di Andrea Di Biase

Il gip di Torino, Sandra Recchione, ha respinto la richiesta di patteggiamento a 3 anni e 4 mesi avanzata da Jonella Ligresti nell’ambito dell’inchiesta FonSai. Il giudice, secondo quanto ha comunicato alle parti, non ha ritenuto congrua la pena, facendo anche riferimento alla parte pecuniaria della sanzione proposta, 30 mila euro, e alla concessione delle attenuanti generiche. Ha anche fatto presente che non ci sono stati risarcimenti alle persone offese. «Siamo sorpresi. Pensavamo che la nostra proposta sarebbe stata accolta, aveva il consenso dei pm», hanno commentato gli avvocati Gianluigi Tizzoni e Lucio Lucia, legali di Jonella Ligresti, dopo il rifiuto del patteggiamento. «Adesso cercheremo di capire cosa fare in accordo con la nostra assistita, che aveva scelto di patteggiare per ragioni strettamente personali e familiari». Jonella, che si trova agli arresti domiciliari, resta dunque ancora indagata nell’inchiesta FonSai. Ora il destino processuale di Jonella Ligresti potrebbe ricongiungersi a quello di suo padre Salvatore Ligresti. Il gip ha infatti disposto nuovamente la notifica a Jonella Ligresti del giudizio immediato, ma visti i tempi ristretti (il processo, iniziato il 19 dicembre, riprenderà domani), i legali di Jonella considerano improbabile che la notifica possa arrivare in tempi utili. Più probabile che la riunificazione possa avvenire successivamente. In ogni caso, al di là dei tempi, l’ipotesi che si torni a un processo unitario resta la più plausibile, a meno che Jonella Ligresti non cerchi un nuovo patteggiamento. Senza dimenticare, inoltre, che nel caso l’udienza preliminare per Paolo Ligresti e gli altri indagati, tra cui dirigenti, sindaci, revisori e attuari di FonSai all’epoca dei fatti, dovesse concludersi con un rinvio a giudizio, anche quel filone potrebbe essere riunificato a quello principale. La notizia del mancato patteggiamento per l’ex presidente diFonSai è stata accolta con soddisfazione da parte del Movimento Consumatori. (riproduzione riservata)