Con il dissesto dei quattro istituti e con il bail-in i risparmiatori hanno scoperto i fattori di rischio delle banche. Ecco perché le società di pf stanno facendo il pieno di raccolta, malgrado i mercati siano difficili

di Paola Valentini

Anche se i mercati finanziari remano contro, sulla carta per le reti di promotori finanziari il momento è dei migliori sul fronte della raccolta: nel 2015 hanno messo a segno flussi record chiudendo con un gran finale. Le interessate non lo ammettono, ma a dare una mano al boom di raccolta a dicembre delle reti di pf sono stati certamente i contraccolpi che, suo malgrado, sta subendo tutto il sistema bancario a causa del dissesto dei quattro istituti locali, oltre alla nuova normativa del bail-in.

Dicembre è di solito un mese debole per le reti perché, una volta raggiunto il budget, si tende a spostare all’anno successivo la nuova produzione. E a novembre i target 2015 erano stati ampiamente battuti, quindi ci si aspettava un fine anno senza picchi di raccolta. Che invece ci sono stati. Come fa notare Equita sim in una nota su FinecoBank. «La società ha avuto a dicembre ben 1,1 miliardi di raccolta netta il triplo rispetto alle attese. Visto l’andamento brillante di tutto l’anno ci aspettavamo un rallentamento nell’ultimo mese, per effetto della comprensibile tendenza delle reti che hanno già raggiunto i budget a rinviare la nuova raccolta all’anno successivo. Invece il bail-out delle banche commissariate ha determinato, come si è visto nel caso di Mediolanum , lo spostamento di ingenti risparmi verso banche ritenute più solide e in grado di dare servizi di advisory», sottolinea la sim. 
Conferma Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum : «Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito a un’accelerazione nelle aperture di nuovi conti correnti». Da questo punto di vista, nota Banca Akros, «il business model diFineco  appare solido e meno rischioso dei suoi concorrenti».

Ma per Banca Akros il punto debole di Fineco  è la valutazione: in base alle stime di utile per azione il titolo è quotato su livelli equi. Per questo il broker ha confermato il giudizio neutral con obiettivo a 7,3 euro. Più ottimista Kepler Cheuvreux che si attendeva una raccolta netta 2015 inferiore di 900 milioni rispetto ai 5,5 miliardi ottenuti (+37% sul 2014). Kepler Cheuvreux si sofferma, in particolare, sull’aumento dei depositi negli ultimi mesi in coincidenza con la fase difficile per le banche tradizionali, alle prese con la crisi di fiducia dei risparmiatori. A dicembre la società guidata dall’ad, Alessandro Foti, ha registrato nuovi flussi sui depositi per 455 milioni, il 129% in più rispetto a dicembre 2014.

Una tendenza che continuerà perché in questa fase le banche reti come Fineco  sono facilitate nel far crescere lo stock di depositi sulla scia dei timori dei risparmiatori per le banche tradizionali. Proprio in considerazione di ciò Kepler Cheuvreux ha alzato il target price di FinecoBank  da 8 a 8,2 euro e confermato il rating buy. Il problema è che lo spostamento di queste masse per ora premia strumenti a minor valore aggiunto per i bilanci delle società, come i conti di deposito. Inoltre, con i mercati azionari che presentano prospettive incerte, quest’anno potrebbe indebolirsi il supporto delle commissioni dei fondi, per cui Equita non ha rivisto il target price (7 euro) e il giudizio (hold) della società pur continuando a pensare che in tutto il settore finanziario italiano Fineco  sia il player col business model più solido e con le migliori prospettive di crescita, grazie alla piattaforma web, alla rete di promotori, e all’assenza di performance fees. «Il giudizio hold deriva dal fatto che abbiamo una visione cauta sul mercato. Questo comporta che vediamo una crescita molto limitata negli utili: per i concorrenti ci aspettiamo significativi cali e quindi pensiamo che il titolo abbia una valutazione fair», afferma la sim. Anche Banca Generali , che nel 2015 ha registrato una raccolta ai massimi storici pari a 4,6 miliardi (+13% sul 2014), ha battuto le attese soprattutto per il risultato eccezionale dell’ultimo mese, in cui il gruppo ha attirato 600 milioni, il doppio rispetto a quanto si aspettava Equita, che ha confermato la raccomandazione hold e il target a 24,5 euro. Non a caso l’ad di Banca Generali , Piermario Motta, ha detto che l’istituto si aspetta di continuare a conquistare quote di mercato dalle banche. Banca Imi conferma il rating hold con un target price a 30,25 euro. Mentre per Icpbi, nonostante i mercati più volatili e quindi meno favorevoli, Banca Generali  resta il titolo favorito nel settore, mantenendo un giudizio buy con un target a 30,5 euro. Banca Imi ha confermato il giudizio add su Banca Mediolanum  con un target a 8,7 euro, sulla scia di risultati di raccolta record, soprattutto, anche in questo caso, quelli di dicembre. La raccolta netta totale ha toccato nel mese scorso un massimo mensile di 956 milioni, raggiungendo 4,63 miliardi nel 2015 (+12% sul 2014). Stessa tendenza per Azimut , che nel 2015 ha segnato un massimo storico di raccolta netta: 6,7 miliardi, +19% sul 2014. Mediobanca  ha un target di 26 euro. Per il broker il titolo resta tra le idee preferite di lungo termine nel portafoglio europeo. «Nel 2015 Azimut  ha avuto una raccolta netta pari al 15% delle masse, senza considerare gli apporti delle acquisizioni, un risultato eccellente tra gli asset managers europei», evidenziaMediobanca , notando che lo scorso anno il gruppo ha acquistato asset in giro per il mondo per un valore di 2 miliardi. Banca Imi ha un prezzo obiettivo di 27 euro con giudizio add, sebbene le masse totali siano sotto le previsioni.

Anche Banca Akros ha confermato il giudizio add e il target di 24 euro. L’ad di Azimut  Pietro Giuliani pur non facendo previsioni per il 2016 ha sottolineato che il bail-in sta portando sotto i riflettori un fattore di rischio delle banche che finora era stato ignorato dai risparmiatori e questo gioca a favore delle reti di pf. D’altra parte l’anno potrebbe riservare sorprese dal punto di vista dell’M&A, visto che è appena partito il processo di consolidamento delle banche popolari. Equita Sim analizza le ricadute dell’unione tra il Banco Popolare  e la Banca Popolare di Milano  sulle rispettive sgr, ovvero Anima  e Aletti. «La fusione Banco Popolare -Bpm  aprirebbe la strada ad Anima -Aletti Qualora vada in porto la fusione Bp-Bpm  ci aspettiamo che Aletti sgr venga fusa inAnima », sottolinea Equita, facendo notare che Aletti ha circa 15 miliardi di asset in gestione «e secondo i nostri calcoli potrebbe generare valore per Anima  pari a circa il 7% della capitalizazione di mercato». Senza dimenticare le potenzialità di business con Poste, di cui è diventata la fabbrica prodotto, un’alleanza siglata la scorsa estate quando il gruppo guidato dall’ad Francesco Caio ha rilevato il 10,3% del capitale, acquistandolo da Mps . E lo scorso settembre è iniziato il collocamento del primo fondo comune in partnership con Anima . Che, come le sue concorrenti, nel 2015 ha registrato a sua volta una raccolta record (8,6 miliardi, + 13%). Equita sim ha confermato il rating hold su Anima  con target price a 8,9 euro, con un potenziale di rialzo a doppia cifra (+17%) rispetto al prezzo attuale. (riproduzione riservata)