di Anna Messia

La privatizzazione non è ancora in vista. Ciononostante l’azionista unico della Sace, la Cassa Depositi e Prestiti, si prepara a incassare un assegno di 798,9 milioni dalla compagnia di assicurazione del credito rilevata dal Tesoro nel 2012 per 6 miliardi. La maxicedola sarà staccata a breve e proverrà dalla riduzione di capitale sociale del gruppo guidato da Alessandro Castellano, che passerà da 4,3 a 3,5 miliardi, con conseguente rimborso a Cdp. 

L’operazione è stata decisa ieri dall’assemblea di Sace. L’assicuratore del credito si conferma quindi una ricca fonte di dividendi per gli azionisti che si sono alternati al controllo. Dalla trasformazione in spa, nel 2004, a oggi Sace ha riconosciuto infatti al socio unico, prima il Tesoro e poi Cdp, cedole per oltre 8 miliardi euro. Di questi alla Cassa sono già andati circa 2,3 miliardi: 249 milioni di dividendi sul bilancio 2013, 1 miliardo di dividendo straordinario a fine 2013 e una cedola di 234 milioni nel 2013, a valere sul bilancio 2012, cui si aggiungono ora quasi 800 milioni. E il prossimo aprile, con l’approvazione del bilancio 2014, si aggiungerà probabilmente un altro assegno, che potrebbe avvicinarsi ai 300 milioni considerando che nei primi nove mesi la compagnia ha chiuso i conti con un utile in crescita del 15%, a 378 milioni. Il tasso di pay out di Sace si è storicamente collocato poco sotto il 90%, e nell’ultima parte dell’anno il trend di crescita sembrerebbe confermato.

Per mantenere i ratio patrimoniali invariati, dopo la riduzione di capitale, Sace si prepara intanto a emettere un prestito obbligazionario subordinato, il cui importo dovrebbe essere circa 500 milioni. L’incarico di joint arranger e structuring adviser è stato affidato a Barclays e Citi, mentre Deutsche Bank, Hsbc e Unicredit saranno joint bookrunner. La prossima settima si aprirà il road show di Castellano e del management di Sace, che prevede tappe a Londra, Parigi, Francoforte e Milano. Subito dopo partirà l’emissione, che dovrebbe chiudersi entro fine mese. Proprio ieri Fitch ha assegnato un rating atteso tripla B all’emissione perpetua obbligazionaria annunciata da Sace, in attesa di ricevere la documentazione definitiva. Si tratta di un rating di due notch inferiore all’A- che Fitch ha già assegnato all’assicuratore del credito, con outlook stabile. Per Sace l’emissione obbligazionaria si profila come la prima importante verifica dell’appetito degli operatori per i titoli della controllata di Cassa Depositi e Prestiti. La privatizzazione dell’assicuratore rimane infatti sul tavolo del governo guidato da Matteo Renzi, anche se non appare imminente, alla luce delle altre operazioni messe in campo. (riproduzione riservata)