Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il governo preferisce non intervenire nella matassa che lega Mediobanca e Generali e dunque resta spettatore nella battaglia per il controllo del leone di Trieste, che sta mettendo in apprensione la comunità finanziaria e il Copasir, il Comitato per la sicurezza della Repubblica, che ha aperto un’indagine sui rischi di scalate ostili dei gioielli italiani. Il punto l’ha fatto lo stesso esecutivo ieri alla Camera, rispondendo ad un question time che aveva coinvolto direttamente il ministero dell’Economia. Ma con esiti scarsi. Non ha infatti convinto i deputati l’esposizione fornita all’interrogazione di Forza Italia sui movimenti azionari in Mediobanca (ieri -1,32% in borsa) e Generali (-1,25%) con il rischio, paventato dagli interroganti, di perdita dell’italianità per due pilastri del sistema finanziario nazionale. La querelle è stata affidata dal Tesoro al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che ha illustrato però solo una fotografia dell’attuale status quo, dopo i forti acquisti di Leonardo Del Vecchio su piazzetta Cuccia, delegando poi alla Consob il controllo dei corsi.
Il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza, che ha anche il controllo sull’operato dei servizi segreti), presieduto da Raffaele Volpi in rappresentanza della Lega, ha previsto le audizioni della Banca d’Italia e della Consob su possibili scalate dall’estero a imprese strategiche nazionali, quali Unicredit e Generali. È lecito chiedersi, allora, se questa materia sia diventata una questione di sicurezza nazionale o se, invece, si stia andando «ultra fines», cioè si stiano superando i limiti di competenza. Certamente un’apposita disciplina protegge gli asset economici e finanziari, che costituiscono un preminente interesse dello Stato dal «golden power» alla «golden share» fissando precisi doveri e obblighi di segnalazione. Il tutto è inquadrato, poi, nella normativa comunitaria. Esiste, altresì, a livello di governo, con la partecipazione delle principali autorità con competenza in materia, il Comitato per la stabilità finanziaria, istituito presso il Tesoro.
Un punto a loro favore le compagnie italiane lo hanno appena ottenuto grazie al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il 27 dicembre, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea la modifica del calcolo del volatility adjustment previsto dalla normativa Solvency II, che consente l’attivazione dello scudo anti spread con una soglia più bassa, passata da 100 a 85 punti base. Più volte le compagnie italiane si sono lamentate della complessità del volatility adjustment che in passato, quando lo spread sui Btp italiani si è infuocato, non ha funzionato da rete di protezione. Richieste che sono state ascoltate da Gualtieri quando era presidente della commissioni affari economici e monetari europei (Econ) che ha lavorato per inserire correttivi, consapevole che in ballo ci sono investimenti a lungo termine di un settore che vale 840 miliardi, il 50% del pil.
Le modifiche allo statuto di Cattolica, che i soci dissidenti vogliono portare in assemblea straordinaria, non avranno effetto sull’attuale cda. I legali interpellati dal consiglio d’amministrazione della compagnia scaligera frenano quindi sui propositi di mettere nel mirino la posizione del presidente Paolo Bedoni. L’iniziativa dei soci Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero punta a inserire nello Stato norme sull’età massima dei consiglieri, fissata in 75 anni, e sui limiti ai mandati all’interno del board. Tutto legittimo, hanno sottolineato i legali, secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, tranne nell’eventualità che le norme abbiano effetto retroattivo e possano portare alla decadenza immediata e senza giusta causa di alcuni consiglieri, tra i quali lo stesso Bedoni, in scadenza nel 2021, al vertice della compagnia dal 2006 e consigliere dal 1999.
Al via l’accordo di distribuzione tra Banca Popolare Sant’Angelo e Net Insurance. Si tratta di una partnership che prevede lo sviluppo di un’offerta focalizzata su alcuni specifici prodotti: Pmi Impresa Agricola, Pmi Commercio, Pmi Artigianato e prodotti digitali, a partire da coperture legate al mondo del Travel. Il focus sarà in particolare sul prodotto legato al mondo dell’agricoltura.
Ha preso il via Grifotech, la quinta società del gruppo Grifo Holding. Si tratta di una start up dedicata all’Insurtech con l’obiettivo di offrire all’industria assicurativa una nuova offerta di servizi, di relazione con il cliente e di modelli di business. Si amplia così il raggio d’azione di Grifo Holding, guidata da Bernardo Franchi (ex gestore di reti di consulenti finanziari), che sotto un unico cappello ha raccolto diverse attività per innovare nel settore assicurativo, con un modello multicanale

L’automotive frena ancora. Secondo i dati dell’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica, il comparto italiano, nello scorso novembre, ha registrato un calo del 4,2%. E il Piemonte, tra i principali protagonisti del settore, cerca soluzioni per invertire il trend. Con un tavolo comune tra i sindacati e la Regione presieduta dal governatore forzista Alberto Cirio.
