di Valerio Testi

Il gruppo Azimut prevede di chiudere il 2013 con un utile consolidato tra 145 e 160 milioni di euro, quindi nella parte alta della forchetta già annunciata al mercato a dicembre.

Lo scorso anno la raccolta netta ha toccato il record superando 3,2 miliardi di euro, portando il patrimonio complessivo a 24 miliardi (di cui 21,4 miliardi di masse gestite), in crescita di oltre il 20% in 12 mesi. Le azioni sindacate nel patto che riunisce manager, gestori, dipendenti e promotori finanziari rappresentano circa il 20,4% del capitale, in calo rispetto agli anni passati per l’uscita di alcuni partner storici che hanno raggiunto il 65esimo anno di età, come previsto dallo statuto, oltre di quanti nel corso del 2013 hanno preso beneficio di parte delle azioni non vincolate. Attualmente le azioni in blocco all’interno del patto raggiungono il 16% del capitale di Azimut. Attraverso l’emissione di strumenti partecipativi i promotori, dipendenti e manager del gruppo, vecchi e nuovi, hanno ora la possibilità di incrementare il numero delle loro azioni possedute nel patto di sindacato, andando nei prossimi anni a bilanciare il calo fisiologico. Nel 2014, sulla base delle stime preliminari sull’utile 2013, il dividendo netto legato agli strumenti partecipativi dovrebbe aggirarsi sui 18 milioni di euro, in linea con l’esercizio precedente, importo che consentirebbe di acquistare, considerando l’attuale valore di borsa, circa lo 0,6% del capitale (di cui lo 0,4% in blocco).
Il presidente e ceo Pietro Giuliani si è anche detto soddisfatto del fatto che nei primi 15 giorni di gennaio la raccolta abbia superato 280 milioni di euro. L’obiettivo per fine anno è raggiungere 27 miliardi di patrimonio complessivo, come annunciato quattro anni fa. Ieri e oggi il gruppo milanese del risparmio gestito è impegnato in un’iniziativa mirata sugli imprenditori, cui sono destinati i nuovi servizi legati alla piattaforma denominata LiberaImpresa. Per quanto riguarda i clienti, «anche nel 2013 abbiamo realizzato una performance superiore al risk free e all’industria», ha ricordato il ceo.

Ieri il titolo Azimut è stato tra i migliori di Piazza Affari guadagnando il 4,2% a 21,35 euro. Gli investitori scommettono che vada in porto l’acquisizione di una società di risparmio gestito da una banca alla quale poter continuare ad appoggiarsi per il collocamento attraverso accordi commerciali. Caratteristica che corrisponde tra gli altri ad Aletti-Gestielle, sgr delBanco Popolare, che potrebbe essere interessato a vendere (così come del resto l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti ha venduto nei mesi scorsi la residua partecipazione inAzimut, circa il 2% del capitale). Secondo Intermonte, ipotizzando per Aletti Gestielle un prezzo di 300 milioni, l’operazione potrebbe aumentare gli utili di Azimut del 7/8% prima delle sinergie. Dopo la recente emissione di un bond convertibile da 250 milioni, Azimut ha dispone di circa 550 milioni di cassa lorda per sostenere acquisizioni. Oltre ai progetti di espansione in Italia, Azimut sta sviluppando iniziative analoghe in aree come America Latina, Asia e Turchia dove propone il suo modello tipico che sposa la distribuzione con la gestione dei patrimoni. (riproduzione riservata)