Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il 2019 per il risparmio gestito si chiude con una raccolta globale netta di 73,51 miliardi, in ripresa a dicembre con 10,25 miliardi rispetto all’andamento di tutto l’anno. Un risultato ottenuto, come emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, dalle gestioni di portafoglio, che hanno ottenuto 66,63 miliardi, di cui 6,45 a dicembre, mentre i fondi comuni aperti hanno un saldo di soli 3,78 miliardi (i fondi chiusi hanno totalizzato 3 miliardi nel 2019, di cui 576 a dicembre).
Effetto Capodanno cinese e coronavirus anche sul mercato delle spedizioni merci. Alcuni vettori marittimi e aerei hanno già iniziato a risentire della minore domanda di trasporto merci e per questo hanno cancellato o ridotto alcune partenze di linee regolari fra l’Estremo Oriente e l’Europa. «L’epidemia in corso in Cina, in un mondo reso piccolo dalla globalizzazione, avrà conseguenze non solo in termini di vite umane», avvertiva ieri Fedespedi, la federazione italiana degli spedizionieri merci, in una nota agli associati.

Cattolica Assicurazioni ha scelto Google Cloud come partner tecnologico per intraprendere il processo di trasformazione digitale e continuare così a migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi offerti ai propri clienti. La collaborazione tra la compagnia assicurativa veronese e l’azienda di Mountain View è finalizzata a supportare il progetto di trasformazione di Cattolica in una «Data Driven Company», come previsto dal piano industriale 2018-2020 del gruppo.
Il medico o l’autorità responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori possono segnalare che la stessa debba proseguire anche dopo il termine dell’esposizione, per il periodo di tempo che ritiene necessario per proteggere la salute del lavoratore interessato. Norme ad hoc sui lavoratori esposti alla polvere di silice cristallina respirabile.
Pensioni da fame ai parasubordinati. Circa 21 mila lavoratori sono andati in pensione nel 2018 con assegno medio mensile di 272 euro ed è andata addirittura peggio ai 27 mila che si sono messi a riposo nel 2019: 251 euro medi mensili. Vanno meglio gli altri lavoratori: i dipendenti, nel 2019, sono andati in pensione con un assegno medio di 1.374 euro (+74 euro sul 2018), i commercianti con 1.074 euro (+51 euro sul 2018), gli artigiani con 1.043 euro (+17 euro sul 2018), coltivatori diretti, mezzadri e coloni con 674 euro (-10 euro sul 2018). A spiegarlo è l’Inps nel monitoraggio dei flussi di pensionamento 2018 e 2019 pubblicato ieri.
Il monitoraggio. I dati riguardano le pensioni liquidate fino al 2 gennaio con decorrenza negli anni 2018 e 2019 a dipendenti; coltivatori diretti mezzadri e coloni; artigiani; commercianti; parasubordinati; e infine gli assegni sociali (che, a differenza delle altre pensioni, non presuppongono una carriera lavorativa e, quindi, contributiva). I dati, precisa l’Inps, potrebbero subire variazioni a seguito della liquidazione di nuovi trattamenti con lo smaltimento delle domande ancora in giacenza.
  • Pedoni e ciclisti il 29% delle vittime della strada in Europa
Nel 2018, pedoni e ciclisti – i cosiddetti «utenti vulnerabili» – hanno rappresentato il 29% del totale delle vittime di incidenti stradali in Europa e il 25% in Italia. Tra 2010 e 2018, sulle strade europee sono morti 51.300 pedoni e 19.450 ciclisti. Sono i dati salienti che emergono dal rapporto Etsc (European transport safety council: Consiglio Europeo della Sicurezza dei Trasporti), che sottolinea come, nel periodo 2010-2018, i decessi tra i ciclisti abbiano subito una riduzione annua dello 0,4%: riduzione ben otto volte inferiore rispetto a quella degli occupanti di veicoli a motore (-3,1%)

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  • Generali: parte Welfare Pmi
Prende il via l’ edizione 2020 (la quinta) di Welfare Index Pmi,indagine sul welfare aziendale rivolta alle imprese da sei fino a mille addetti, promossa da Generali con la collaborazione di Confindustria, Confprofessioni, Confartigianato, Confagricoltura e Confcommercio.

  • Pensioni, volano gli anticipi Solo una su cinque a 67 anni
L’aumento di cinque mesi del requisito per il pensionamento di vecchiaia (da 66 anni e 7 mesi a 67 anni) e il contemporaneo debutto di “Quota 100” hanno lasciato un segno piuttosto vistoso nelle statistiche sui flussi di pensionamento 2019. L’Inps ha liquidato 535.573 nuove pensioni, un dato sostanzialmente in linea con il 2018 (537.160) ma ha registrato un consistente aumento dei trattamenti anticipati (+29,4%) a 196.857 unità. Tra queste numerose uscite ci sono i quotisti, vale a dire quei lavoratori che hanno colto l’agevolazione per uscire dal mercato con 62 anni e 38 di contributi come requisiti minimi. L’età media alla decorrenza di queste nuove pensioni è stata di 62 anni per i dipendenti, 62 anni e 4 mesi per gli artigiani, 63 anni per i commercianti. E mentre gli anticipi volavano si sono affossati i pensionamenti di vecchiaia, calati nel complesso del 15,6%, a 121.495. Più in particolare sono stati solo 33.123 i dipendenti che l’anno passato hanno lasciato il lavoro a 67 anni.
  • Quote rosa calcolate per difetto se i due quinti sono impossibili
Risolto con un’operazione aritmetica il rebus delle “quote rosa” degli organi delle società quotate: quando il calcolo dei due quinti non si rende applicabile (è il caso del collegio sindacale composto da tre componenti), si procede ad arrotondamento per difetto, fermo restando l’arrotondamento per eccesso in ogni altro caso. Lo afferma la Consob nella comunicazione 1/20 di ieri.
  • Risparmio gestito, il 2019 chiude con il botto
Chiusura con il botto per i gestori. L’industria del risparmio ha archiviato dicembre con una raccolta netta positiva per 10,3 miliardi, decisamente meglio rispetto ai 3,7 miliardi incassati a novembre. A supportare il risultato sono state soprattutto le gestioni di portafoglio che hanno contribuito con 6,5 miliardi, mentre il segmento dei fondi ha incassato 3,8 miliardi. Cifre che portano il saldo per l’intero 2019 a quota 73,5 miliardi che si accompagna a un nuovo record storico anche per il patrimonio, arrivato a 2.188 miliardi.

  • Assicurazione vita: il regolatore chiama all’ordine
L’abuso di unit linked può essere dannoso per la salute dei risparmi. Questo è lo scopo del richiamo all’ordine che l’autorità di regolamentazione assicurativa ha appena lanciato. Come sappiamo, di fronte al calo delle tariffe, gli assicuratori vita devono dare la preferenza ai veicoli unit-linked. Il regolatore sottolinea che anche i professionisti hanno il dovere di fornire una consulenza per garantire che i prodotti venduti corrispondano alle aspettative e alle esigenze dei clienti. Questo avvertimento arriva in un momento in cui gli assicuratori vita stanno preparando offerte più complesse e meno garantite per preparare la successione dei fondi in euro. Nel 2019, l’ACPR ha rilevato che quasi un terzo delle offerte promozionali esaminate, volte a favorire i pagamenti sui fondi comuni d’investimento, non rispettavano i “principi di chiarezza ed equilibrio” che erano comunque ben stabiliti da una raccomandazione del 2015 sulla pubblicità dei contratti di assicurazione vita. Il regolatore ha inviato una trentina di lettere ad assicuratori e broker, anche online, per avvertirli di questo.