Pagina a cura di Daniele Cirioli  

 

Pensione a rischio per il 97% dei collaboratori iscritti alla gestione separata Inps. Infatti, il reddito troppo basso (9.700 euro, in media nel 2012, secondo il «Rapporto sulla coesione sociale 2013», pubblicato il 30 dicembre da Inps, Istat e ministero del lavoro) compromette il raggiungimento del requisito contributivo. Colpa di un «minimale contributivo» che non c’è a favore dei parasubordinati e che rende quasi certa, per oltre 726 mila lavoratori con caratteristiche professionali non definite (co.co.pro., mini co.co.co., lavoratori autonomi occasionali ecc.), l’impossibilità di ottenere una pensione. Ma le notizie non sono migliori nemmeno per chi, con un reddito più alto, stia pensando di mettersi in pensione. Qualche esempio: con un reddito di 12 mila euro (nel 1996) che sale fino a 31.840 (nel 2016), dopo 20 anni, non si ha diritto a una pensione perché di misura troppo bassa; se il reddito iniziale è di 18mila euro e sale fino a 47.760, la pensione sarà di appena 693 euro mensili: il 19% dell’ultimo reddito.

La pensione. Oggi per tutti vige il «sistema contributivo», in virtù del quale l’assegno è determinato sulla base dei contributi pagati durante tutta la vita lavorativa. Gli iscritti alla gestione separata, nel 2014, pagano il 28,72% se sono lavoratori senza altra tutela previdenziale obbligatoria né pensionati ovvero il 22% se sono lavoratori che già hanno un’altra tutela obbligatoria o se sono già pensionati. Di quel 28,72%, uno 0,72% non è utile alla pensione perché destinato a finanziare le prestazioni assistenziali (malattia ecc.); nel caso di lavoratori con altra tutela previdenziale obbligatoria o pensionati tutto il 22% è utile alla pensione, potendo dare diritto a «supplementi di pensione» o «pensione supplementare». Ciò significa che su 1.000 euro di compenso vengono pagati all’Inps 287,20 euro (primo caso) ovvero 220 euro (secondo caso), e di questi sono accantonati per la futura pensione 280 euro nel primo caso e tutti i 220 euro nel secondo caso.

Le vie per pensionarsi. Gli iscritti alla gestione separata hanno diverse chance:

a) la pensione di vecchiaia/1 = se hanno almeno 20 anni di contributi con età di 66 anni e 3 mesi e se raggiungono, con i contributi versati, una pensione il cui importo non risulti inferiore a 652 euro mensili;

b) la pensione di vecchiaia/2 = all’età di 70 anni e tre mesi se hanno almeno 5 anni di contributi da lavoro effettivo (non valgono i contributi di malattia, figurativi ecc.);

c) la pensione anticipata/1 = a qualunque età se hanno almeno 42 anni (41 anni le donne) e 6 mesi di contribuzione;

d) la pensione anticipata/2 = se hanno l’età di 63 anni e tre mesi e 20 anni di contributi a patto di aver diritto ad una pensione d’importo non inferiore a 1.826 euro mensili.