Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’investimento, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, sarebbe di qualche decina di milioni. Poste Italiane ha deciso di mettere più di un cip su Tink. Si tratta della start up svedese, specializzata in servizi finanziari basati su dati, per sviluppare una piattaforma bancaria aperta. Ieri Tink ha annunciato di aver raccolto 90 milioni di euro da diversi investitori istituzionali e Poste Italiane è appunto tra questi. Tra gli investitori già attivi in Tink ci sono Heartcore Capital, Abn Amro Ventures, Bnp Paribas Fortis (la divisione di venture capital) ed Opera Tech Ventures. Per il gruppo guidato da Matteo Del Fante non è la prima operazioni di investimento in start up tecnologiche.Lo aveva già fatto, a maggio, nel settore della logistica, con i tedeschi di Sennder: in quel caso è stata costituita una joint venture con l’obiettivo di rendere più efficiente l’attività di logistica di lungo raggio, sfruttando le nuove tecnologie. In pratica, grazie alla tecnologia proprietaria di Sennder, sono stato ottimizzati i carichi dei tir nel trasporto delle merci a lungo raggio.
Più di 3 mila partecipanti, 117 Paesi, 53 capi di Stato e un solo obiettivo: salvare il pianeta. Il tema della sostenibilità è, infatti, uno dei più importanti nell’agenda dei big che si riuniscono in Svizzera oggi per discutere come affrontare le principali sfide globali. Quest’anno, le sfide sono quasi tutte di natura ambientale. Come da tradizione, a preparare il terreno per i lavori che si svolgeranno sulle montagne di Davos è il Global Risk Report dello stesso World Economic Forum. In questa quindicesima edizione, per la prima volta, le prime cinque posizioni della classifica dei rischi globali più temuti sono occupate da questioni ambientali, preoccupazioni che nel 2010 non figuravano neanche nell’elenco, ma che oggi generano quello che il vicepresidente della EIB Alexander Stubb ha definito «un nuovo disordine globale».

Altri 208 milioni di euro in favore dei comuni e territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto interessati dagli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nel mese di novembre 2019.
I 208 milioni di euro vanno a sommarsi al primo stanziamento di 100 milioni di euro deciso il 2 dicembre 2019. Nella seduta del 17 gennaio 2020 il consiglio dei ministri ha deliberato lo stanziamento di altri 208 milioni di euro a favore dei territori colpiti dal maltempo dello scorso autunno.
Costa 90 cent al giorno l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattia professionali dei soggetti beneficiari di reddito di cittadinanza (Rdc), impegnati in un Puc (progetti utili alla collettività) organizzati dai comuni. Lo stabilisce l’Inail con la determina n. 3/2020, approvata dal ministero del lavoro con decreto n. 5/2020 (in attesa di registrazione alla corte dei conti). L’attivazione e la gestione della copertura assicurativa avviene tramite piattaforma GePI.
Può fare richiesta dell’Ape sociale anche chi ha perfezionato i requisiti negli anni passati, non solo chi li matura nel corso del 2020. Lo precisa l’Inps nel messaggio n. 163/2020, anticipando la novità della proroga al 31 dicembre 2020 dell’anticipo pensionistico operata dalla legge n. 160/2019 (legge bilancio 2020). In attesa delle future istruzioni, l’Inps aggiunge, inoltre, che dal 1° gennaio è possibile presentare le domande.
L’Ape sociale è la facoltà di mettersi a riposo prima, in attesa di maturare l’età per la pensione di vecchiaia (67 mesi nel 2019 e 2020), a chi ha almeno 63 anni e versa in situazioni di disagio economico.

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  • Il governo ci ripensa Pronto nuovo stop ai monopattini
Ad appena 20 giorni dall’entrata in vigore dell’equiparazione dei monopattini alle biciclette per quanto riguarda le regole per la circolazione, il Mit valuta di tornare alla sperimentazione del decreto Toninelli. A darne notizia è stato il sottosegretario ai Trasporti Roberto Traversi durante un convegno. Eugenio Comincini di Italia viva, primo firmatario dell’emendamento che aveva inserito la norma sui monopattini nella legge di bilancio, ha parlato di «clamorosa retromarcia che schiaccerebbe le attese di cittadini e investitori e darebbe un vero e proprio schiaffo al Parlamento», poiché l’equiparazione era arrivata con un accordo politico. Legambiente denuncia «il pregiudizio del Mit per la micromobilità elettrica» e annuncia proteste in piazza se si tornerà indietro.

