In Cina isolate cinque città e 20 milioni di abitanti. Due falsi allarmi in Italia. Pechino intanto ordina alle agenzie di viaggio di bloccare i tour internazionali

di Mattia Franzini

Non si arresta la preoccupazione per la diffusione del virus cinese, che per qualche ora si è sospettato avesse fatto la sua comparsa anche in Italia. Finora sono stati confermati 900 casi di persone infette in tutto il mondo e con almeno 26 morti in Cina, dove è stato scoperto il virus nCOV-2019. Sono state isolate quattro città oltre a Wuhan (focolaio iniziale): Huangshi, Huang-gang, Ezhou e Xianning, che insieme riuniscono più di 20 milioni di abitanti. Le autorità di Pechino hanno anche disposto la chiusura di alcune parti della Grande Muraglia e ordinato alle agenzie di viaggio di interrompere la vendita di tour interni e internazionali. Il giro d’affari del turismo cinese all’estero ha toccato nel 2018 i 130 miliardi di dollari. Chi invece ritorna a Pechino proveniente dalle zone a rischio contagio viene esortato a rimanere a casa per 14 giorni. In Italia, due musiciste di rientro da Wuhan, cittadina focolaio del virus, hanno manifestato sintomi influenzali a Bari e Parma, ma dopo alcuni controlli non sono risultate infette. Sospetti anche in Francia, a Bordeaux, per un paziente con sintomi di febbre e tosse rientrato dalla Cina dove era stato in contatto con persone a Wuhan. Negli Usa invece le autorità hanno confermato il secondo caso a Chicago. L’Organizzazione mondiale della sanità finora ha detto che il virus non rappresenta un’emergenza sanitaria globale, nonostante l’attenzione resti alta. (riproduzione riservata)

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