Polizze assicurative (per evadere) e fiches del Casinò
di Gloria Grigolon

Non solo valute virtuali e pietre preziose nelle operazioni di riciclaggio. I nuovi nemici del fisco internazionale, nonché delle autorità anti terroristiche, sono ora polizze assicurative (sfruttate per l’evasione tributaria), fiches del Casinò (acquistate tramite distrazione di fondi da società in liquidazione) e flussi anomali di rimesse interne al circuito dei money transfer. L’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia (Uif), ha pubblicato a fine dicembre 2016 il secondo quaderno (il primo è dell’aprile 2015) recante le dodici casistiche più rappresentative degli schemi di riciclaggio posti in essere nell’ultimo anno; tra questi, lo sfruttamento di valute virtuali è forse il più noto. Il caso di specie trae origine dalle segnalazioni di una banca relativa all’accredito di girofondi sul conto corrente di una cooperativa, provenienti da rapporti intrattenuti dalla stessa presso altri istituti di credito. Tali girofondi sono poi risultati derivare da bonifici disposti dall’ente pubblico territoriale, per finanziamenti pubblici di scopo (corsi di formazione e di aggiornamento professionale). Le somme ricevute venivano impiegate per disporre bonifici verso società beneficiarie estere, operanti come piattaforme di investimento e scambio di valute virtuali (Bitcoin) in diversi stati, alcuni off-shore. Le valute virtuali non garantiscono la piena tracciabilità dei flussi, in quanto la ricostruzione della movimentazione finanziaria è possibile fino al momento della conversione della moneta legale in virtuale.

Le polizze. L’Uif ha poi indagato sullo schema di sottoscrizione di polizze assicurative con l’impiego di fondi provenienti da evasione tributaria; polizze successivamente cedute a soggetto diverso dall’originario contraente poco prima della richiesta di liquidazione. L’obiettivo, facile a desumersi, il trasferimento del ricavo netto in un paradiso fiscale. La molteplicità degli assegni circolari utilizzati, ritenuta anomala nella prassi assicurativa, unita al cambio di contraenza realizzato poco prima del riscatto, ha indotto l’Unità a condurre approfondimenti per identificare i soggetti richiedenti e l’origine della provvista impiegata. Una terza casistica affronta infine la questione dei money transfer, trasferimenti di denaro esterni al classico circuito bancario, gestiti da altri enti autorizzati. Il caso di specie ha interessato alcuni soggetti di nazionalità estera che hanno richiesto l’esecuzione di ripetuti trasferimenti di denaro a favore di beneficiari ricorrenti in uno stato dell’Europa occidentale tramite agenzie di money transfer presenti in un comune dell’Italia meridionale (ad elevato rischio di infiltrazione criminale). L’analisi finanziaria ha fatto emergere una rete di rimesse verso l’estero di più ampia complessità, con terminazioni in paesi diversi (alcuni a rischio), difficilmente riconducibili alla finalità tipica del sostegno familiare.

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