La richiesta di avere più tempo segue il ricorso presentato da Silvio Berlusconi ma non interrompe la procedura per l’istituzione del fondo fiduciario e per l’alienazione del 20% del gruppo finanziario

di Andrea Di Biase 

Il ricorso presentato da Silvio Berlusconi per ottenere la sospensione cautelare del provvedimento con cui la Banca d’Italia ha imposto a Fininvest di cedere il 20% di Mediolanum  eccedente il 9,9% ha dato l’assist al cda di Fininvest per chiedere a Via Nazionale «una proroga del termine di istituzione del trust». 
La decisione del board della holding di via Paleocapa di chiedere una dilazione dei tempi è «finalizzata a non pregiudicare gli effetti dell’eventuale accoglimento» del ricorso presentato dall’azionista di maggioranza, ma, almeno a leggere il testo del comunicato diramato al termine della riunione di ieri, non sembra finalizzato ad alzare i toni del confronto con la Banca d’Italia. Il cda di Fininvest ha infatti contestualmente approvato l’istituzione del trust, la cui finalità esclusiva sarà consentire «il graduale svolgimento delle attività di valorizzazione e alienazione della partecipazione» in Mediolanum «entro il termine di 30 mesi dalla data di istituzione del trust». Un termine che partirebbe invece dalla data di ieri nel caso in cui Bankitalia decidesse di accogliere la richiesta di proroga.

Insomma, considerato che il trust dovrebbe essere istituito a brevissimo (oggi scade infatti la deadline indicata a ottobre da Via Nazionale), appare evidente che, almeno sulla carta, Fininvest si è impegnata a liberarsi del 20% diMediolanum  nei tempi indicati dall’Autorità di vigilanza. 
A riprova di questo impegno ci sono i dettagli della procedura che la holding seguirà per l’istituzione del fondo fiduciario cui sarà conferito inizialmente il pacchetto azionario. Ieri il board della holding ha infatti approvato la nomina della stessa Fininvest quale unica beneficiaria del trust, della Sirefi (società del gruppo Intesa Sanpaolo ) quale trustee e di Marina Brogi quale «guardiano» del trust. «Al fine di non contravvenire a quanto disposto dalla Banca d’Italia, in assenza di concessione della proroga e salvo l’accoglimento dell’istanza cautelare proposta nel ricorso», si legge ancora nel comunicato della holding, il cda ha deliberato «di istituire il trust e nominare il trustee e il guardiano». Il board ha infine deliberato di approvare o prendere atto della documentazione accessoria all’istituzione del Trust e di dare mandato all’amministratore delegato Pasquale Cannatelli «di porre in essere quanto necessario o opportuno per dare esecuzione alle delibere consiliari».

Sul fronte borsistico la notizia del ricorso presentato da Berlusconi non ha avuto particolari impatti negativi sul titoloMediolanum . Le azioni della società fondata da Ennio Doris hanno chiuso la seduta in rialzo del 2,73% a 5,27 euro.

Contrastanti invece i giudizi degli analisti. Sottolineano gli analisti di Equita, che assegna un buy al titolo e un target price a 6,2 euro: « A sorpresa Berlusconi ha deciso di impugnare il provvedimento di Bankitalia che obbligava Fininvest a cedere la quota. Riteniamo che, dal punto di vista del titolo, l’allungamento dei tempi prima che sia trovata una soluzione sia negativo». Non sono invece preoccupati gli analisti di Banca Akros, che danno un giudizio accumulate e un prezzo obiettivo a 6,5 euro. Dicono gli esperti: «La scelta di fare ricorso sembra un modo per prendere tempo e per preparare l’ingresso di nuovi azionisti. Ennio Doris ha confermato che potrebbe considerare l’idea di acquistare una parte delle azioni (al massimo il 5%) vendute da Fininvest. Oggi la famiglia Doris detiene circa il 40%. Nonostante questa situazione non crediamo che ci saranno problemi di governance per la società». Secondo un’altra sim milanese, «la decisione di Silvio Berlusconi è inattesa. L’iniziativa legale potrebbe allungare i tempi della cessione, ma aumenta anche l’incertezza sull’esito della vicenda. L’ipotesi del conferimento a un trust con successiva cessione della quota rimane la più probabile, visto che l’impugnazione del provvedimento ha scarse possibilità di successo». Conclude l’analista: «Le nostre aspettative attuali non includono un rischio di arrivo di carta sul mercato. Confermiamo la raccomandazione outperform con target price a 7,20 euro». (riproduzione riservata)