Quando,a fine dicembre, è stata celebrata con una cena di gala a Milano la nascita di Covivio, ovvero di uno dei più importanti operatori immobiliari europei creato dalla fusione per incorporazione di Beni Stabili in Foncière des Régions, Leonardo Del Vecchio non c’era, essendo immerso nei preparativi della tradizionale festa di Natale che tutti gli anni riunisce ad Agordo, in provincia di Belluno, il «popolo» di Luxottica. Un appuntamento irrinunciabile per l’imprenditore 83enne: le sue radici sono là, ad Agordo, dove è iniziata la sua storia imprenditoriale. Quest’anno, poi, è stato un party in piena regola, finito sui giornali, per cinquemila dipendenti riuniti al Palaluxottica con cena dello chef stellato Davide Oldani e canzoni di Robbie Williams.

In qualche modo, però, Del Vecchio era presente anche alla cena milanese. Lo era nelle persone e nei loro discorsi. Perché l’imprenditore è l’azionista di riferimento di Covivio con il 26,4% del capitale proforma post operazione (lo era già di Foncière des Régions, che a sua volta controllava Beni Stabili), anche se la società tiene a sottolineare l’indipendenza delle proprie decisioni strategiche.

Distacco
È la a stessa cosa che accade anche in EssilorLuxottica, la holding da 15 miliardi di ricavi e 150 mila dipendenti che controlla il produttore parigino di lenti Essilor e il produttore e distributore di occhiali italiano Luxottica, dove Del Vecchio detiene il 32% delle azioni e il 31% dei voti (il secondo socio sono i dipendenti Essilor con il 4% del capitale). Anche lì si sottolinea il totale distacco tra soci di riferimento e management, come si è visto durante d’assemblea di fine novembre a Parigi, la prima della nuova realtà. Era stata un’assemblea abbastanza infuocata con le molte domande degli azionisti sul ruolo che giocherà Francesco Milleri, amministratore delegato di Luxottica e principale collaboratore di Del Vecchio. Domande tese soprattutto a verificare il peso che l’imprenditore italiano intenderà esercitare sulla società una volta che gli attuali patti andranno a scadere nel 2020, ma che non avevano impressionato Del Vecchio. Ai giornalisti che sottolineavano la reazione parigina aveva, infatti, risposto tranquillo, «ma no, dovevano accettare questa nuova situazione e ormai lo hanno fatto e sono contenti, e io sono contento per loro».
Perché se è scontato che gruppi francesi acquistino o entrino pesantemente in imprese italiane — dall’alimentare alla moda, dalle telecomunicazioni alle banche — non è così usuale il contrario. E Del Vecchio questo ha fatto: è l’azionista di riferimento di due importanti realtà francesi. «Le aziende arrivano a un punto massimo e poi si devono unire — era stato il suo commento ad assemblea EssilorLuxottica terminata —. In Italia facciamo fatica a farlo, dovremmo imparare dalla Francia. Io sono un po’ diverso, perché ho studiato poco e vado dritto». Appunto, va dritto. Segue un suo pensiero e una sua strada, in particolare da quando a gennaio del 2016 ha ripreso pienamente le redini del gruppo.

E il 2018 è stato, sotto questo profilo, molto importante. Con la nascita di Covivio e di EssilorLuxottica Del Vecchio ha impostato il futuro delle partecipazioni industriali di Delfin, la cassaforte di famiglia per la quale ha già strutturato la successione, assegnando ai sei figli quote uguali del 12,5% e tenendo per sé il 25% e il diritto di voto. Ha scelto di non avere più la quota di maggioranza assoluta, come aveva in Luxottica, per essere parte di un gruppo di maggiori dimensioni in un mercato che chiede taglie più forti. Nel mentre, sta irrobustendo gli investimenti finanziari strategici, con i continui acquisti in Generali, dove è arrivato al 4,07% del capitale su un obiettivo dichiarato del 5% (ma qualcuno sostiene che potrebbe andare anche oltre). Anche qui troviamo un francese, l’amministratore delegato Philippe Donnet, con cui Del Vecchio ha un rapporto di grande assonanza, e infatti considera quello in Generali un investimento «strategico di lungo periodo». Come ottime sono le relazioni con Jean Pierre Mustier, il ceo (francese) di Unicredit, l’altro investimento finanziario importante di Delfin.

Mercati
Covivio, intanto, ha inaugurato il 2019 di Piazza Affari, essendo stata la prima ammissione dell’anno al Mercato telematico azionario di Borsa Italiana, con un rialzo di quasi il 3% in due giorni. «Siamo felici di dare il benvenuto a Covivio sul mercato principale di Borsa Italiana — ha detto Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investment Vehicles & Market Intelligence di Borsa Italiana —. L’operazione di fusione consente agli investitori di poter accedere a uno dei principali Real Estate Investment Trust europei, con esposizione su un importante portafoglio immobiliare già investito e una pipeline di progetti di sviluppo. La significativa capitalizzazione di mercato raggiunta dal gruppo a seguito della fusione consentirà alla società di acquisire maggiore visibilità presso gli oltre 8mila fondi di investimento internazionali presenti sui nostri mercati».
Luxottica, invece, si appresta a lasciare il listino italiano nel primo trimestre di quest’anno. Prima deve chiudersi l’Offerta pubblica di scambio lanciata da EssilorLuxottica sul titolo italiano che è stata riaperta il 12 dicembre e in vigore fino al 18 gennaio, dopo aver già raccolto il 93,3% di adesioni al primo turno. A differenza di Covivio, che ha mantenuto la doppia quotazione a Parigi e a Milano, per la nuova EssilorLuxottica si è deciso che l’unica piazza sia Parigi. Anche se Del Vecchio non ha rinunciato a portarla anche in Italia. «È un mio desiderio, ci vorrà tempo, almeno due anni», ha detto subito dopo l’assemblea di novembre. Gli stessi due anni che mancano alla scadenza dei patti che assegnano ruoli paritetici con il socio francese.

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