di Lucio Sironi

Nuovo acquisto di Azimut  in Turchia, dove ha raggiunto una quota nel mercato del risparmio gestito del 2,5% (maggiore di quella che ha in Italia, 1,9%), l’equivalente del 43% dello spazio occupato finora in quel Paese dagli operatori indipendenti. La preda questa volta è Bosphorus Capital Portfoy Yonetimi, con cui Azimut  ha chiuso anche un accordo di patto parasociale. 
Una volta completato il processo autorizzativo da parte delle autorità, Azimut , tramite Az International Holdings, acquisterà il 70% del capitale di Bosphorus rilevandola dai soci fondatori per circa 7,4 milioni di euro, importo che potrà variare al raggiungimento di determinati target e in considerazione della posizione di cassa della società alla data di chiusura dell’operazione. La strategia di Bosphorus prevede lo sviluppo della propria fabbrica prodotto sulla base di un piano industriale a cinque anni. Azimut  e i soci di Bosphorus hanno poi firmato accordi di cooperazione per sviluppare insieme l’attività in Turchia nel medio-lungo termine.

Bosphorus è stata fondata nel 2011 da quattro banker, ha una piattaforma distributiva basata su canali bancari e vanta un track record costantemente superiore al risk-free locale. Le sue masse in gestione sono di circa 390 milioni di euro, quasi il 70% in fondi comuni domiciliati in Turchia e il 30% in gestioni patrimoniali. Il 20% delle masse è legato a clienti istituzionali, principalmente società assicurative. 
Alla fine del 2014 l’industria del risparmio gestito in Turchia contava masse per 22 miliardi, per oltre il 90% investite in strategie obbligazionarie di breve termine (depositi bancari) e circa 40 società di gestione (di cui 29 indipendenti) registrate al Capital market board. Le masse totali dell’industria si limitano al 5% del pil, facendo della Turchia uno dei mercati con più spazi di crescita al mondo. «Il track record di Bosphorus», sottolinea la nota della società, «dimostra il potenziale di un business model alternativo per servire le esigenze finanziarie dei clienti legati alle banche».

Al termine dell’operazione le masse consolidate del gruppo Azimut  in Turchia saranno equivalenti a 754 milioni di euro, inclusi 230 milioni investiti in Az Fund Global Sukuk, il maggiore fondo Sharia-compliant che investe in bond islamici, e Az Fund Lira Plus, che mira a convertire in euro i rendimenti dei tassi d’interesse locali. L’integrazione commerciale e industriale della nuova acquisizione Azimut Bosphorus con le due precedenti compiute nel Paese (Azimut  Portfoy e Az Notus Portfoy), come fa sapere la società milanese, «crea il più grande operatore indipendente in Turchia, con una gamma prodotti diversificata e una rete distributiva che opera sia con promotori finanziari propri sia terzi».

«Iniziamo il nuovo piano industriale a cinque anni con un forte impegno per sviluppare la nostra presenza internazionale», è il commento di Pietro Giuliani, presidente e ceo di Azimut . Prossime tappe di questa strategia sono comunque in preparazione. Tra i mercati stranieri nel mirino c’è soprattutto il Brasile, dove il gruppo ha già portato a termine quattro acquisizioni tra società indipendenti locali. Una rete destinata a infittirsi in tempi brevi. (riproduzione riservata)