I legali di Berlusconi chiedono l’immediata sospensione del provvedimento con cui Via Nazionale ha imposto a Fininvest di cedere il 20% del gruppo fondato con Doris. Oggi il cda della holding

 

di Andrea Di Biase e Andrea Montanari

Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, sarebbe questa, come anticipato ieri da www.milanofinanza.it, la strada scelta da Silvio Berlusconi per contestare il provvedimento con cui, lo scorso 7 ottobre, la Banca d’Italia aveva imposto a Fininvest di cedere la quota eccedente il 9,9% di Mediolanum  (circa il 20%) per il venir meno dei requisiti di onorabilità dell’ex premier a seguito della condanna definitiva nel processo sui diritti Mediaset . 
L’annuncio dell’impugnativa del provvedimento di Bankitalia è arrivato a sorpresa nel pomeriggio di ieri da parte degli avvocati di Berlusconi, Andrea Di Porto, Luigi Medugno e Andrea Saccucci, che attraverso le agenzie di stampa si sono limitati a spiegare di aver avviato l’iniziativa «nell’interesse» dell’ex presidente del Consiglio e «a tutela della sua posizione di socio di Fininvest». Nessun’altra indicazione è arrivata dai legali, che, contattati, non sono stati disponibili per un commento. Tuttavia, secondo quanto è stato possibile ricostruire, la decisione di fare ricorso straordinario al Capo dello Stato sarebbe stata presa in quanto i termini per il ricorso al Tar erano da tempo scaduti, mentre questa procedura alternativa, prevista dall’ordinamento, consente invece di fare ricorso contro atti della pubblica amministrazione fino a 120 giorni dopo la loro emanazione. Nell’atto di impugnazione, i legali di Berlusconi chiederebbero l’immediata sospensione dell’efficacia del provvedimento della Banca d’Italia. 
Una richiesta che, tuttavia, non congela i termini della procedura avviata a ottobre e che impone alla Fininvest di liberarsi del pacchetto del 20% di Mediolanum entro il 9 gennaio. Con ogni probabilità, dunque, il cda della holding presieduta da Marina Berlusconi, che si riunirà oggi nel primo pomeriggio, dovrà procedere, come già annunciato, al conferimento del pacchetto di azioni Mediolanum  a un trust che dovrebbe essere istituito presso Intesa Sanpaolo . Questa, almeno fino alla mossa a sorpresa di Berlusconi, era la soluzione convenuta tra la Banca d’Italia e l’ad di Fininvest, Pasquale Cannatelli. Nei mesi scorsi la holding aveva comunicato formalmente di aver dato mandato a Cannatelli di discutere con Bankitalia quali caratteristiche dovesse avere il trust, rinviando però ogni decisione successiva al consiglio di amministrazione. Secondo il dispositivo di Via Nazionale, il conferimento al trust avrebbe dovuto avere luogo entro tre mesi dall’arrivo del provvedimento, dunque proprio in questi giorni, per procedere poi alla cessione a terzi entro i successivi 30 mesi. Su gran parte della quota aveva già manifestato interesse lo stesso Doris che tuttavia, detenendo con la moglie Lina Tombolato già il 36,5%, non potrebbe acquistare subito tutto il pacchetto per non incorrere nell’obbligo di opa. Al di là di questo aspetto, di certo non secondario, sembrava però che il percorso imposto dalla Banca d’Italia, seppur subito da Fininvest, fosse stato in ultima istanza condiviso. Evidentemente le complessità di una simile operazione e i suoi riflessi, sia di natura fiscale sia di natura patrimoniale, sui conti della holding, hanno spinto Berlusconi a provare, in qualità di principale azionista di Fininvest, questo estremo tentativo, i cui effetti sono ancora tutti da capire. Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica potrebbe infatti richiedere tempi non strettissimi per arrivare a una pronuncia definitiva, considerato che nel procedimento vengono coinvolti il ministero competente in materia (presumibilmente quello dell’Economia) che deve istruire la pratica, e il Consiglio di Stato, che si pronuncia in maniera vincolante sul ricorso. Solo allora la palla passa al Capo dello Stato, cui spetta unicamente la formalità di emanare la decisione tenuto conto del parere obbligatorio e vincolante del Consiglio di Stato. Sempre ieri, intanto, Silvio Berlusconi ha chiesto al Tribunale di Sorveglianza di Milano la liberazione anticipata di 45 giorni nell’ambito dell’affidamento in prova ai servizi sociali di un anno concessogli in seguito alla condanna definitiva nel processoMediaset . (riproduzione riservata)