di Leonardo Comegna 

 

Attori, cantanti ballerini, ma anche il personale viaggiante, marittimi e minatori, d’ora in poi andranno in pensione più tardi. Il regolamento che armonizza i requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico per alcune tipologie di lavoratori per le quali la riforma Fornero non aveva trovato immediata applicazione è stato pubblicato sulla G.U. (dpr n. 157/2013). Si tratta di categorie per le quali la particolarità dell’attività svolta richiede una declinazione specifica dei requisiti pensionistici generali e, in particolare, di quelli anagrafici e contributivi.

Pensione più lontana. Il testo prevede per i lavoratori dei settori interessati un limitato incremento dei requisiti anagrafici e contributivi, nella maggior parte dei casi di uno o due anni, al fine di realizzare un sistema più coerente, armonico ed equo, proprio tenendo conto della specificità delle prestazioni lavorative svolte in questi settori. Infatti, anche dopo l’applicazione del decreto, queste categorie beneficeranno di requisiti di età e di contribuzione per il pensionamento significativamente inferiori a quelle tipiche della generalità dei lavoratori. Attraverso un regime di transitorietà ad esempio, per gli iscritti al Fondo lavoratori dello spettacolo-gruppo ballo (ex Enpals), il requisito di età per la pensione di vecchiaia passa dai 45 anni attuali (uomini e donne) a 46; per i lavoratori marittimi addetti al servizio di macchina, ai fini del pensionamento di vecchiaia, si passa dagli attuali 20 anni di effettiva navigazione e 55 di età a 20 anni di effettiva navigazione e 56 anni di età, che verranno gradualmente incrementati fino a 58 anni a decorrere dal 2018.

Attori e ballerini. I ballerini dovranno dunque restare sulle punte un anno in più. Non consecutivo, ci mancherebbe. Ma la loro giovane età pensionabile dovrà superare la soglia fatidica dei 45 anni, prevista finora, per attestarsi a quota 46. Un sacrificio lo dovranno fare pure gli attori: l’addio alla scena arriverà un anno più in là per gli uomini, da 63 a 64, mentre le donne passeranno gradualmente da 58 a 64. E via così anche per cantanti e gli sportivi professionisti.

Minatori. Anche chi lavora nelle cave e nelle miniere oggi può ottenere un pensionamento anticipato rispetto ad altre categorie: a 55 anni, purché siano stati versati almeno 20 anni di contributi (o 15 anni per chi ha lavorato sempre nel sottosuolo). Dal prossimo anno, il requisito per mettersi a riposo sarà innalzato a 56 anni.

Personale viaggiante. Si tratta degli addetti ai pubblici esercizi di trasporto, i quali potevano andare in pensione a 60 (uomini) e 55 anni (donne). Ora dovranno far valere un requisito anagrafico ridotto però di 5 anni rispetto a quello tempo per tempo in vigore per il regime generale obbligatorio. Stessa cosa per la pensione di vecchiaia dei piloti del pilotaggio marittimo riuniti in corporazione.

Lavoratori marittimi. Per i piloti del pilotaggio marittimo l’età pensionabile è stabilita a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne. È stata inoltre rivista la disciplina dell’istituto della pensione anticipata di vecchiaia, che prevedeva l’erogazione del trattamento pensionistico al compimento del 55° anno di età per uomini e donne con 20 anni di anzianità contributiva, di cui almeno 10 anni di effettiva navigazione. Il requisito anagrafico viene innalzato a 56 anni di età fino al 31 dicembre 2014, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 al raggiungimento di 57 anni di età. Dal 2018, il requisito sarà fissato al raggiungimento dei 58 anni.