di Valentina Sorrenti    

Ieri a Piazza Affari è proseguito il calo di UnipolSai. Il titolo ordinario, dopo il calo del 6% registrato due giorni fa, ha ceduto ieri un altro 1,6% a 2,264 euro dopo avere toccato un minimo intraday a quota 2,21 euro nel suo terzo giorno di negoziazioni in seguito alla fusione.

Si allontana dunque il massimo di 2,5 euro sfiorato negli ultimi giorni prima dell’integrazione, scattata il 6 gennaio. A Unipol ora fa capo il 63% della nuova entità, che comprende la maggior parte delle attività assicurative a seguito della fusione di Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni e Premafin all’interno di FonSai. «UnipolSai detiene circa il 25% del mercato italiano del ramo Danni e il 30% di quello delle assicurazioni auto, seguita da Generali con il 19 e il 15%», hanno sottolineato gli esperti di Exane, secondo cui gli obiettivi principali di UnipolSai per il 2015 sono rappresentati da 8,9 miliardi dal ramo Danni, da un combined ratio netto al 94,3% e da un utile consolidato di 814 milioni, che corrisponde a un eps di 30 centesimi per azione.

Rivedendo dunque al rialzo da 1,7 a 2 euro il target price diUnipolSai (rating neutral confermato), gli analisti della banca francese hanno ricordato che il prossimo focus sul gruppo resta la potenziale cessione di 1,7 miliardi di asset come richiesto dall’Antitrust. Una trattativa al riguardo è in corso con il gruppo belga Ageas. Exane ha ribadito l’ipotesi di una vendita all’inizio dell’anno per un range di prezzo tra 320 e 480 milioni, a seconda del livello di capitalizzazione, sotto il range ventilato negli ultimi giorni tra 500 e 800 milioni. Ma secondo quanto riportato ieri da MF-Milano Finanza c’è già un altro dossier caldo sulla scrivania dell’amministratore delegato del gruppo, Carlo Cimbri. Si tratta dell’azione legale promossa dagli azionisti FonSai di risparmio categoria A, ora UnipolSai (ieri questo titolo ha chiuso a 180,5 euro, +0,2%), rappresentati dall’avvocato Dario Trevisan, che si ritengono lesi dall’operazione di aumento di capitale da 1,1 miliardi deciso dalla stessa FonSai a giugno 2012. Un intervento necessario al salvataggio della compagnia e alla successiva integrazione con Unipol, ma che ha diluito gli azionisti di risparmio A e ha ridotto sensibilmente i loro diritti di partecipazione ai dividendi pregressi e ancora non distribuiti.

Per chiudere la questione, gli azionisti di categoria A hanno chiesto la conversione delle loro azioni di risparmio in azioni di risparmio B nel rapporto di 1 a 177, previo pagamento di 13 euro di dividendo per ogni azione di risparmio A. «Un’ipotesi di conversione sarebbe certamente positiva per le risparmio A, che tuttavia hanno una capitalizzazione limitata, circa 230 milioni», hanno commentato gli analisti di Intermonte confermando su UnipolSai il rating neutral e il target price a 2,6 euro. Gli analisti si sono espressi positivamente sulle B (che ieri hanno chiuso la seduta accusando una flessione del 3,3% a 2,05 euro) in quanto offrono un dividend yield interessante e anch’esse potrebbero essere oggetto di conversione in azioni ordinarie.