Il governo greco guidato da Alexis Tsipras ieri ha ribadito che resisterà a un ulteriore taglio delle pensioni, sfidando nuovamente la politica di austerità decisa con i suoi creditori. Il ministro del Lavoro, George Katrougalos, ha chiesto ai partner europei maggiore flessibilità sulla crescita, affermando che «il miglior modo per riempire il gap del budget greco è incrementare il pil, non ridurlo. Non possiamo contrarre ulteriormente la nostra economia con misure recessive», ha detto Katrougalos in merito alla spinosa questione della riforma del sistema pensionistico. La Grecia, ha specificato il ministro in un’intervista al Wall Street Journal, è flessibile sui dettagli del suo piano di riforma, ma è inflessibile sul fatto che i tagli riguarderanno solo le pensioni future. I creditori insistono per tagliare ulteriormente anche i trattamenti già in essere e a questo vincolano la concessione di ulteriori prestiti nel 2016. Ma il ministro ha affermato che «per noi la linea rossa è non ridurre le pensioni per la dodicesima volta consecutiva», dato che i tagli hanno già raggiunto un volume del 40% dal 2010. Le pressioni più forti arrivano dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Germania, secondo cui le pensioni greche sono più generose di quanto la debole economia ellenica possa supportare. Il braccio di ferro rischia di fare tornare d’attualità l’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro.