Benefit anziché soldi in busta paga
Il 58,7% dei lavoratori è favorevole a trasformare aumenti retributivi in prestazioni di welfare. Lo rivela il primo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, secondo cui i più propensi sono i dirigenti e i quadri (73,6%), i lavoratori con figli piccoli, fino a 3 anni (68,2%), i laureati (63,5%), i lavoratori con redditi medio-alti (62,2%). Meno favorevoli sono gli operai, i lavoratori esecutivi e quelli con redditi bassi. Tra gli operai (41,3%) e gli impiegati (36,5%) sono più elevate le quote di lavoratori che preferiscono avere più soldi in busta paga che soluzioni welfare. Il rapporto sottolinea però che il welfare aziendale non può rappresentare una risposta alla «fame» arretrata di reddito nelle fasce stipendiali più basse. «Il welfare aziendale» si legge nello studio», è uno strumento indiretto di integrazione dei redditi, ma non può e non deve essere sostitutivo degli incrementi retributivi. L’attuale normativa che premia fiscalmente il welfare aziendale sta avendo il merito di far crescere il settore, ma nel medio periodo rischia l’effetto paradossale di favorire di più i lavoratori con redditi alti e non quelli con redditi più bassi e con maggiori fabbisogni sociali».

Il livello di conoscenza del welfare aziendale è abbastanza scarso: solo il 17,9% dei lavoratori ha una conoscenza precisa mentre il 58,5% lo conosce per grandi linee e il 23,6% non sa cos’è. Ne hanno una conoscenza minore i lavoratori con livelli più bassi di scolarità (il 47% di quelli con al più la licenza media non sa cos’è), quelli con redditi bassi (44,6%), i genitori single (40,3%), gli occupati con mansioni esecutive e manuali (36,7%).

Chi però conosce meglio il welfare aziendale lo apprezza di più: è favorevole il 74,4% di chi lo conosce in modo preciso rispetto al 43,3% di chi non lo conosce. Inoltre, il 47,7% dei lavoratori è favorevole perché è convinto che migliori il clima in azienda e il 16,8% perché fa aumentare la produttività dei lavoratori.

La prestazione di welfare aziendale maggiormente desiderata dai lavoratori è quella relativa alla sanità: secondo il Rapporto è indicata dal 53,8% degli occupati. A seguire i servizi più richiesti sono quelli relativi alla previdenza integrativa (33,3%), ai buoni pasto e alla mensa aziendale (31,5%), al trasporto da casa al lavoro (ad esempio, l’abbonamento per i trasporti pubblici è indicato dal 23,9% dei lavoratori). Quindi, buoni acquisto e convenzioni con negozi (21,3%), asilo nido, centri vacanze e rimborsi per le spese scolastiche dei figli (20,5%).
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