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  • «Monopattini elettrici, le regole vanno cambiate»
A 21 giorni dall’entrata in vigore, saranno riviste le norme sulla circolazione dei monopattini elettrici. «Nel decreto Milleproproghe definiremo regole più chiare per la micromobilità — ha detto ieri il sottosegretario ai Trasporti Roberto Traversi (M5S), durante il suo intervento alla la presentazione del “Focus 2R” sulle due ruote redatto da Confindustria Ancma e Legambiente — superando così quell’emendamento, inserito nella legge di Bilancio, che ha equiparato i monopattini alle bici, scardinando quanto di buono aveva fatto l’ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli». Traversi, con il Corriere va oltre: «È stato un passo indietro perché l’equiparazione, per quanto comprensibile negli intenti a favore di una mobilità più green, ha delle criticità». Il sottosegretario fa degli esempi: «I monopattini non sono pensati per la circolazione su strada ma oggi possono circolare sulle strade extraurbane dove le auto possono viaggiare sino a 90 km/h e proprio per queste peculiarità e per gli ambiti in cui circolano serve un approccio prudenziale ed è opportuna una sperimentazione. Non si può modificare questo settore a colpi di emendamenti ma serve un processo più organico e, se le tempistiche coincideranno con la votazione del nuovo Codice della strada, valuteremo questa opzione».

 


  • Dagli italiani 457 miliardi alle imprese Private banking in prima fila con 125
La domanda su quale porzione di ricchezza delle famiglie italiane vada a finanziare l’economia reale ha finalmente una risposta: su 4.200 miliardi di euro di patrimonio finanziario complessivo, 1.306 finiscono direttamente, indirettamente o anche involontariamente a far girare il motore delle imprese produttive del nostro Paese. Escludendo però gli 860 miliardi che gli italiani impiegano nelle proprie aziende di famiglia, restano 445,6 miliardi investiti direttamente (poco) o indirettamente attraverso fondi, intermediari e anche attraverso i depositi bancari. Ad analizzare i mille rivoli con cui i risparmi degli italiani finiscono alle imprese del Paese è l’ultimo «Quaderno di ricerca Intermonte», che sarà presentato oggi, realizzato in collaborazione con la School of management del Politecnico di Milano e con il contributo dell’Aipb (associazione italiana private banking). I risultati sono molteplici e interpretabili a seconda di come si voglia guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
  • Le sale d’attesa le aree a maggior rischio
A chi non è capitato di andare al Pronto soccorso e scontrarsi con lunghe attese, sovraffollamento e scarse informazioni? Condizioni che possono sfociare in aggressioni sia verbali sia fisiche. Ma l’anedottica – si sa- non fa scienza. Per questo Gabriele D’Ettorre, direttore del Servizio di prevenzione e protezione dell’Asl di Brindisi, ha fatto una revisione di 60 articoli tratti dalla letteratura scientifica internazionale dal 2007 al 2017, concentrandosi su quelli che sono i fattori predittivi degli episodi di violenza e sulle strategie di prevenzione. Un dato fa scalpore: a livello globale la frequenza degli episodi di violenza nei confronti degli operatori sanitari nei Pronto soccorsi arriva fino all’88%. Non si tratta di un dato omogeneo, nel senso che c’è difformità nella definizione di violenza (verbale, minacce, fisica), ma è sicuramente un segnale che il problema c’è e le misure oggi in vigore non sono sufficienti.
  • La tecnologia cambia faccia al mercato delle assicurazioni
Viaggiare su vetture connesse sta diventando la normalità. L’aumento esponenziale della tecnologia presente sulle quattro ruote ha portato profondi cambiamenti anche in settori collegati, come nel caso delle assicurazioni. Tutto è partito dalla diffusione della scatola nera, ovvero un dispositivo elettronico che, come succede da lunghissimo tempo negli aerei, è in grado di registrare e comunicare una lunga serie di informazioni legate alla vettura, ai suoi movimenti e al suo conducente. Le norme che regolano le assicurazioni con scatole nere sono contenute nella legge sulla Concorrenza del 2017. La legge obbliga le compagnie assicurative ad applicare significativi sconti sulla Rc Auto a tutti gli automobilisti che scelgono di installare sulla propria auto una scatola nera. Nel dettaglio la scatola nera è in grado di localizzare la posizione del veicolo via Gps, calcolare la percorrenza del veicolo con precisione, monitorare lo stile di guida del conducente e, naturalmente, fornire informazioni utili sulla dinamica di un sinistro stradale in caso di contenzioso.
  • Ecosistema della sicurezza e polizze su misura
Per molti decenni l’acquisto della polizza auto era un’operazione standardizzata e il relativo premio assicurativo era legato a pochi fattori. Vent’anni fa il costo per l’automobilista veniva costruito in base a poche variabili mentre oggi ve ne sono molte di più. La direzione è completamente diversa grazie soprattutto alla tecnologia assicurata dalle scatola nere in grado di garantire una maggiore profilazione del cliente e di conseguenza di costruire una polizza che risponde alle sue esigenze. Tra le compagnie assicurative più attive spicca Unipol, come dimostra già dal 2003 l’abbinamento in via sperimentale ai propri contratti Rca della black box denominata “Unibox”, distribuita su scala nazionale due anni dopo.