di Anna Messia

Assoreti, che rappresenta le reti di promotori finanziarie, scrive alla Banca d’Italia e per conoscenza alla Consob per tenere fuori i promotori dalle nuove regole in materia di politiche di remunerazione dei dipendenti bancari che Via Nazionale sta per approvare, recependo direttive europee. O meglio: l’associazione chiede alla Banca d’Italia di tenere conto della differenze che ci sono tra un promotore e un dipendente. Perché i promotori finanziari svolgono un «lavoro autonomo, caratterizzato da una produzione di tipo imprenditoriale, che si riflette su una modalità provvigionale della remunerazione», hanno puntualizzato da Assoreti rispondendo alla pubblica consultazione di Via Nazionale. L’intenzione di Banca d’Italia, come chiesto dall’Eba, è regolare la componente variabile della remunerazione di dipendenti bancari ed esponenti aziendali, per introdurre criteri correttivi a presidio della stabilità della banca. Fissando per esempio un tetto alla remunerazione variabile che non può eccedere in via di principio l’ammontare della componente fissa, in un rapporto di uno a uno. «Proporzione che perde però di significato se riferita a una remunerazione (quella del promotore, ndr) in cui non solo la componente incentivante, ma anche quella ordinaria è determinata in modo variabile», dicono da Assoreti. (riproduzione riservata)