Il segno negativo perdura dal mese di luglio del 2018. Ed è il 17esimo consecutivo. Nei primi undici mesi dell’anno appena concluso, in particolare, la variazione tendenziale è in diminuzione del 9,5%, mentre la produzione di autovetture, sempre in riferimento al 2019, è in pesante ribasso: meno 20% rispetto allo stesso periodo del 2018.
La Corte di appello di Torino, confermando la decisione di primo grado del Tribunale di Ivrea, ha condannato l’Inail a erogare una rendita vitalizia da malattia professionale al cittadino che si era rivolto, a questo fine, alla giustizia.
Il ragionamento della Corte (e del Tribunale) è presto detto: «Ci sono solidi elementi per affermare un ruolo causale tra l’esposizione… alle radiofrequenze da telefono cellulare e la malattia insorta…», giacché dalle consulenze tecniche richieste dai giudici si evince che i «campi elettromagnetici ad alta frequenza» sono «concerogeni possibili per l’uomo».  Onestamente, tra il «possibili» e il «solidi» c’è di mezzo un mare di dubbi e di riflessioni scientifiche e non, ma tant’è: almeno sino a una decisione della Cassazione questa è la sentenza che va rispettata e onorata.

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  • Istat Pensioni, il 36,3% sotto i 1.000 euro lordi
36 ,3% dei pensionati in Italia riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi, il 12,2% non supera i 500 euro. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro. Lo rileva l’Istat. Il divario di genere è a svantaggio delle donne: affollano le fasce di reddito sotto i 1.500 euro. La spesa totale nel 2018 è stata di 293 miliardi
  • “Del Vecchio non ha ancora chiesto di salire in Mediobanca”
A quattro mesi dal blitz in-Mediobanca, Leonardo Del Vecchio non ha ancora chiesto «alle autorità di vigilanza competenti» il via libera per superare la soglia del 10% per puntare al 20%. E con la quota attuale non può da solo cambiare il cda o nominare l’ad. A fare il punto sulla presenza del numero uno di Essilor Luxottica in Piazzetta Cuccia e, a cascata, sulla partecipata Generali, è stato il ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Con in mano gli elementi forniti dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, D’Incà ha risposto a una interrogazione, presentata dal deputato di Forza Italia Mauro D’Attis, sugli interrogativi sollevati dall’ingresso di Delfin, la holding di Del Vecchio, fino al 9,9% di Mediobanca, in occasione dell’uscita di Unicredit dal suo capitale.

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  • Terremoto, spesi solo 49 milioni per la ricostruzione
Un Paese bloccato, ingabbiato dalla burocrazia. Con pochi soldi per la manutenzione delle infrastrutture, con l’Anas che realizza solo il 39% degli investimenti programmati, e i concessionari autostradali fermi al 2,2% degli interventi su ponti e gallerie. Ma incapace anche di spendere i soldi quando ci sono, come per la ricostruzione del Centro Italia dopo il sisma del 2016. Per le opere pubbliche, e attraverso le ordinanze del Commissario, quindi con una corsia preferenziale, sono stati programmati 2,1 miliardi di euro di investimenti, su un danno stimato dalla Protezione Civile di almeno 7 miliardi. Quaranta mesi dopo il terremoto, dice l’Ance, la spesa effettiva è di appena 49 milioni di euro. La ricostruzione privata non va meglio. Erano attese 90 mila pratiche di ricostruzione con il contributo pubblico delle abitazioni danneggiate, ne sono arrivate finora 11 mila. Quelle accolte sono meno di 4 mila, le altre seguono la trafila di una complicatissima istruttoria, che impiega in media un anno per concludersi. Le case già riparate, nei 138 comuni del cratere, sono poche centinaia. Disponibili sul piatto ci sono 13 miliardi di euro, che sicuramente non basteranno, ma al momento i fondi erogati dagli Uffici ricostruzione non arrivano a un miliardo.
  • Niccolò in carrozzina, morto per una buca
Niccolò aveva 21 anni e dalla nascita lottava contro la sindrome di Duchenne, la più grave delle distrofie muscolari, un male che lentamente ma inesorabilmente conduce all’immobilità. All’università, Lettere antiche, si batteva ogni giorno tra mille ostacoli ma era così dolcemente grintoso da diventare un leader tra gli studenti. In città, sulla carrozzella, si muoveva come tutti i disabili a fatica tra auto in sosta e intralci di ogni tipo. E quando lunedì all’ora di pranzo è uscito dalla biblioteca di Lettere, in piazza Brunelleschi nel centro di Firenze, la carrozzina elettrica è finita in una buca e si è ribaltata, Niccolò Bizzari ancora una volta non ha avuto paura. Ha battuto la testa sull’asfalto. «Ho un bel bernoccolo», ha detto agli amici.  Ed invece dopo poco il braccio destro di Niccolò ha smesso di funzionare. All’ospedale di Santa Maria Nuova sembrava stare meglio. Poi in serata, a sorpresa, una crisi, il cuore che impazzisce e poi si ferma. Non è stata una fatalità, forse. Quella buca, una delle tante che affliggono Firenze e tante altre città, non ci doveva essere e comunque doveva essere riparata prima. La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo e ha disposto l’autopsia sul corpo di Niccolò. Il pm Alessandra Falcone vuole capire se esiste un collegamento tra quella caduta, il trauma cranico e la crisi cardiaca che ha ucciso lo studente. Prima che gli operai coprissero la buca, i vigili urbani hanno compiuti rilievi e dunque sarà anche valutato quanto fosse pericolosa quello squarcio sull’asfalto e quale fosse il livello di sicurezza in quel punto. Un’altra inchiesta è stata aperta dall’Asl Toscana. Non sembrano ci siano stati errori al Pronto soccorso ma i medici, colpiti e addolorati dalla morte del giovane, vogliono avere la sicurezza che i soccorsi siano stati efficaci.
