di Stefania Peveraro

Sono stati pubblicati gli attesi provvedimenti di Banca d’Italia e di Consob relativi al recepimento della direttiva Ue sui gestori alternativi (alternative investment fund managers directive, Aifmd). Si tratta, nel dettaglio, di modifiche ai regolamenti intermediari ed emittenti di Consob, del nuovo regolamento sulla gestione collettiva del risparmio adottato dalla Banca d’Italia e delle modifiche al regolamento congiunto Banca d’Italia-Consob in materia di organizzazione e procedure degli intermediari. 
Questi tre provvedimenti, ai fini della loro entrata in vigore, saranno pubblicati a breve in Gazzetta Ufficiale contestualmente alla pubblicazione del decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze in materia di struttura degli organismi di investimento collettivo. Per il mercato del private equity e del venture capital è una notizia importante, perché questi soggetti negli ultimi mesi in Italia avevano sostanzialmente operato in un vuoto normativo a causa del ritardo nel recepimento della direttiva Ue, con il rischio reale di spingere i fondi italiani a spostare la sede in Paesi europei con contesti normativi più attraenti e flessibili.

La direttiva Ue era entrata in vigore il 22 luglio 2013 e andava recepita dai singoli Stati entro il 22 luglio 2014. Francia, Germania, Inghilterra e altri Paesi europei sono già pronti da tempo, mentre in Italia si è discusso sino a ora sulle normative regolamentari di dettaglio dopo il termine della consultazione, scaduto il 25 agosto, quindi già oltre la scadenza fissata a livello europeo. Così, mentre nella gran parte degli altri Paesi Ue si sta già operando secondo le nuove logiche di mercato, i private equity tricolore sinora sono stati doppiamente penalizzati, perché, in attesa della normativa nazionale, non hanno ancora adeguato le proprie strutture alle nuove disposizioni, continuando la loro attività in Italia, senza certezza sugli sviluppi normativi futuri e senza la possibilità di sfruttare i benefici del passaporto europeo per raccogliere capitali, dovendo dunque procedere con autorizzazioni singole in ogni Paese.

Tornando ai contenuti dei nuovi provvedimenti di Banca d’Italia e Consob, Aifi (l’associazione italiana dei private equity e dei venture capital) ha segnalato ieri con soddisfazione che sono state recepite gran parte delle istanze avanzate dall’associazione nella consultazione avvenuta nel corso del 2014. In particolare, dal Regolamento Banca d’Italia è stata accolta la richiesta di abbassare il capitale minimo iniziale per i gestori specializzati nell’attività di private equity, che viene ridotto a 500 mila euro per i gestori sopra soglia e a 50 mila euro per tutti i gestori sotto soglia. In generale nei regolamenti di Banca d’Italia e di Consob molti aspetti che sono stati oggetto di consultazione sono stati adeguati alla miglior prassi internazionale. «Le autorità italiane hanno fatto un buon lavoro per mettere gli operatori italiani sullo stesso piano di quelli internazionali», ha dichiarato il presidente di Aifi Innocenzo Cipolletta. (riproduzione riservata)