Da luglio a settembre il reddito delle famiglie italiane è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, decisamente più marcato, mentre i consumi sono saliti dello 0,3%. Di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari all’8,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto ai precedente tre mesi.

Secondo i numeri comunicati dall’Istat, la crescita non basta quindi a contenere l’inflazione. Infatti, a fronte di una variazione dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie nel terzo trimestre dell’anno è diminuito dello 0,2%. A fronte di tali andamenti, le famiglie hanno mantenuto, grazie a una lieve riduzione della propensione al risparmio, un livello quasi inalterato dei consumi in volume.

Tra luglio e settembre, la pressione fiscale è stata pari al 40,4% del Pil, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Istat rende noto che nel terzo trimestre 2018, la quota dei profitti sul valore aggiunto delle società non finanziarie, pari al 41,4%, è diminuita di 0,9 punti percentuali rispetto al secondo trimestre, mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è aumentato di 0,1 punti percentuali, sempre in paragone ai tre mesi precedenti.