Alberto Nagello ha detto senza mezzi termini nel novembre scorso, presentando il piano industriale del gruppo di cui è amministratore delegato: Mediobanca vuole essere la banca di riferimento per la media impresa italiana. Un progetto ambizioso, al fianco di quel settore che rappresenta l’ossatura stessa del-l’economia nazionale. Aziende di me-dio-piccole dimensioni, spesso guidate dal fondatore, con grande visione dei mercati, all’interno dei quali sanno costruirsi nicchie di redditività e una straordinaria capacità di conquistare spazio all’estero. A loro Mediobanca ha dedicato la seconda edizione della Midcapconference, che ha richiamato a Milano, nella sala assemblee di via Filodrammatici, 24 società quotate, 64 investitori istituzionali per un totale di 38 case di investimento e 103 società non quotate presenti, con 138 rappresentanti. Il tutto ha dato vita a 290 meeting faccia a faccia volti a presentare alle società le opportunità che la finanza può offrire in tema di strumenti di crescita. Un gruppo di aziende particolarmente vivaci, capaci di rappresentare il futuro di alcuni settori, con grandi opportunità imprenditoriali che potrebbero, in alcuni casi, arrivare fino alla quotazione in Borsa. «Il nostro focus — ha detto Francesca Anzeloni Bignotti, managing director di Mediobanca e responsabile della seconda edizione della Midcap conferente — è stato sul tema della crescita, non solamente finanziaria. Volevamo offrire a queste aziende, a questi imprenditori, l’opportunità di confrontarsi in un clima positivo dove potessero pienamente valutare le potenzialità che il mercato offre loro indipendentemente dalle dimensioni del fatturato. Così abbiamo puntato sull’eccellenza e siamo riusciti a mettere assie-me una parte importante dell’Italia che funziona e che continua quotidianamente a conquistare quote di mercato soprattutto all’estero, dominan-do nicchie chiaramente identificabili e in cui sono spesso insostituibili». Tra le più di cento imprese che hanno rappresentati tutti i settori principali. Non solamente il celebratissimofood, ma anche l’automotive, la meccanica, la cantieristica, addirittura l’energy. Tra le sei aziende che Mediobanca ha chiamato a testimoniare la propria vicenda imprenditoriale, ha colpito in maniera particolare la storia della Amf di Bassano del Grappa. Fondata a metà degli anni Novanta da Carmen Toffanello e dal marito Andreas è partita letteralmente da zero.

Fashion system
«Non eravamo in un garage — ha rac-contato Toffanello — ma le nostre scrivanie ce le siamo create da soli, io e mio marito, con un seghetto e un pia-no di legno: erano bellissime, dei capolavori». Amf lavora nella catena della moda. Grande elasticità produttiva e primo cliente in Germania, Hugo Boss. Primi prodotti i bottoni, poi pelletteria, bijoux, lavorazione del metallo e della pelle, ogni tipo di accessorio utilizzato nella catena dell’abbigliamento e della pelletteria. Con clienti che sono tutti i grandi nomi delfashion system mondiale. Una crescita costante ma contra-stata, passata attraverso la morte di Andreas nel 2013, il coinvolgimento della loro figlia in azienda e alcune esperienze non proprio felici con alcu-ni fondi per arrivare a produzioni «realmente sostenibili e non sono operazioni di green washing», sottolinea Toffanello. «Il fil rouge che ha unito tutte le cento e più aziende che abbiamo portato a Milano—continua Anzeloni Bignotti —è che sono animate da una grande forza, interpretano lo spirito di imprenditori che hanno saputo avere un approccio visionario al business e che in molti casi le hanno costruite dal nulla. Sono la rappresentazione di un tessuto imprenditoriale vivace, con grandi capacità creativa e una dinamicità che non si riscontra altrove».11 progetto di Mediobanca per le Mid cap è a tutto tondo: dal leasing al factoring, alle operazioni più strutturate di finanza straordinaria odi apertura del capitale.

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