di Francesco Ninfole

Le regole di Basilea 3, pur essendo in gran parte uguali in tutta Europa, prevedono alcune discrezionalità nazionali. Banca d’Italia le ha definite nella circolare 285, il cui contenuto è stato reso noto agli istituti anche grazie a una comunicazione dell’Abi. «Laddove appropriato, sulla base di considerazioni relative alla stabilità finanziaria la Banca d’Italia si riserva in alcuni casi di elevare, ad esempio, fattori di ponderazione del rischio», è scritto nel documento Abi.

Allo stesso modo, Bankitalia può chiedere requisiti più elevati in materia di copertura della liquidità. Il testo Abi ha anche sottolineato la possibilità di continuare a congelare plusvalenze e minusvalenze sui titoli di Stato, se gli istituti si avvarranno di questa facoltà entro il 31 gennaio. Le banche hanno dunque pochi giorni per decidere e fare la relativa comunicazione a Bankitalia. Nel dettaglio, le banche potranno mantenere il filtro prudenziale sui profitti e sulle perdite non realizzati relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria «Attività finanziarie disponibili per la vendita» fino all’adozione in Europa dell’Ifrs 9 che sostituirà lo Ias 39 in tema di strumenti finanziari. La facoltà dovrà anche essere segnalata in bilancio nelle informative contabili infrannuali e nell’informativa al pubblico.
Una volta esercitata l’opzione, le banche non possono modificare il trattamento prudenziale dei profitti e delle perdite non realizzati.

La nota dell’Abi ha anche evidenziato la possibilità per le banche di avvalersi sotto certe condizioni del cosiddetto Sme Supporting Factor, ovvero il fattore di ponderazione speciale per i prestiti alle pmi; e di dedurre le attività fiscali differite «che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenze temporanee esistenti al primo gennaio 2014».

Riguardo invece alle partecipazioni assicurative, Bankitalia ha esercitato la discrezionalità che consente alle banche appartenenti a conglomerati finanziari di ponderare gli investimenti significativi in imprese di assicurazione, anziché di dedurli dai fondi propri. Ulteriori disposizioni sono sulle esposizioni infragruppo, sulle banche che utilizzano i modelli interni di rating, sulla concentrazione dei rischi e sulla disciplina della liquidità applicabile livello individuale. Le nuove regole, come tutte le altre di Basilea 3, sono entrate in vigore da quest’anno, anche se prevedono regimi transitori. I requisiti di capitale minimi aumenteranno gradualmente fino al 2019 e per le banche che non avranno riserve (buffer) di capitale sufficienti sono previste limitazioni ai dividendi (si veda anche MF-Milano Finanza del 3 dicembre). Dal 2016 saranno previsti anche i buffer anticiclici e per le banche di rilevanza sistemica. (riproduzione riservata)