Simona D’Alessio
Assegni pensionistici «rinforzati» (con l’aggiunta di contributi fino a 20 anni) per i familiari dei medici e dei dentisti periti a causa del Coronavirus. E un aiuto prezioso pure ai «camici bianchi» titolari di convenzione con il Servizio sanitario nazionale (Ssn) e affetti da immunodepressione che per la pandemia hanno dovuto sospendere la propria attività professionale. Ecco le nuove iniziative assistenziali che l’Enpam (Ente di previdenza dei medici e dei dentisti) potrà avviare, poiché le misure, varate dal Consiglio d’amministrazione nell’aprile dell’anno passato, hanno ricevuto l’approvazione dei ministeri controllanti (Lavoro ed Economia). Il riconoscimento «di carattere solidaristico» pensato per il nucleo degli iscritti caduti, dopo essersi ammalati di Covid-19, permetterà che la pensione spettante a vedove e orfani venga calcolata sull’importo a cui il familiare deceduto avrebbe avuto diritto, qualora avesse potuto portare a termine la propria carriera; alla Cassa, ha commentato il presidente Alberto Oliveti, «sembra doveroso, nei confronti di chi ha messo a rischio la propria vita per curare gli altri, che i superstiti possano contare sul supporto della categoria». Il provvedimento ha incassato il plauso del vertice della Fnomceo (la Federazione degli Ordini dei «camici bianchi») Filippo Anelli per «l’attenzione» verso i cari dei 289 colleghi scomparsi. Quanto, invece, al sussidio immaginato per gli associati all’Ente con il sistema immunitario già messo a dura prova e, poi, frenati nel lavoro dall’avvento del virus, si apprende che verrà «parametrato al mancato guadagno, o alle spese di sostituzione sopportate», con un ammontare minimo di 1.000 euro al mese; l’intervento, viene evidenziato, è dedicato ai medici e agli odontoiatri in condizione di immunodepressione, «con patologie oncologiche, o sottoposti a terapie salvavita, che contribuiscono al Fondo dell’Enpam della medicina convenzionata e accreditata», che si farà carico degli oneri dell’indennità che sarà erogata. «Siamo soddisfatti che i dicasteri vigilanti abbiano compreso il valore di una misura di sostegno specifica per una categoria di soggetti troppo spesso dimenticata e, tuttavia, anch’essa danneggiata dalla pandemia» in corso, ha concluso Oliveti.

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