Non c’è nulla di peggio della confusione normativa per chi si appresta a effettuare un investimento. Le novità introdotte dalla Manovra di Mlancio 2019 rischiano dl frenare bruscamente la corsa dei Pir (Piani Individuali di risparmio), contenitori fiscali all’Interno del quali i risparmiatori possono collocare qualsiasi tipologia di strumento finanziario (come azioni, obbligazioni e quote di Oicr, nonché somme di denaro liquide, con la possibilità di non pagare imposte sugli eventuali guadagni. A patto che almeno il 21% del portafoglio venga riservato a titoli di società di media o piccola capitalizzazione e che l’investimento venga mantenuto per almeno cinque anni. In due anni esatti dall’introduzione questo strumento – ideato per far diluire liquidità alle Pmi italiane – ha raccolto 15 miliardi di euro. Con 800mila sottoscrittori. molti dei quali si sono affacciati per la prima volta al mondo del risparmio gestito attratti proprio dalla facilitazione fiscale. Il futuro, però, è incerto, dato che la nuova Legge di Bilancio pone nuoti obblighi a carico dei Pir: investire almeno il 3.5% del totale sull’Aim e una quota analoga su azioni o fondi di venture capital.

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