Il 2017 si chiude complessivamente con un -10,3% di richieste di mutui da parte delle famiglie italiane.

Tale dinamica negativa, rilevata dal Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, non deve però trarre in inganno in quanto è totalmente ascrivibile al rallentamento delle richieste di surroga e sostituzione rispetto all’anno precedente a seguito del progressivo ridimensionamento dei mutuatari per i quali l’operazione potrebbe risultare ancora conveniente.

La componente relativa alle nuove erogazioni, invece, ha supportato la ripresa del mercato immobiliare, che risulta essere solido e in crescita. Nel complesso il mercato dei mutui beneficia della progressiva crescita del numero delle compravendite residenziali e del ridimensionamento degli acquisti immobiliari sostenuti interamente in contanti, con risorse proprie della famiglia, che durante gli anni scorsi erano risultati predominanti. Non vanno però dimenticate la migliorata situazione economica-finanziaria delle famiglie, tassi applicati ancora molto contenuti nonché prezzi degli immobili residenziali ancora estremamente appetibili.

Altro dato positivo che emerge dal Barometro CRIF è quello relativo all’andamento dell’importo medio richiesto, che a dicembre ha segnato 127.505 Euro, con una crescita pari a +1,7% rispetto allo stesso mese del 2016 ma, soprattutto, ben +6.312 Euro da inizio anno.

Di seguito sono riportate in tabella e in forma grafica le variazioni percentuali mensili in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi, sul Sistema di Informazioni Creditizie EURISC, che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie.

La tabella seguente mostra il trend dell’aggregato dei primi dodici mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Si evidenzia un forte calo del numero di richieste nel confronto con il 2016, anno in cui l’incidenza dei mutui di sostituzione era risultata particolarmente rilevante, ma un netto miglioramento rispetto agli anni segnati dalla crisi.

Variazione del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe
(a parità di giorni lavorativi)

Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2016-10,3%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2015+0,9%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2014+56,4%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2013+78,4%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2012+70,8%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2011-1,6%
Variazione gennaio-dicembre 2017 su gennaio-dicembre 2010-19,0%

 Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie

L’IMPORTO MEDIO DEI MUTUI RICHIESTI

Nel corso del 2017 si è assistito a una ripresa costante dell’importo medio delle richieste di mutuo, anche in virtù del minor peso delle surroghe, che per natura hanno un importo medio più contenuto. A livello di intero anno 2017, il valore medio richiesto si è attestato a 125.600 Euro.

LA DISTRIBUZIONE PER CLASSI DI IMPORTO DEI MUTUI RICHIESTI

La distribuzione delle richieste per fasce di importo nel 2017 è rimasta pressoché stabile rispetto all’anno precedente, con la classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro che risulta ancora essere la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 29,3% del totale. Rispetto al 2016 si enfatizza il progressivo spostamento dalle fasce d’importo più basso verso quelle più alte (+1,0 punti percentuali delle classi superiori ai 150.000€).

LE CLASSI DI DURATA DEI MUTUI RICHIESTI

Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste per classe di durata, nel 2017 la fascia compresa tra i 16 e i 20 anni si conferma al primo posto (con una quota pari a 24,6% del totale), seguita da quella tra i 26 e i 30 anni, con il 22,2%. Si segnala un forte spostamento verso piani di rimborso a medio-lungo termine (superiori ai 20 anni), che segnano complessivamente una crescita di +2,6 punti percentuali rispetto al 2016, anche grazie alla minor incidenza di surroghe, per loro natura di durata più breve.

LA DISTRIBUZIONE DELLE DOMANDE PER FASCE DI ETÀ

Analizzando la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, anche in questo caso si osserva uno scenario pressoché stabile, con al primo posto la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni che nel 2017 spiega il 35,1% del totale. Tuttavia si registra un riduzione di -0,9 punti percentuali rispetto al dato del 2016 di tale fascia, compensata da due incrementi degni di segnalazione (entrambi di +0,4 punti percentuali) relativi alla fascia under 35 e a quella compresa tra i 45 e i 54 anni.