Ricorsi aumentati del 13,2%, più decisioni in favore dei risparmiatori e quasi raddoppiato il valore dei risarcimenti nel 2020, l’anno dell’emergenza Covid. Sono questi i principali dati del bilancio dell’attività dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra piccoli investitori e intermediari, operativo presso la Consob dal 2017, e che ha visto un ulteriore consolidamento del proprio ruolo. In dettaglio, nell’anno che appena terminato sono stati conclusi 1.514 procedimenti con un incremento del 13,2% rispetto ai 1.337 del 2019; 5.267, invece, le pronunce nel quadriennio 2017/2020. Nel 2019, ha spiegato la Consob, sono stati 1.772 i ricorsi pervenuti all’arbitro (+5,6% rispetto ai 1.678 del 2019). È salito così a 7.113 il numero complessivo dei ricorsi trasmessi dai risparmiatori nel primo quadriennio di attività (2017-2020). Il Sud si è confermato anche nel 2020 come l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (42,8%), seguito dal Centro (32,4%) e dal Nord (24,8%) del Paese.

Superiore ai 100 milioni di euro il valore complessivo dei risarcimenti richiesti nel 2020, oscillanti tra un minimo di 94,66 e un massimo di 500 mila euro, corrispondente al limite di competenza per valore dell’Acf.

Il valore medio delle singole controversie è stato di poco inferiore ai 60mila euro, in linea con quanto fatto registrare negli anni precedenti. A fine 2020 il valore complessivo dei risarcimenti richiesti nel quadriennio ha superato la soglia dei 400 milioni di euro.

Il collegio ha tenuto 53 riunioni (46 nel 2019), prendendo 1.060 decisioni (853 nel 2019), di cui il 65% di accoglimento dei ricorsi, con un balzo del 10% rispetto al dato 2019, quando era stato accolto il 55% dei ricorsi esaminati. Quasi raddoppiato (+81,5%) il valore complessivo dei risarcimenti riconosciuti a favore dei risparmiatori: 28,5 milioni di euro nel 2020 a fronte dei 15,7 milioni di euro fatti registrare a consuntivo 2019. È salito, così a 84,4 milioni il totale dei risarcimenti riconosciuti dal 2017 ad oggi, con una media pro-capite pari a circa 40 mila euro.

Sono stati 212 i provvedimenti di estinzione delle controversie presi dal presidente nel 2020 a seguito di accordo conciliativo concluso direttamente tra le parti. Il dato, in crescita del 9,2% rispetto alle 194 estinzioni del 2019, conferma che l’Acf si sta progressivamente affermando anche come punto di riferimento nei rapporti tra risparmiatori e intermediari, tale da favorire la risoluzione spontanea delle controversie prima ancora che l’arbitro si pronunci. Il totale quadriennale dei ricorsi estintisi anticipatamente è salito così a 676.

In positiva flessione i casi di irricevibilità e inammissibilità dei ricorsi per riscontrate e non sanabili irregolarità: 242 i provvedimenti assunti dal presidente nell’ultimo anno (-16,5% dai 290 del 2019), per complessivi 1.298 nel quadriennio. Il progressivo decremento delle situazioni di irregolarità accertate è segno di una conseguita migliore conoscenza dello strumento Acf da parte dei risparmiatori e di un suo più idoneo utilizzo.

Intanto, continua a crescere, nello stesso tempo, il numero di risparmiatori che preferiscono farsi assistere da un legale (oltre il 73% del totale nel 2020, rispetto al 69% del 2019), nonostante sia prevista la possibilità di presentare il ricorso all’Acf direttamente, senza assistenza e gratis.

La rilevanza economica delle controversie in materia finanziaria e le difficoltà che molti risparmiatori tuttora incontrano nel tutelare personalmente i propri diritti sono fattori che concorrono ad alimentare questa tendenza.

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