Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Ecco rispuntare Net Insurance. C’è il nome di una società che curiosamente ricorre nella carte che coinvolgono, direttamente o indirettamente, il caso della Banca Popolare di Bari. Si tratta della compagnia di assicurazione specializzata nella cessione del quinto, che a fine 2018 è stata rilevata da Archimede, la prima spac delle polizze quotata a Piazza Affari e lanciata da Andrea Battista.
Secondo quanto MF-Milano Finanza è in grado di ricostruire, tra i titoli acquistati dal fondo Naxos ci sono proprio obbligazioni di Net Insurance.
Sulla carta quella di domani dovrebbe essere una riunione senza sorprese per il consiglio di amministrazione delle Generali. Sul tavolo del board arriveranno questioni di compliance che ormai sono ordinaria amministrazione per i grandi intermediari finanziari. È peraltro plausibile che gli amministratori predispongano alcune attività in vista dell’approvazione del bilancio, prevista per il prossimo 12 marzo. Non è chiaro invece se nell’ordine del giorno saranno inseriti anche argomenti relativi alla corporate governance.
  • Hype si allea con Prima nelle polizze RcAuto
Hype, la soluzione digitale per una gestione del denaro che in due anni ha superato il milione di clienti (è la quinta challenger bank in Europa e l’ottava nel mondo per numero di clienti), ha scelto Prima Assicurazioni, la tech company che opera come agenzia assicurativa specializzata in polizze auto, moto e furgoni protagonista lo scorso anno del round record di 100 milioni di euro, per ampliare la propria proposta assicurativa alla Rc auto. L’architettura tecnologica proprietaria di Prima Assicurazioni è oggi integrata in Hype permettendo ai clienti della challenger bank di stipulare la polizza in scadenza direttamente da mobile, calcolando il preventivo in pochi tap e addebitando il costo tramite pagamento diretto sul conto Hype nella massima facilità e rapidità. Per Prima Assicurazioni, che in meno di quattro anni conta oltre mezzo milione di clienti attivi e un milione di polizze stipulate, l’accordo con Hype rappresenta una nuova opportunità di crescita grazie all’accesso diretto a un importante bacino di utenti costantemente in aumento. Per Hype l’accordo mira all’ampliamento di servizi a valore aggiunto per i clienti, offerti direttamente dall’app e sviluppati tramite terze parti riconosciute come eccellenze nei settori di riferimento. Una proposta che, non solo mira a offrire tutte le possibili soluzioni per una gestione a 360 gradi del denaro, ma vuole anche andare incontro alle richieste dei clienti con cui è in continuo dialogo attraverso differenti canali. L’accordo con Prima risponde a queste esigenze: l’approccio data-driven della giovane insurtech permette la semplificazione operativa e la personalizzazione della tariffa a vantaggio del cliente finale in termini di facilità di utilizzo e costi.

L’impatto potenziale dei Pir (Piani individuali di risparmio) su Aim Italia ammonta a 231 milioni di euro nel 2020: è quanto emerge da uno studio di Ir Top Consulting. Il dato è stato calcolato sulla base di una previsione di impatto complessivo pari a 3 miliardi. «La nostra stima si fonda su una metodologia di ponderazione che valuta variabili di mercato statiche e dinamiche in relazione all’universo investibile», ha precisato Anna Lambiase, a.d. di Ir Top Consulting.
Conto alla rovescia sugli adempimenti per la tutela assicurativa Inail dei rider. Dal 1° febbraio, infatti, decorre il nuovo regime assicurativo e, pertanto, prima di tale data, le imprese devono effettuare tutti gli adempimenti assicurativi per i «lavoratori autonomi che svolgono l’attività di consegna beni in ambito urbano con l’ausilio di velocipedi o veicoli a motore, attraverso piattaforme digitali» (c.d. rider). Lo spiega l’Inail nella nota prot. n. 866/2020, in attesa di una futura circolare con le novità. Se l’impresa non ha un proprio codice ditta né posizioni assicurative territoriali aperte (Pat), deve trasmettere all’Inail, in via telematica, entro il 1° febbraio, la denuncia d’iscrizione con le relative informazioni per la valutazione del rischio e per il calcolo del premio assicurativo.
Semaforo verde dell’Unione europea a 50 milioni di euro a Ismea per la concessione di garanzie dirette per facilitare l’accesso al credito da parte delle pmi agricole. Quattro le tipologie di garanzia diretta: fideiussione, co-garanzia, controgaranzia e garanzia di portafoglio. La commissione europea, con la pubblicazione (nella Gazzetta Ufficiale Ue C/25 del 24 gennaio 2020) della comunicazione Ue 2020/C25/01 «non solleva obiezioni» alla concessione, da parte dell’Italia, del contributo
Riscatto di laurea con importi agevolati purché si opti per il sistema contributivo. La novità deriva da un’interpretazione adottata dall’Inps con la circolare 6 del 22 gennaio scorso. L’ente previdenziale ha spiegato che la possibilità di riscattare i periodi relativi alla durata legale del corso di laurea, che l’interessato abbia utilizzato come titolo di accesso all’insegnamento, vale anche per chi abbia frequentato il corso di studi prima del 1996.

