing sussiste la responsabilità precontrattuale di una amministrazione se si procede con l’attivazione della gara sulla base del progetto definitivo approvato. Lo ha affermato il Consiglio di Stato, sezione quinta con la sentenza dell’ 11 gennaio 2021 n. 368 in merito alla responsabilità di una amministrazione che aveva avviato una procedura di project financing. Ricordando l’ orientamento per cui, nel caso di mancata conclusione del procedimento di project financing, sussiste la responsabilità precontrattuale dell’amministrazione che, pur non adottando provvedimenti illegittimi, tenga un comportamento non ispirato al canone di correttezza e buona fede e, perciò, lesivo delle legittime aspettative ingenerate nel contraente privato ovvero della ragionevole convinzione del danneggiato circa il buon esito delle trattative.
Nella prima metà del 2020 le passività delle imprese italiane sono aumentate di circa 19 miliardi, guidate principalmente dai flussi positivi di prestiti (28,4 miliardi di euro). Mentre nel primo trimestre l’aumento dei prestiti ha riguardato sia quelli a breve sia quelli a medio-lungo termine, nel secondo trimestre si è registrata una ricomposizione delle scadenze, a favore di quelle più lunghe. È quanto si legge nella nota di Banca d’Italia su «I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19» nella quale si precisa che nel complesso del semestre il flusso negativo dei prestiti a breve termine, pari a 16,2 miliardi, è stato più che compensato da quello positivo dei prestiti a medio-lungo termine, pari a circa 44,6 miliardi.
  • Allianz fissa obiettivi climatici nel portafoglio assicurativo
Allianz per la prima volta fissa obiettivi climatici intermedi concreti di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra associate al portafoglio d’investimento dei fondi degli assicurati, nell’ambito dell’obiettivo dichiarato di raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Entro il 2025, si legge in una nota, le emissioni di determinate tipologie di investimento dovranno essere ridotte del 25% rispetto al 2019; nella selezione di azioni e obbligazioni societarie, oltre agli usuali indicatori di rischio e rendimento, verrà analizzata anche la compatibilità di tali investimenti con l’obiettivo di limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C, parte dell’accordo sul clima di Parigi. Inoltre, entro il 2025, anche tutti gli immobili in cui Allianz investe saranno compatibili in termini di emissioni con tale obiettivo. Allianz informerà ogni anno in modo trasparente tutti gli stakeholder sui progressi fatti nel raggiungimento degli obiettivi dichiarati.
  • Professoressa in biciclettologia
Jana Kühl, 36 anni, è Radprofessorin, professoressa per i problemi dell’andare in bicicletta. Ma presto seguiranno altri colleghi, informa Der Spiegel. In Germania, patria dell’auto, da anni si affrontano automobilisti e ciclisti, non a caso Frau Jana ha ottenuto la prima cattedra per la bici a Salzgitter, a pochi chilometri da Wolfsburg, la città nata per ospitare la Volkswagen. Il bilancio è grave anche per gli incidenti provocati dagli e-scooter, come li chiamano in Germania: da gennaio a settembre, sette sono le vittime provocate dai monopattini, in tutto il paese, e 269 i feriti gravi, i feriti lievi sono 1.096. «Nel 21% degli incidenti, i feriti e i morti non sono i monopattinisti, ma quasi sempre pedoni investiti alle spalle sui marciapiedi, che in realtà sono vietati agli e-scooter», dichiara Siegfried Brockmann, esperto della federazione delle compagnie d’assicurazione. Almeno in Germania non hanno regalato un buono da 500 euro per acquistare un monopattino, come in Italia.

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  • Lo spread rialza la testa, calo record dei redditi
Ci pensa Bankitalia poi a fotografare gli effetti dell’epidemia di Coronavirus sulle tasche degli italiani, definendo quella subita dai redditi nei primi 6 mesi del 2020 la «contrazione più forte degli ultimi 20 anni», e questo nonostante le «misure adottate dalle amministrazioni pubbliche a sostegno del reddito disponibile». Nel rapporto «Conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19», gli analisti sottolineano come nel primo semestre del 2020 i redditi pro capite siano calati dell’8,8% rispetto ai primi sei mesi del 2019, una diminuzione «decisamente più ampia di quella nelle fasi più acute della crisi finanziaria (-5,2%) e di quella dei debiti sovrani (-3,4%)». A questo drastico calo è corrisposta una contrazione dei consumi quasi del 10 % (-9,8%) che ha fatto salire il risparmio a 51,6 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2019, e questo, secondo il rapporto, è stato sia per le misure restrittive decise per contenere l’epidemia sia per «un atteggiamento di spesa più cauto da parte delle famiglie a fronte di rischi di caduta dei redditi e di quelli di contagio connessi con alcune attività di consumo», comportamento che allarma le associazioni di consumatori preoccupati che la situazione sia destinata a peggiorare nel corso del 2021. Ridotti di 6,6 miliardi anche gli investimenti reali netti (valore più basso dal 1999), mentre sono aumentati gli acquisti di titoli pubblici (+ 5,5 miliardi) soprattutto nel secondo trimestre, dopo oltre un anno di disinvestimenti che nel 2019 erano stati pari a meno 23,6 miliardi di euro.
  • Generali, per la svolta al vertice consiglio il 27
Philippe Donnet potrebbe presentare la proposta di riorganizzazione dei vertici di Generali nel consiglio in calendario il 27 gennaio. Il group ceo della compagnia vorrebbe stringere i tempi per dare un’accelerazione al gruppo nell’ultimo anno del piano strategico al 2021.La proposta dovrebbe prevedere organigramma e i relativi nomi. Quindi, in particolare, si attende la scelta relativa al nuovo numero due, in sostituzione di Frédéric de Courtois dato in uscita in seguito a una proposta di una posizione apicale in un gruppo internazionale. E in uscita ci sarebbe anche Timothy Ryan, group cio e responsabile dell’asset management.Per la sostituzione di de Courtois le ipotesi si concentrano su una scelta interna e possibilmente italiana. Considerando queste due prerogative nella squadra di vertice ci sono diversi top manager che teoricamente potrebbero entrare nella lista: da Marco Sesana, ceo di Generali Italia, a Giovanni Liverani, capo del gruppo in Germania; dallo stesso Borean a Luciano Cirinà, che guida l’area Est Europa, Austria e Russia comprese.

  • Private equity, finale 2020 da primato In tre mesi concluse 85 operazioni
Dopo un buon terzo trimestre, il private equity italiano accelera ulteriormente il trend nella fase conclusiva del 2020. E anche nel primo trimestre del 2021 sono attese diverse operazioni. Tanti i dossier sul tavolo, che confermano come in Italia, malgrado le difficoltà legate alla pandemia e le tensioni recenti per la crisi di Governo, ci sia terreno fertile. È alle battute finali, entro probabilmente la prossima settimana, la firma del «termsheet» per il passaggio di un 10% della media company della Lega calcio a una cordata di fondi costituita da Cvc, Advent e Fsi. Il valore del deal (1,7 miliardi) è al momento il maggiore tra quelli in corso di svolgimento in Italia.
  • Generali riorganizza il vertice Donnet accentra le deleghe
  • Allianz fissa target climatici