I costi legati ai premi ricorrenti limitano i rendimenti attesi del prodotto, alimentati dalla gestione separata Forever
di Fausto Tenini e Alessandro Lazzari * (Assinews)
ITAS Risparmio Libero è un contratto di assicurazione sulla vita rivalutabile a premi unici ricorrenti, con la possibilità di effettuare versamenti aggiuntivi. Le prestazioni assicurate sono contrattualmente garantite dalla società e si rivalutano su base annua in base al rendimento della gestione separata Forever. La prestazione assicurativa in caso di vita dell’assicurato alla scadenza del contratto prevede la corresponsione di un capitale assicurato rivalutato ai beneficiari designati, e anche in caso di decesso dell’assicurato, nel corso della durata contrattuale, la società liquiderà il medesimo importo. E’ inoltre prevista una prestazione complementare facoltativa, definita Domani Sicuro, che comporta che, in caso di decesso del cliente nel corso della durata contrattuale, il completamento del piano di versamento dei premi unici ricorrenti residui sino a scadenza venga sostenuto dalla società a decorrere dall’annualità successiva a quella del decesso, fino ad un importo massimo annuo di due mila euro. L’integrazione della società, in caso di decesso del cliente, ha quindi un cap piuttosto contenuto. Il cliente, trascorsi dodici mesi dalla data di decorrenza del contratto, potrà richiedere riscatti, parziali o totali, della propria posizione. I premi netti vengono investiti nella gestione separata Forever, e la società di assicurazioni garantisce un rendimento minimo annuo composto pari allo 0%. Le maggiorazioni progressivamente riconosciute restano definitivamente attribuite al contratto. Tra le opzioni contrattuali si segnala la possibilità di conversione in rendita. E’ prevista la possibilità di convertire il capitale in rendita se il controvalore della rendita annuale non risulta inferiore a 6 mila euro. E’ inoltre prevista la possibilità per il contraente di effettuare versamenti unici aggiuntivi nel corso della durata contrattuale. Il totale dei premi unici aggiuntivi versati non potrà superare l’importo di 100 mila euro, e l’importo minimo dei premi unici aggiuntivi non potrà essere inferiore a 300 euro ciascuno. La durata contrattuale può essere fissata, a scelta del cliente, da un minimo di 5 anni ad un massimo di 20 anni. La fotografia che si scatta a fine ottobre 2019, quindi molto aggiornata, per il motore finanziario sottostante al prodotto, ovvero la gestione separata Itas Forever, esprime un rendimento annuo di periodo pari al 2,63% al lordo dei costi. In crescita rispetto a quanto visto nei semestri precedenti. Anche a livello di composizione di portafoglio i dati sono aggiornati a inizio inverno, e quindi permettono di comprendere la visione dei gestori in merito alle attività finanziarie da cavalcare per continuare a produrre risultati stabili negli anni a venire. Da segnalare un peso non eccessivo, oggi pari al 33% del portafoglio, destinato alle obbligazioni di Stato italiane. Se è vero che i Btp continuano a pagare molto di più di altri asset in valuta comunitaria, evidentemente la società non vuole esporsi più di tanto al rischio idiosincratico del debito italiano. E così il 50% del basket è appoggiato su altre emissioni governative in euro, in grado di apportare maggior sicurezza e diversificazione. I bond corporate sono meno evidenti, fermandosi al 10% circa, mentre il 7% del capitale è appoggiato su fondi diversificati, in grado di spalmare al meglio i fattori di rischio. Scarsa la presenza di specifiche azioni quotate in euro. Il Kid evidenzia scenari prospettici blandi, supponendo un versamento annuo di 1000 euro, principalmente per via dell’impatto dei costi rispetto al rendimento lordo generato dalla gestione finanziaria. Dopo 10 anni di investimento, l’orizzonte temporale suggerito, lo scenario di stress segnala una perdita media annua potenziale dello 0,44%. Mentre lo scenario più favorevole evidenzia un potenziale guadagno medio annuo, già al netto dei costi, limitato allo 0,07%, di fatto la conservazione del capitale dopo 10 anni nella migliore delle ipotesi. D’altronde i costi sono fotografati al 2,02% annuo sul lungo termine, e lievitano al 2,95% dopo soli 5 anni di investimento. (riproduzione riservata)