Esclusione per imperizia e rispettando le buone pratiche
di Pasquale Quaranta

Responsabilità penale di medici e infermieri definitivamente esclusa nei casi di imperizia e quando saranno rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida sulle buone pratiche, la cui redazione non sarà affidata solo alle società scientifiche, ma anche enti e istituzioni ed associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie stesse.

Le strutture sanitarie saranno obbligate a pubblicare, nel caso di eventi avversi verificatisi al proprio interno, una relazione semestrale consuntiva sulle proprie attività. Queste sono alcune delle ultime novità inserite nel disegno di legge sulla responsabilità professionale delle professioni sanitarie approvato ieri dall’Aula del Senato in seconda lettura e che torna quindi alla Camera per il sì definitivo (si veda ItaliaOggi del 17 novembre 2016). Il provvedimento, rimasto fermo per diverso tempo per via della consultazione referendaria del 4 dicembre e, successivamente, dalla caduta del governo Renzi, si pone come obiettivo quello di risolvere due problemi che affliggono da diverso tempo il settore delle professioni sanitarie: l’aumento del contenzioso medico legale che ha causato una crescita insostenibile del costo delle assicurazioni per professionisti e strutture sanitarie, e il fenomeno della medicina difensiva che ha determinato un uso inappropriato delle risorse destinate alla sanità pubblica.

Nel dettaglio, il ddl chiarisce il concetto di sicurezza delle cure in sanità stabilendo che alle attività di prevenzione del rischio, messe in atto dalle aziende sanitarie pubbliche, è tenuto a concorrere tutto il personale, compresi i liberi professionisti che vi operino in regime di convenzione con il Ssn. Chiamate, in causa, poi anche le regioni che potranno affidare all’ufficio del difensore civico la funzione di garante per il diritto alla salute e disciplinarne la struttura organizzativa e il supporto tecnico. Il testo, inoltre, prevede che entro tre mesi dalla sua approvazione, sia istituito l’Osservatorio nazionale delle buone pratiche che avrà come compito quello di acquisire dai Centri per la gestione del rischio sanitario i dati regionali relativi ai rischi ed eventi avversi, le relative cause e l’onere finanziario dei contenziosi. Le prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private saranno, inoltre, soggette all’obbligo di trasparenza. Infatti la direzione sanitaria della struttura pubblica e privata, entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli interessati, avrà l’obbligo di fornire, preferibilmente in formato elettronico, la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente. L’obiettivo, in tal caso, è quello di ridurre il tempo di attesa da parte del paziente, inizialmente previsto in 30 giorni nel testo licenziato dalla Camera. Le eventuali integrazioni potranno essere fornite entro il termine massimo di 30 giorni dalla presentazione della suddetta richiesta.

Successivamente il disegno di legge sulla responsabilità professionale prevede l’obbligo di assicurazione per tutte le strutture pubbliche e private, l’istituzione di un fondo di garanzia a favore del soggetto danneggiato da responsabilità sanitaria e un rafforzamento dell’istituto della conciliazione. Infatti quest’ultimo sostituirà, per la richiesta di risarcimento di danni derivanti da responsabilità sanitaria, l’istituto del tentativo di mediazione ritenuto poco incisivo.

Infine, l’azione di rivalsa nei confronti dell’esercente la professione sanitaria potrà essere esercitata solo in caso di dolo o colpa grave mentre vi sarà la possibilità per il danneggiato di agire in maniera diretta nei confronti della società di assicurazione.

Per il sottosegretario alla Salute Davide Faraone è «fondamentale l’istituzione di una figura di garanzia alla quale potrà rivolgersi qualsiasi utente del servizio sanitario per avere risposte e tutela. Al tempo stesso l’esistenza di una simile figura e la predisposizione di linee guida per le buone pratiche in sanità garantirà anche gli operatori». Per Michele Saccomanno, presidente nel sindacato degli ortopedici Nuova Ascoti, «con l’approvazione del provvedimento raggiungiamo un giusto equilibrio sull’operato professionale del medico, il cui intervento è teso a curare il paziente e non a danneggiarlo, attraverso l’inversione dell’onere della prova. Sia chiaro, non vogliamo che passi il messaggio che con questo provvedimento si de-responsabilizzerà la categoria». Mentre la Consulcesi group, in una nota sottolinea che «il via libera del Senato al ddl è un’ottima notizia. Siamo pronti a fare la nostra parte per assicurare una tutela legale completa al personale sanitario».

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