La nuova catastrofe non interessa ad alcun politico
di Daniele Capezzone

La lucida e acuta Juliet Samuel ha aperto il dibattito sul Telegraph: da Bruxelles arriva una nuova catastrofe (iniziamo a familiarizzare con il nome: Mifid 2), ma qui in Italia nessuno sembra accorgersene.

Premessa doverosa: nell’edizione che ho nel mio scaffale, Delitto e Castigo di Dostoevskij è lungo 600 pagine. Ecco, moltiplicate Delitto e Castigo per «undici virgola qualcosa», arrivate alla quota-monstre di 7 mila pagine fitte fitte, e comprenderete che siamo dinanzi alla «medaglia d’oro olimpica di tutti i tempi» dell’atto normativo più spaventoso, della gabbia burocratica più selvaggia e pericolosa mai immaginata da mente (perversa) umana.

Di che si tratta? Di una nuova normativa europea (lunga appunto 7 mila pagine!!!) per prevenire il cosiddetto market-abuse nel settore finanziario. E già l’impronta ideologica di fondo è autolesionistica ai limiti del masochismo più estremo: anziché avere come obiettivo la creazione di un ambiente favorevole alla crescita, tutta l’attenzione, tutto il focus europeo è concentrato su come ostacolare il cavallo, su come metterlo dinanzi a una sequenza di salti, fossati, barriere, riviere…

Tralascio, oltre a questo, l’osservazione più ovvia: chi può mai (al momento del varo di una normativa) avere il quadro d’assieme delle 7 mila pagine? Nemmeno il legislatore più geniale, nemmeno il giurista più illuminato, nemmeno l’economista più brillante può ambire a una comprensione e a una conoscenza piena di ciò che si sta per varare quando l’estensione del testo raggiunge questi livelli inconcepibili. E già per questo c’è da mettersi le mani nei capelli.

Ma entrando nel dettaglio c’è da rimanere addirittura pietrificati. Premessa: nell’eurozona la media mensile (ripeto: mensile) di transazioni riguardanti azioni di società raggiunge il numero di circa 150 milioni di operazioni. Ecco, secondo Mifid 2, per ciascuno di quei 150 milioni e passa di transazioni, le «trading firms» dovrebbero attrezzarsi per conservare oltre 60 tipi di dati e elementi (ripeto: per ciascuna operazione!!!), per un tempo di cinque anni. E per lo stesso tempo, e sempre per ogni singola transazione, dovrebbero anche conservare copia o registrazione di ogni telefonata, riunione, mail, chat e conversazione. E sto parlando solo delle transazioni riguardanti azioni. Ma regole specifiche sono previste anche per ogni altra transazione: in obbligazioni, in derivati, in altri strumenti finanziari!!!

Giudicate voi. A questo punto, per miliardi e miliardi di operazioni, ogni anno quale sarebbe il costo regolatorio, l’impazzimento burocratico, il delirio normativo? Immaginate i costi per implementare tutto, i costi per adeguarsi alla normativa, il rischio (la certezza) di sbagliare, l’essere esposti a sanzioni, il rischio (di nuovo: la certezza) di un trattamento disomogeneo di situazioni simili, eccetera eccetera. Insomma, alla follia fiscale (per cui il mondo ha aperto una sacrosanta gara ad abbassare le tasse, mentre l’Ue vuole ingessarsi in un sistema di omogeneità forzata a tasse alte), si aggiunge questa devastante bomba regolatoria fabbricata dai cuochi di Bruxelles.

Secondo voi che cosa faranno molti investitori? Non faranno forse il possibile per cercare altri «campi di gioco» (America, Inghilterra, Asia, Oceania ecc.), per andarsene altrove? Ovviamente sì. Il mondo corre, e l’Ue costruisce il proprio declino. Ma nel condominio italiano, a parte forse qualche stravagante e anomalo liberale/liberista (tipo il poverocristo che firma queste righe), e ItaliaOggi che lo pubblica, il tema non interesserà, lo si può scommettere: i più sembrano impegnati con i congiuntivi (e le analisi geopolitiche!) di Di Maio, con il canone-tv (ballerino) di Renzi, e anche (ahinoi) con un centrodestra che, se seguisse i suoi saggi elettori, potrebbe certamente trionfare, ma oggi non sa ancora se e come voglia davvero governare.

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