Nonostante il calo degli incidenti stradali, aumentano gli episodi di pirateria. Nel corso del 2014 l’Osservatorio il Centauro-Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) ha contato 1.009 episodi di omissione di soccorso: 119 le persone uccise e 1.224 i feriti.

Gli eventi passati al setaccio dall’Asaps ormai da 8 anni sono quelli più gravi, e offrono alcuni spunti di riflessione: il 57,8% degli autori viene smascherato, mentre il 42,2% resta ignoto.

Su 1009 inchieste, 583 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato in 121 occasioni (20,8% delle individuazioni, ma lo scorso anno gli arresti erano stati 146 il 26,9%. C’è stata più “comprensione” verso i pirati?) e denunciato a piede libero in altre 462  (79,2%).

Su tutti questi eventi pesa ancora l’ombra dell’alcol e delle droghe:

in 114  casi (19,6%) ne è stata accertata la presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile”.

Lo scorso anno furono 112, ma la percentuale era del 20,6%.

Bisogna intanto considerare che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 583 su 1.009.

Spesso quando le forze di polizia identificano l’autore non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o giorni dall’evento: 13 casi, tra le ebrietà, hanno rivelato la presenza di sostanze stupefacenti, ma anche questo dato andrebbe analizzato tenendo conto che le difficoltà d’accertamento di droghe limitano gli accertamenti ai casi in cui il soggetto sia sottoposto ad analisi mediche.

Gli eventi mortali sono stati 116 (11,5%), mentre quelli con lesioni 893 (88,5%), con 119 vittime e 1.224 persone finite in ospedale. L’osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave.

Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”: 141 (il 24,2% dei 583 pirati identificati). Sono stati invece 111 gli stranieri soggetti passivi di pirati, pari all’11% del totale fra feriti e deceduti.

L’84,3% degli atti di pirateria avviene di giorno.

Gli episodi osservati nel 2014 sono stati 1.009, ovvero 36 in più (+3,7%) rispetto ai 973 episodi dell’anno precedente.

Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 132 sono i minori coinvolti, 152 gli anziani coinvolti, rispettivamente il 13,1% e il 15,1%.

Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 81 (55 lo scorso anno), 5 dei quali sono rimasti uccisi (4,2%) e 76 feriti (6,2%).

I pedoni sono la categoria più tartassata, con 410 eventi: 46 i morti, pari al 38,6% dei decessi complessivi, e 414 i feriti (33,8%).

Infine i ciclisti: 155 gli episodi, con 24 decessi (20,2%) e 145 ricoveri (11,8%).

La geografia degli episodi vede al primo posto la Lombardia, con 141 episodi (15,9%), al secondo l’Emilia Romagna con 105 eventi (11%), e poi il Veneto con 94 e il Lazio con 92. Seguono la Campania con 88 e la Toscana con 71, la Sicilia con 70 e la Puglia, con 66. Un solo caso in Basilicata e 2 in Valle D’Aosta.

Roma ha collezionato, da sola, 39 eventi gravi, il 3,9% del totale.

L’identikit del pirata? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età compresa tra i 18 ed i 45 anni (solo 62 le donne, 7 in meno del 2013 pari al 10,6 %, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patente e lo stesso documento di guida. In netta crescita i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false, circostanza accertata in almeno 52 casi, pari al 9% dei casi in cui è stato possibile accertare questa condizione, ma probabilmente la cifra deve considerarsi più elevata.

Le pene, previste, sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Ma non si hanno notizie specifiche in proposito per i 119 pirati che hanno ucciso nel 2014, neanche nei casi di ubriachezza o droga.

La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi.