Daniele Cirioli
Aumenta il costo del lavoro dei professionisti senza cassa. Dal 1° gennaio versano lo 0,26% in più di contributi alla gestione separata Inps, quale aumento previsto dalla legge Bilancio 2021 per finanziare la nuova Iscro (indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa). L’aliquota contributiva, infatti, è salita al 25,98% (dal 25,72% valida fino al 31 dicembre 2020) e salirà al 26,49% dal 1° gennaio 2022 e al 27% dal 1° gennaio 2023. L’intero aumento resta a carico dei professionisti che, in fattura, possono recuperare solo il 4% del contributo versato a titolo di rivalsa.

I collaboratori. L’aumento non riguarda tutti gli iscritti alla gestione separata, c.d. lavoratori parasubordinati. In particolare, non interessa le co.co.co. che si distinguono in due categorie di soggetti con proprie aliquote di contribuzione (si veda tabella):

• collaboratori privi di un’altra copertura previdenziale obbligatoria, né pensionati (sono i c.d. soggetti «esclusivi» o «scoperti»);

• collaboratori in possesso di un’altra copertura previdenziale obbligatoria o pensionati (sono i c.d. «non esclusivi» oppure «coperti»).

Professionisti senza cassa. L’aumento interessa gli iscritti alla gestione separata, c.d. «professionisti senza cassa», cioè i lavoratori autonomi con partita Iva. L’aumento serve a finanziare la nuova Iscro: una sorta di cassa integrazione (ovvero di «ristoro»), che spetta per sei mesi nell’importo variabile da 1.500 a 4.800 euro, una volta soltanto nel triennio 2021-2023, introdotta a favore dei professionisti senza cassa che subiscono una riduzione di reddito superiore al 50%. Per la copertura degli oneri di finanziamento dell’Iscro, la Manovra del 2021 ha aumentato, agli stessi beneficiari (ossia: iscritti alla gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo diverse dall’esercizio di imprese commerciali, compreso l’esercizio in forma associata di arti e professioni), l’aliquota dovuta alla gestione separata dell’Inps di 0,26 punti percentuali nel 2021 e di 0,51 punti percentuali per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Il nuovo contributo è applicato sul reddito da lavoro autonomo, con gli stessi criteri stabiliti ai fini Irpef, quale risulta dalla relativa dichiarazione annuale dei redditi e dagli accertamenti definitivi.

La ripartizione dell’onere. In tabella è indicata, anno per anno, la ripartizione del contributo. Si ricorda che, mentre nel caso dei collaboratori, l’onere è ripartito in misura di un terzo (1/3) al collaboratore e di due terzi (2/3) al committente, nel caso dei professionisti senza cassa (e delle altre partite Iva), l’onere contributivo ricade tutto sul lavoratore (professionista), il quale può operare solo una rivalsa in fattura in misura del 4%. Pertanto, l’intero aumento del costo contributivo resta a carico dei professionisti.

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