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  • “Rischio globale alto” L’Oms corregge l’alert sulla corsa del virus
L’Organizzazione mondiale della sanità si corregge. La minaccia che l’epidemia di coronavirus scoppiata in Cina pone al mondo non è «moderata», come aveva scritto in 5 rapporti, ma «elevata». Un «errore di formulazione», così lo ha definito, emendato nella sesta relazione sul contagio, diffusa ieri. Ma una svista che continuerà a far discutere sulla prontezza di riflessi dell’organizzazione nel rispondere alla crisi. La scorsa settimana infatti la stessa Oms non ha ritenuto di dichiarare il coronavirus una «urgenza di sanità pubblica di portata internazionale », etichetta data in passato ad epidemie come l’H1N1, Zika o Ebola. Questa (non) decisione resta confermata, nonostante il ravvedimento di ieri sul livello di rischio. Ieri i morti sono arrivati a 81, con 2.840 contagiati, ed è probabile che al prossimo conto, che la Commissione sanitaria cinese dovrebbe pubblicare nella notte italiana, si superino i cento. L’epidemia di Sars del 2003 aveva provocato in tutto 774 vittime. Le autorità di Pechino hanno anche dato notizia del primo decesso nella capitale: un uomo di 50 anni che era andato a Wuhan l’8 gennaio, ripartendo una settimana dopo. La polmonite generata dal virus si è rivelata fatale. In questo momento i contagi confermati a Pechino sono 80. Una situazione non ancora critica, specie se confrontata con i quasi 1.500 dello Hubei.

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  • Pensioni, via alla partita su quota 102 Dai giovani alle donne, cinque tavoli
Sarà una riforma «strutturale» (l’ennesima, riguardando le pensioni). Come sostituire Quota 100, che scade alla fine del 2021, e che, se non si facesse nulla, aprirebbe la porta a uno scalone, visto che dal primo gennaio 2022 non si potrebbe più andare in pensione con 62 anni d’età e 38 di contributi (Quota 100, appunto), ma bisognerebbe aspettare di compiere 67 anni o di raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età (un anno in meno per le donne). Qui le distanze tra le parti sono forti. Cgil,Cisl e Uil propongono di rendere libero il pensionamento a partire da 62 anni con 20 di contributi o quando si abbiano 41 anni di servizio. Il governo non ha scoperto le carte, ma si sa che giudica troppo costosa questa proposta e lavora su una flessibilità che parta da 64 anni più 38 di contributi, in pratica una Quota 102 che, in una versione hard, avrebbe in più il calcolo dell’assegno tutto col metodo contributivo, il che farebbe scendere la pensione fino al 20-30%. Proposta irricevibile per i sindacati, anche perché, dice Roberto Ghiselli (Cgil), «un requisito così alto di anni di contributi taglierebbe fuori i giovani, che spesso hanno carriere discontinue, e le donne». Sul tavolo anche l’ipotesi di allargare e rendere permanente l’Ape sociale, che consente il pensionamento ad alcune categorie svantaggiate a 63 anni d’età e 30 o 36 anni di contributi.

