Sono molto apprezzate dai consumatori, soprattutto durante le festività di fine anno. Ma piacciono molto anche ai ladri. Poco prima di Natale, per esempio, alla società francese Ré’Ostréa sono spariti ben 800 chilogrammi di ostriche, pari all’8% della sua produzione annuale.

Adesso però contro i furti arrivano le ostriche connesse. «Abbiamo messo a punto un’ostrica in polietilene ad alta densità, compatibile con l’ambiente marino e “ripiena” di tecnologia», spiega Emmanuel Parlier, biologo marino ed esperto giudiziario nel settore dell’acquacoltura, nonché presidente e co-fondatore di Flex Sense, startup creata nel 2015.

Oggi la società di Parlier produce 2 mila ostriche connesse al giorno. «Una volta in mare, le incrostazioni e dei veri crostacei dissimulano la presenza del finto mollusco. Ciascuno dei suoi movimenti viene registrato in una scatola nera e queste informazioni sono decifrabili in una decina di secondi. È possibile geolocalizzare la falsa ostrica con una precisione di 3 metri».

Flex Sense lavora con l’impresa Drone Protect System per filmare in tempo reale i movimenti dei falsi crostacei delle ostriche connesse.

Il pacchetto offerto dalla startup agli allevatori costa in media 500 euro al mese. Molto meno del costo di una guardia privata.

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