di Antonio Ciccia Messina 

 

Reati privatizzati: niente rischi penali, ma risarcimento danni a carico di chi ingiuria o ruba cose in comproprietà o usa una scrittura privata falsa. Con l’aggiunta di una sanzione civile punitiva se il fatto è stato commesso con dolo. Lo stato rinuncia, dunque, a prendere l’iniziativa e lascia alla vittima la decisione se agire contro il responsabile.

Se si arriva a una condanna, lo stato, che nel frattempo è rimasto alla finestra, si ripresenta per incassare la sanzione civile. Se, però, la vittima non fa niente, il fatto rimane impunito e il responsabile la passa liscia. È quanto accadrà con l’applicazione del decreto legislativo, approvato ieri definitivamente dal consiglio dei ministri, in attuazione dell’articolo 2, comma 3, della legge 67/2014, che abroga alcuni reati e li trasforma in semplici illeciti civili puniti anche con una sanzione pecuniaria. La novità riguarda anche i fatti commessi precedentemente alla entrata in vigore del decreto legislativo in commento: chi ha fatto querela non potrà fare altro che rivolgersi al giudice civile.

A dire il vero anche prima di questo decreto la vittima poteva chiedere il risarcimento all’autore del reato: quello che cambia è l’abrogazione del fatto come reato e l’aggiunta della sanzione civile.

Il catalogo degli illeciti civili comprende l’ingiuria, il furto del bene da parte di chi ne è comproprietario e quindi in danno degli altri comproprietari, l’appropriazione di cose smarrite: per questo gruppo di illeciti la sanzione va da cento a 8 mila euro. Raddoppia invece la sanzione civile per gli illeciti relativi all’uso di scritture private falsificate o la distruzione di scritture private.

La finalità del provvedimento è spiegata dal comunicato stampa del governo: togliere dalla scrivania dei magistrati del settore penale (pm e giudici) tutti quei fascicoli che rallentano la macchina giudiziaria e non portano di solito a nessun risultato utile. Le sanzioni pecuniarie penali, quando si arriva a una condanna, hanno un’alta percentuale di insoluto (il riscosso non raggiunge il 10%) e nella maggioranza casi le pratiche giacciono inerti negli armadi. Senza alcun beneficio della persona offesa. Tanto vale eliminare del tutto la tutela penale e lasciare tutto nella mani della vittima, che deve fare da sola i conti con spese e durata del processo civile. Secondo il governo la certezza di una sanzione pecuniaria civile di carattere economico aggiuntiva al risarcimento del danno avrà più forza di prevenzione e di tutela della persona offesa. Peraltro se quest’ultima non si muove, il risultato sarà una assenza di reazione a fatti comunque scorretti. Si noti, inoltre, la persona offesa non potrà più contare su indagini fatte dalle forze di polizia e dal pubblico ministero e dovrà darsi da fare per provare i fatti. Bisognerà vedere se la vittima non rinuncerà in partenza. Tra l’altro solo se la persona offesa desisterà, si avrà un alleggerimento del carico di lavoro per i tribunali: altrimenti il fascicolo si sposterà solo di ufficio e sarà a carico del giudice civile.