di Carlo Giuro

È stato pubblicato dal Mefop un Quaderno di approfondimento che esplora, attraverso il contributo degli operatori, come si sia atteggiato dal punto di vista giuridico ed organizzativo il nostro sistema di previdenza complementare nei confronti delle previsioni del dlgs 231/2001. Con tale normativa il nostro legislatore, recependo alcuni indirizzi comunitari orientati a responsabilizzare gli enti, ha introdotto infatti nell’ordinamento giuridico italiano una nuova fattispecie di responsabilità, la responsabilità amministrativa, che diverge in non pochi punti dall’illecito amministrativo e presenta diverse analogie con la responsabilità penale. Con specifico riferimento ai fondi pensione, precisa il Quaderno, essi sono già sottoposti a un sistema di controlli molto vasto posti in essere in autonomia da soggetti separati dalle funzioni operative e non collegati tra loro: Covip, il collegio sindacale, il controllo interno, la società di revisione, la banca depositaria, la certificazione di qualità per i fondi che hanno attività certificate.

Una così vasta rete di controlli può rappresentare un motivo di tranquillità che può indurre gli operatori del settore a rinviare l’introduzione di un nuovo modello organizzativo e di un ulteriore organismo di controllo. Peraltro, mentre rispetto a tutte le altre istituzioni di controllo sopra richiamate il fondo pensione è in posizione per così dire passiva, dato che subisce in qualche modo l’azione di entità volute e imposte dall’ordinamento, il modello che deriva da quanto previsto nel dlgs 231 e la certificazione di qualità dei processi aziendali sono presidi che il fondo pensione istituisce volontariamente in un’ottica di spontanea adesione ad una opportunità prevista dalla legge ma non imposta. Ciò ha una valenza tutta peculiare che coinvolge l’intera organizzazione, rafforza il valore di team, favorisce la cultura aziendale della compliance e forma la struttura dell’ente a un atteggiamento indirizzato alla corretta e coerente operatività nell’esclusivo interesse degli iscritti. Si può allora concludere, prosegue lo studio, che per la maggiore tutela dell’ente e per il massimo presidio del rischio di commissione dei reati previsti dal decreto 231 è davvero importante per i fondi pensione dotarsi, quando le condizioni economico-organizzative lo consentono, degli strumenti che lo stesso decreto segnala. Disporre cioè di un modello organizzativo coerente con il decreto 231 è diventato sinonimo di qualità, dal momento che chi lo adotta può affermare davanti ai propri stake-holder di rispettare tutto quello che la legge prevede, attraverso un’organizzazione dei processi interni di qualità organizzativa migliore. Viene ritenuto poi auspicabile che le associazioni dei fondi pensione svolgano una funzione di indirizzo, attraverso la predisposizione di linee guida specifiche di settore che fungano da schema di riferimento per gli associati nell’implementazione dei modelli organizzativi. Il Quaderno presenta poi alcuni casi di applicazione concreta (Previambiente, Pegaso, fondo pensione dipendenti Bnl). In attesa di Linee guida comuni di settore un comportamento adottato è stato quello di attenersi alle indicazioni contenute nelle Linee guida delle associazioni di categoria più rappresentative, quali Abi e Confindustria. Sulla base di tale previsioni il modello di organizzazione, gestione e controllo adottato si compone di: Protocollo descrittivo del processo di mappatura delle aree a rischio e dei controlli, sistema organizzativo ed autorizzativo, principi di controllo relativi alle attività a rischio, protocollo per l’adozione e l’aggiornamento del codice etico, sistema di gestione delle risorse finanziarie, sistema disciplinare, organismo di vigilanza, sistema di flussi informativi da e verso l’organismo di vigilanza, piano di formazione e comunicazione al personale del fondo relativamente al modello.

Altro esempio è poi quello di avere definito un modello seguendo una serie di tappe rappresentate dalla ricognizione aziendale: la mappatura delle aree a rischio di reato, la valutazione del sistema di controllo interno, la proposta di azioni di miglioramento, la formalizzazione del modello. (riproduzione riservata)