  • l conto della previdenza ha raggiunto il 16,6% del Pil
Dal report sfornato ieri dall’Istat sulle «Condizioni di vita dei pensionati 2017-2018» emerge un quadro di contraddizioni e di trend preoccupanti. Innanzitutto il peso della spesa previdenziale (comprensiva delle prestazioni assistenziali) sul Pil è passata dal 14% del 2000 al 16,6% del 2018. Incremento dovuto a più fattori: invecchiamento della popolazione; bassissima crescita dell’economia; aumento della spesa per assistenza. Nel 2018 lo Stato ha speso 293,3 miliardi di euro (+2,2% sul 2017) per pagare 22,8 milioni di prestazioni a 16 milioni di pensionati (ci sono infatti 5,1 milioni di anziani che prendono più di una pensione, per esempio le donne con la reversibilità). Ma nella spesa totale sono compresi 23 miliardi per 4,3 milioni di prestazioni assistenziali (invalidità civile, assegni sociali, pensioni di guerra) e altri 4,2 miliardi per 716mila rendite erogate per infortuni sul lavoro e malattie professionali.
  • Nuovo sciopero degli investimenti E cresce la liquidità ferma in banca
Lo stock dei depositi da parte di società non finanziarie presso le banche italiane è di oltre 318 miliardi, di cui 300 nei conti correnti. Tra dicembre ‘18 e novembre ‘19 questo gruzzolo è cresciuto del 14,2% e i mesi caldi sono stati agosto, settembre e novembre dell’anno appena finito. In 8 anni i capitali liquidi depositati in banca sono addirittura raddoppiati. La stessa Abi ci dice che nel 2019 i depositi di famiglie e imprese sono cresciuti di ben 83 miliardi (per avere un termine di paragone basti pensare che tutta la spesa dei turisti stranieri in Italia vale 46 miliardi). Cosa sta capitando quindi? 1. Si è interrotto il ciclo virtuoso degli investimenti che si è manifestato da metà 2014 fino al 2018. 2. Anche le imprese che fanno lodevolmente profitti in quest’epoca difficile alla fine scelgono di parcheggiare le risorse sui conti correnti invece di investirli sull’attività. 3. Tutto ciò è preoccupante perché viviamo un momento di grande discontinuità tecnologica e servirebbe tenere il passo dei concorrenti che innovano a passo spedito

  • Delfin non ha chiesto di salire sopra il 10%
Rispondendo a un’interrogazione di Forza Italia sui recenti movimenti che hanno portato Leonardo Del Vecchio, già azionista di rilievo di Generali con una quota intorno al 5%, a un passo dal 10% nel capitale di Piazzetta Cuccia – interrogazione che in realtà era diretta al ministro del Tesoro Roberto Gualtieri – il ministro dei rapporti col Parlamento Federico d’Incà ha confermato che «a oggi Delfin non ha presentato alcuna istanza formale alla competente autorità di vigilanza volta ad accrescere la propria interessenza in Mediobanca sopra le soglie autorizzate vigenti pari al 10%».
  • Statuto Cattolica: sì alle modifiche, no alla retroattività
Quattro pareri legali più o meno tutti con lo stesso tono: le modifiche statutarie proposte dai soci dissidenti di Cattolica sono legittime. Tuttavia, come riferito da Radiocor Il Sole 24 Ore, non possono avere effetto retroattivo e quindi produrre la “caduta” dell’attuale consiglio di amministrazione che era invece una delle ambizioni chiave del gruppo di soci guidati da Massimiliano Cagliero e Francesco Brioschi. I consulenti, in particolare l’avvocato Mario Cera, lo studio Marchetti, lo studio Tremonti e l’avvocato Matteo Rescigno (scelto dal comitato per il governo societario e la sostenibilità) hanno puntato il dito proprio contro il meccanismo della decadenza del cda, cosa che a loro avviso non può avvenire a mandato in corso. Poiché allo stato non si ravvisa alcuna giusta causa che possa supportare una simile manovra senza il pericolo di far scattare richieste risarcitorie.