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Per ogni cliente il professionista sarà tenuto a individuare il rischio inerente e specifico. Il rischio effettivo del cliente e delle prestazioni è determinato sulla base della media ponderata dei primi due rischi. È quanto prevedono le nuove norme tecniche redatte dall’organismo di autoregolamentazione del Cndcec e avallate dal Comitato di sicurezza finanziaria.
Il ruolo degli organi di autoregolamentazione. Il ruolo degli organi di autoregolamentazione nasce dall’art. 3, punto 5 della quarta direttiva recepito dall’art. 11 dal dlgs 90/2017 che modifica il dlgs 231/07. Essi, in estrema sintesi, hanno il compito di «adattare» la normativa antiriciclaggio (da sempre pensata per gli istituti bancari e finanziari) alle specificità tecniche del mondo dei professionisti.
Cyber risk in cima alle preoccupazioni delle aziende di tutto il mondo. Italia compresa. Le grandi violazioni di dati e gli scandali sulla privacy registrate nell’ultimo anno su scala globale, unite agli incidenti e interruzioni IT e all’introduzione di norme più severe in materia di protezione dei dati, hanno fatto suonare il campanello d’allarme nelle stanze dei bottoni delle imprese. Stando almeno ai dati dell’inchiesta condotta da Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) su 2.415 esperti (ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi) provenienti da 86 Paesi i cui risultati sono stati sintetizzati all’interno dell’Allianz Risk Barometer 2019.
Formazione di nuovi gruppi criminali, furti con l’uso di dati biometrici, attacchi alla supply chain, ai sistemi di pagamento online e sfruttamento del social engineering. Sono questi i principali rischi informatici destinati a segnare l’anno appena iniziato. Stando almeno alle previsioni degli esperti di Kaspersky Lab realizzate sulla scorta dell’andamento del 2018.

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Negli ultimi 12 mesi hanno investito 300 milioni a testa per salire di peso in Generali, puntando entrambi a divenire il secondo socio della compagnia. Una carta da giocare nello sviluppo dei loro gruppi, sempre meno italiani e più globali
Parla il ceo della compagnia Marco Sesana: “Con il piano triennale al 2021 previste anche 1.050 assunzioni, 900 in Alleanza e 150 nella Country. Vogliamo essere partner di vita per le famiglie”
Il mercato assicurativo ha ancora grandi prospettive di crescita. Nelle polizze danni la torta si amplierà molto e la concorrenza di nuovi e vecchi operatori non ci preoccupa. Nei prossimi anni avremo risultati in crescita». Marco Sesana. country manager & ceo di Generali Italia, spiega gli obiettivi del business plan 2019-2021 della compagnia triestina, che prevede altri 300 milioni di investimenti, 1.050 assunzloni e cinque priorità strategiche: una nuova generazione di polizze Integrate con prevenzione, servizi e tecnologia: un rinnovato focus sul cliente; una consulenza di valore; un’apertura a partner esterni nel cosiddetti “ecosisterng e un’evoluzione del modello operativo attraverso la tecnologia.
Ma Ania trends “vede” un 2019 incerto per i gruppi assicurativi.
Buone notizie sul fronte della raccolta assicurativa:dopo vari anni negativi si sono finalmente riallineati i pianeti e nel 2018 entrambi comparti hanno avuto un segno più.

Non siamo ancora nel peggiore dei mondi possibili, ritiene il banchiere Alessandro Decio. Ma bisogna continuare a investire, perché l’export sia il volano dell’economia nazionale. «Dobbiamo evitare la frenata degli investimenti. Non c’è crescita dell’economia se non proseguono gli investimenti che poi aumentano i posti di lavoro», dice Decio. Ex Unicredit e Ing, 53 anni, è amministratore delegato di Sace da due anni e mezzo. La società, ora integrata con Simest, fa capo a Cassa depositi e prestiti (dunque al Tesoro), favorisce le esportazioni e assicura i crediti delle imprese italiane in tutto il mondo. Il piano industriale della Cdp varato il mese scorso ne ha confermato l’obiettivo: proseguire la rotta come polo dell’export. Sace ha visibilità sullo scacchiere mondiale e può indicare alle aziende le strade per la crescita: «Il supporto all’export non comporta l’uso di risorse pubbliche e ha impatto positivo sull’economia, ma va sostenuto con più forza. Bisogna moltiplicare gli sforzi e non farsi prendere dall’inerzia».
  • Il Bond delle Generali e i pregiudizi negativi
La recente emissione di bond per 500 mln delle Generali ha registrato una domanda 13 volte superiore all’offerta a un tasso del 3,8% rispetto all’atteso 4,6%. Il che dimostra che i mercati finanziari riconoscono alla compagnia  e alle istituzioni grande solidità

  • Bonus-pensione fino a 3 anni ma il costo cade sulle aziende
Potrebbe costare caro alle aziende aiutare i lavoratori a raggiungere la pensione con quota 100 tramite i fondi di solidarietà bilaterali. È una chance prevista dal decreto su reddito di cittadinanza e pensioni: i fondi di solidarietà bilaterali – costituiti dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali – potranno versare un assegno straordinario per sostenere il reddito dei lavoratori che raggiungeranno i requisiti per quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2021.
In pratica, un aiuto all’uscita dal lavoro per agganciarsi poi alla pensione. L’azienda però dovrà versare al fondo: un contributo straordinario per coprire l’intero ammontare dell’assegno al lavoratore;  i contributi legati al periodo di esodo (resta da chiarire se saranno dovuti sempre o in base alle regole dei singoli fondi);  le spese di gestione che l’Inps affronterà nella gestione degli assegni.
  • Altri 50mila insegnanti pronti a uscire dalla scuola
Alla vigilia della riapertura dei termini di pensionamento che dovrà consentire ai docenti e agli assistenti tecnico-amministrativi di presentare domanda entro il 28 febbraio per uscire con 62 anni di età e 38 di contributi, il rischio di trovarsi dinanzi a una fuga di massa dalle aule appare sempre più concreto.
Al punto che potrebbero essere interessati – secondo stime sindacali – 50/60mila docenti. Che si aggiungerebbero ai 27mila (tra insegnanti e Ata) che hanno già utilizzato la finestra ordinaria (entro il 12 dicembre) sulla base dei requisiti validi fino al 2018.
A disciplinare termini e modalità della riapertura dei pensionamenti nella scuola sarà una circolare congiunta del ministero dell’Istruzione e dell’Inps. L’istituto nazionale di previdenza ha già preallertato le strutture territoriali in vista della mole di pratiche che si troveranno con tutta probabilità a gestire sin dalle prossime settimane.