Gli analisti finanziari non ci hanno creduto piú di tanto specie per i vincoli di Antitrust ma in Generali, che ieri ha guadagnato il 4% a Piazza Affari, l’ipotesi di takeover da parte di Intesa Sanpaolo, affiancata da Allianz (circolata nel week-end), l’hanno presa decisamente sul serio.

Tanto, scrive MF, da aver bloccato sul nascere le possibili mire espansionistiche dell’istituto guidato da Carlo Messina che ieri non ha smentito le indiscrezioni (“No comment”, ha detto il presidente Gian Maria Gros-Pietro). Ecco perchè il Leone, lunedì sera, ha reso noto di aver acquistato il 3,01% dei diritti di voto di Intesa Sanpaolo, tramite un prestito titoli su 505 milioni di azioni. Una mossa di arrocco perchè secondo il testo unico bancario, in caso di partecipazioni reciproche, chi ha superato per secondo il limite del 3% vede congelati i propri diritti di voto oltre questa soglia, ed entro 12 mesi deve vendere la quota eccedente. Intesa Sanpaolo, a questo punto, ha una sola arma per attaccare il Leone: quella dell’Opa o piú realisticamente, considerati i 21 miliardi di capitalizzazione di Trieste, dell’ops sul 60% del capitale che farebbe cadere i limiti agli incroci.

La Consob, secondo quanto si è appreso, ha acceso un faro sull’andamento del titolo del Leone.

Secondo fonti attendibili, scrive La Repubblica, la banca nei prossimi giorni potrebbe proporre un’operazione di scambio azionario che creerebbe la maggiore azienda nazionale, e un moloch di livello europeo da 62 miliardi di capitalizzazione e quasi 1.200 miliardi di euro di attivitá finanziarie.

Venerdì è in calendario un Cda di Intesa-Sanpaolo. In teoria si potrebbe integrare l’agenda della seduta, ma in pratica non è detto che in tre giorni saranno pronti tutti gli snodi di un’operazione che si annuncia articolata e complessa. Anche sul piano autorizzativo,
perchè la Bce e l’Antitrust sono giá allertate e i loro pareri saranno determinanti. La banca, che lavora con lo studio legale Pedersoli al progetto, pensa a un’offerta carta contro carta, e avrebbe il conforto di Allianz come compratore marginale disposto a rilevare parte delle
attivitá che potrebbero rivelarsi eccedenti rispetto alle soglie poste dall’Antitrust. Di certo nel risparmio gestito dove Trieste è forte con Banca Generali, e nel ramo vita (dove Intesa-Sanpaolo è leader con Fideuram) ci saranno quote da vendere; e anche Generali France potrebbe essere una pedina di scambio preziosa, dato che Allianz è debole Oltralpe. Andrebbe a insidiare proprio Axa, leader a casa propria ma anche in Europa, insieme ai bavaresi e a Generali, terza forza che un tempo le tallonava ma nonostante la ristrutturazione iniziata nel 2012 è stata distanziata come valore di Borsa e redditivita.

Ma non è per salvare l’italianità del Leone che Intesa Sanpaolo studia da qualche giorno il dossier Generali. Ai suoi investitori la banca guidata da Carlo Messina dovrá spiegare come riuscirá a reinterpretare un modello – la conglomerata bancassicurativa – che il mercato ritiene superato da almeno 5 anni, per le eccessive richieste di patrimonio che la vigilanza creditizia impone agli istituti che vogliono detenere anche compagnie delle polizze.