  • Scatta l’Inail per 20mila rider Rebus doppia assicurazione
L’economia dei “lavoretti” fa un altro passo avanti nel riconoscimento delle tutele dei lavoratori. Entro tre giorni i rider, i ciclofattorini che fanno consegne a domicilio e che prendono ordini dalle piattaforme o app, dovranno essere iscritti all’Inail contro gli infortuni e le malattie. Il primo febbraio scatta infatti l’obbligo per le imprese di delivery di mettersi in regola con le nuove norme assicurative: giungono a scadenza i 60 giorni previsti dalla legge 128 dello scorso anno. Un passo avanti che va ad aggiungersi a quello di venerdì scorso quando la Cassazione ha riconosciuto a cinque rider di Foodora le tutele previste dal contratto subordinato.
  • Andia. In tribunale contro Ania e Fidia
Andia, Associazione nazionale dirigenti imprese assicuratrici, ha presentato appello contro l’ordinanza del Tribunale di Roma del 17 dicembre scorso, con cui si è vista negare il proprio diritto a partecipare alle trattative per il rinnovo del CCNL di Settore. Ad Ania e Fidia è stata perciò comunicata nei giorni scorsi la citazione a comparire innanzi alla Corte d’Appello di Roma per una nuova valutazione della vertenza.
  • A bordo sempre più tecnologia ma rallenta la guida autonoma
Plance sempre più affollate di display, connessioni veloci mobili 5G e guida assistita (ma non autonoma) per tutti o quasi. Ecco l’identikit delle auto dei prossimi mesi, ovviamente spinte da propulsori elettrificati: cioè 100% a batteria, ibride, plug-in e anche mild hybrid, la discussa tecnologia che permette di dare una patente super green anche ad auto che di ibrido (soprattutto se funzionanti a 12 volt) hanno poco o niente. Il 2020 doveva esser l’anno dell’autonomous driving di livello 4 e 5 secondo la tabella Sae, cioè vetture super automatizzate o addirittura robot. Nulla di tutto questo: Le auto senza volante, ovviamente, non sono arrivate e non arriveranno per molto tempo nonostante i proclami di molte case automobilistiche nei mesi scorsi e le iniziative tutto fumo e niente arrosto di fornitori di servizi di mobilità come Uber. A ridurre le aspettative sull’autonomous driving ci ha pensato a fine dello scorso anno anche Steve Wozniak, il leggendario genio dell’informatica e cofondatore di Apple che recentemente in un convegno ha chiaramente detto che le tecnologie attuali e lo sviluppo limitato dell’intelligenza artificiale non permettono in tempi brevi di realizzare vetture senza guidatore. accontentiamoci dunque di quello che abbiamo ora: il livello 2 che pur perfettibile nei comportamenti permetti di gestire mantenimento di corsia, soprasso automatico e velocità. Una magia digitale che non è più appannaggio di auto appartenenti all’alto di gamma ma inizia a essere presente su vetture popolari.
  • L’auto non guida ancora da sola ma i software danno una mano
Senza citare Blade Runner, dove nel 2019 le auto volavano ed erano in grado di muoversi in totale autonomia, nel reale 2020 ancora usiamo il volante e l’uomo è al centro della mobilità su quattro ruote. Nonostante da anni la guida autonoma venga pubblicizzata come una tecnologia “dietro l’angolo”, passerà ancora molto tempo prima di poter viaggiare senza il minino contributo dell’automobilista. È sufficiente andare indietro di soli cinque anni per leggere articoli sensazionalistici sull’arrivo di auto senza pilota entro il prossimo decennio (il 2020) e di nuove vetture a guida autonoma come quelle prodotte da Apple o da Google. Tutto questo è rimasto solamente sulla carta mentre quello che è arrivato, e che si attende nei prossimi anni, è la diffusione sempre più ampia di modelli in grado di migliorare la sicurezza e offrire un elevato ausilio alla guida. Già oggi il secondo livello di guida autonoma, secondo la tabella Sae (Society of Automotive Engineers), da 0 a cinque con lo step più alto dedicato alla totale automazione a bordo, rappresenta la massima tecnologia disponibile e si sta espandendo anche su modelli compatti. Il motivo di questo blocco è legato principalmente alla normativa che non prevede di guidare staccando entrambe le mani dal volante, oltre a i tanti punti interrogativi ai fini assicurativi.

Handelsblatt

 

  • Viridium entra in una nuova dimensione con l’acquisizione dei contratti Generali
Viridium è specializzata nell’elaborazione di polizze di assicurazione sulla vita. L’industria sta seguendo con grande interesse il progetto del capo Heinz-Peter Roß. Quando l’accordo è stato annunciato nell’estate del 2018, il clamore pubblico è stato enorme: il colosso assicurativo Generali Leben ha annunciato la vendita di ben quattro milioni di vecchi contratti allo specialista Viridium. Una dimensione mai vista prima in Germania. Le associazioni dei consumatori sono stati avvertite delle conseguenze imprevedibili per i clienti. Ma l’autorità di vigilanza finanziaria Bafin non ha avuto riserve e ha sventolato l’accordo tre quarti di anno dopo. Ora la piattaforma è pronta a partire.
  • Axa limita il numero di potenziali acquirenti per le attività dell’Europa dell’Est
La divisione Europa dell’Est di Axa potrebbe generare fino a un miliardo di euro. Attualmente, solo tre compagnie stanno ancora partecipando alla gara. L’assicuratore Axa ha limitato il numero di offerenti per le sue attività nell’Europa centrale e orientale. Solo l’assicuratore italiano Assicurazioni Generali SpA e due concorrenti austriaci sono ancora in gara, ha dichiarato un insider all’agenzia di stampa Bloomberg.