Effetto Capodanno cinese e coronavirus anche sul mercato delle spedizioni merci. Alcuni vettori marittimi e aerei hanno già iniziato a risentire della minore domanda di trasporto merci e per questo hanno cancellato o ridotto alcune partenze di linee regolari fra l’Estremo Oriente e l’Europa. «L’epidemia in corso in Cina, in un mondo reso piccolo dalla globalizzazione, avrà conseguenze non solo in termini di vite umane», avvertiva ieri Fedespedi, la federazione italiana degli spedizionieri merci, in una nota agli associati. «Prolungamento della chiusura per la festività del Capodanno cinese deciso dalle autorità, fino al 2 febbraio ma in alcuni luoghi fino al 9 febbraio, annuncio da parte del presidente Usa di stare valutando il blocco dei voli, sospensione dei collegamenti da parte di alcune compagnie aeree, le misure di isolamento prese per contenere il virus, avranno ripercussioni anche su trasporti e catena logistica. Le interruzioni nei collegamenti, alla ripresa comporteranno inevitabili accumuli e ritardi».
Anche secondo Peter Sand, analista di Bimco, la combinazione di questi fattori avrà un impatto negativo sia sulle navi portacontainer che sulle bulk carrier, fortemente dipendenti dalla domanda cinese: «La situazione sta evolvendo rapidamente e non è ancora sotto controllo. Se dovesse complicarsi ulteriormente, il ruolo della Cina come hub mondiale dell’industria potrebbe portare a una riduzione degli stock e a tagli della produzione».
Anche Cathy Morrow Roberson, fondatore di Logistics Trend & Insights, ha sottolineato che «con l’emergenza coronavirus vari Paesi stanno imponendo restrizioni ai viaggi verso la Repubblica Popolare, limitandone di conseguenza l’accessibilità, con ricerca da parte delle aziende manifatturiere di altri mercati dove poter produrre ed esportare merci e potenzialmente perfino di generare una fase di recessione». Nomura evidenzia poi come l’emergenza sanitaria possa impattare in particolare sull’industria automotive, compreso l’indotto delle parti di ricambio e della tecnologia. La banca giapponese parla di elevato rischio per la catena logistica delle merci a livello mondiale.
Molti vettori aerei stanno chiudendo i voli riducendo l’offerta di stiva disponibile per il cargo e le tariffe di trasporto ne stanno già risentendo. Rimarranno attive con ogni probabilità tutte le compagnie aeree cinesi. Nella Repubblica Popolare si segnalano riduzioni del traffico fluviale merci anche sul fiume Yangtze, così come è attesa una forte limitazione del trasporto merci via ferrovia dal Far East all’Europa, specie riguardo a consegne di pacchi e prodotti transati sui principali marketplace cinesi come Alibaba e Jd.com.
Anche il trasporto marittimo intercontinentale avrà delle conseguenze. Sempre Roberson sottolinea infatti che, se i lavoratori delle fabbriche nella provincia di Zhejiang non tornassero nelle fabbriche fino al 9 o 10 febbraio, l’assenza prolungata si rifletterebbe in minori volumi di merci da imbarcare nei porti di Ningbo-Zhousan, Taizhou e Wenzhou. Non a caso Maersk ha appena annunciato la cancellazione di un’ulteriore partenza del servizio regolare Ae7 fra Asia e Nord Europa. Daniel Richards, analista del mercato container per Msi, prevede che a breve verranno annunciati ulteriori cancellazioni da parte delle compagnie di navigazione per le prossime settimane, mentre più ottimisticamente Simon Heaney di Drewry ha ricordato che «quando ci fu la Sars tutta l’economia mondiale e gli scambi commerciali ne subirono le conseguenze, ma la ripresa fu poi rapida». (riproduzione riservata)
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