Messina (Intesa): non siamo diabolici né pirati
Generali ha rallentato la corsa a Piazza Affari e gli altri titoli coinvolti nella vicenda hanno invertito la rotta dopo le ultime sedute sulla cresta dell’onda. Passata l’euforia iniziale e gli acquisti di marca speculativa, il mercato si interroga su quali saranno i prossimi sviluppi e se le ammissioni di Intesa Sanpaolo, che ha affermato di valutare possibili combinazioni industriali con Generali, avranno presto un seguito operativo.

Il titolo del Leone ha chiuso con un rialzo frazionale dello 0,39% a 15,63 euro e scambi in calo (17 milioni di pezzi, pari a poco più dell’1% del capitale). Unicredit ha invece ceduto lo 0,51%, Mediobanca il 3,19% e Intesa il 2,17%.

Secondo alcuni esperti si profila, almeno per il momento, una sorta di stallo, considerando anche la categorica affermazione dell’a.d. di Ca’ de Sass, Carlo Messina, che ha risposto «assolutamente no» alla domanda se il cda odierno tratterà di Generali. La posizione ufficiale è che nel board si parlerà del budget della banca per il 2017. Pur essendo possibile che i consiglieri chiedano spiegazioni sulla vicenda, pare escluso che si entri nella fase decisionale. Messina, partecipando a Torino alle celebrazioni per i dieci anni di attività della banca nata dalla fusione tra Intesa e il Sanpaolo Imi, ha aggiunto che l’istituto non sarà mai un’azienda che fa acquisizioni «se dobbiamo diluire la nostra forza patrimoniale: il nostro è uno stile trasparente, non facciamo operazioni da pirati o corsari. Sicuramente possiamo crescere anche nel mondo delle assicurazioni», ha aggiunto Messina, «che vanno integrate con le reti bancarie. Perché è la distribuzione, in Italia e in Europa, che genera valore».

Messina ha poi risposto con una battuta («Noi non siamo diabolici») a chi gli faceva notare che Gianni Agnelli avrebbe definito «Rcs humanum e Generali diabolicum». La frase celebre risale alla fine degli anni 1980 ed era riferita a Mario Schimberni, il manager che scalò con la Montedison la Bi-Invest della famiglia Bonomi e poi La Fondiaria, compagnia di assicurazione che Fiat voleva rilevare. Dopo l’operazione l’avvocato commentò, riferito a Schimberni, «Bi-Invest Humanum, La Fondiaria Diabolicum».

Sulla questione Generali, a ogni modo, c’è massimo riserbo anche dalle altre parti chiamate in causa. Il presidente della compagnia triestina, Gabriele Galateri, si è presentato ieri all’audizione della Consob, protrattasi per circa un’ora. Stessa durata per l’incontro fra l’authority e una delegazione di Unicredit.

Intanto continuano gli studi degli analisti, che hanno rivisto al rialzo il target price di Generali. È il caso di Rbc, che dà un giudizio outperform sul titolo, e di Jefferies, secondo cui lo spezzatino del Leone, cioè una vendita separata delle diverse attività, potrebbe valere fino al 30% in più dell’attuale capitalizzazione di borsa. In tale contesto la banca d’affari vede Allianz interessata alle attività in Francia e, appunto, Intesa Sanpaolo che punta al risparmio gestito.

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