PREVIDENZA

Autore: Alberto Cauzzi e Maria Elisa Scipioni
ASSINEWS 304 – gennaio  2019

È la novità principale del 2019 in materia di pensioni e rappresenta il nuovo canale di uscita anticipata dal lavoro.
62 anni è l’età richiesta e almeno 38 anni l’anzianità contributiva maturata, Quota 100 appunto.
Si ritorna così al sistema delle quote, ossia al conseguimento della pensione al raggiungimento di una determinata “soglia” data dalla somma dell’età anagrafica più l’anzianità contributiva.
Funzionava così ante riforma Fornero per anticipare il pensionamento prima dell’età di vecchiaia.

Fino al 31 dicembre 2011, infatti, per conseguire la pensione di anzianità occorreva aver maturato “Quota 96” (61 anni di età per i lavoratori dipendenti pubblici e privati e 35 anni di contributi; “Quota 97”: 62 anni per i lavoratori autonomi e almeno 35 anni di contributi per tutti), dal 2013 “Quota 97” (62 anni per i dipendenti e almeno 35 anni di contributi; “Quota 98” per autonomi 63 anni e almeno 35 anni di contributi) più la finestra mobile di 12 mesi (18 mesi per gli autonomi).

L’età minima richiesta sarebbe poi cresciuta in funzione della speranza di vita, di 3 mesi nel 2013, 4 nel 2016 e 5 mesi nel 2019.
Se non ci fosse stata la riforma Fornero per conseguire la pensione di anzianità a oggi sarebbe stato necessario conseguire “Quota 98” (62 anni di età per dipendenti privati e pubblici; “Quota 99” 63 anni di età per gli autonomi e almeno 35 anni di contributi per tutti).

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