Le giornate del freddo e grigio inverno tedesco si susseguono in un insolito silenzio che avvolge la sede centrale di Allianz a Monaco di Baviera. Nessun via vai di visitatori, fornitori, consulenti nel palazzo presidiato da pochissime persone. E’ il tempo del coronavirus, è il tempo del secondo lockdown tedesco che semina il deserto e rinchiude tutti nelle quattro mura di casa.

In un’intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine, la responsabile delle risorse umane Renate Wagner ha detto che il 90% dei dipendenti di Allianz è in modalità smart working, proprio come durante il primo periodo di blocco. Wagner ha sottolineato come la situazione non sia molto diversa nel resto del mondo considerato che a livello globale, circa l’80% della forza lavoro complessiva di Allianz è attualmente in modalità smart working. Un vero e proprio cambiamento epocale dal quale non si tornerà indietro.

Renate Wagner ha infatti anticipato che una volta conclusa la lunga fase di emergenza sanitaria, si adotterà un modello di lavoro più flessibile rispetto alla tradizionale presenza costante in ufficio, anche se restano da sciogliere alcuni nodi normativi, per fare chiarezza giuridica sul lavoro da remoto.

Prima della pandemia, un dipendente su due utilizzava il lavoro flessibile per un giorno alla settimana, mentre in questo momento lo utilizzano nove dipendenti su dieci, per tutti i giorni feriali. Wagner ha spiegato che Allianz ha avviato un’indagine di mercato tra colleghi e concorrenti che ha dato un risultato ben preciso: i dipendenti hanno espresso il desiderio di poter lavorare nel modo più flessibile possibile, anche dopo la pandemia.

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