di Giuseppe Di Vittorio e Cristina Bartelli  

Tobin tax all’incasso con delega. Gli intermediari finanziari potranno avvalersi della collaborazione delle società di gestione accentrata dei titoli per calcolare l’imposta. L’aiuto potrà spingersi anche fino all’assolvimento degli obblighi dichiarativi. Le società quotate, i cui titoli non sono colpiti dal pagamento dell’imposta per mancanza di requisiti, dovranno comunicare al ministero la relativa certificazione entro i 10 dicembre di ogni anno.

Entro il 31 dicembre, infine, il ministero dell’economia renderà noto l’elenco delle società escluse dal pagamento del balzello.

Sono queste alcune delle novità contenute nel decreto di attuazione sulla Tassa sulle transazioni finanziarie (Tobin tax) del ministero dell’economia che ItaliaOggi è in grado di anticipare. Nel provvedimento trova conferma che il primo appuntamento alla cassa è previsto per il 16 luglio 2013, mentre per tutte le tipologie di prodotti a cui si applica la Tobin tax viene fissato il criterio generale per cui il saldo avviene il 16 del mese successivo all’operazione. Le sicav (società di investimento a capitale variabile) sono esenti dal campo di applicazione della nuova tassa.

Partiamo dall’inizio. La legge di Stabilità 2013, la n. 228 del 24 dicembre 2012 ha introdotto la Tobin tax. Una tassa che colpisce gli acquirenti di azioni italiane ovunque residenti emessi da società con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro e gli operatori in titoli derivati con sottostante azioni e indici tricolore. Le aliquote sono pari allo 0,10% del valore della transazione per le azioni, mentre per i derivati opera una tariffa fissa in base al valore nozionale del contratto. Solo per il 2013 l’imposta per le azioni sale allo 0,12% visto che la tassa entrerà in vigore ad anno già iniziato, marzo. L’imposta prevede poi un’aliquota dello 0,20% (0,22% solo per il 2013) se la transazione azionaria viene fatta al di fuori dei mercati regolamentati. Sono escluse solo per le azioni le operazioni aperte e chiuse in giornata. La tariffa sui derivati viene ridotta a un quinto quando l’operazione è perfezionata sui mercati regolamentati.

 

Quell’accentratore che piace. Gli intermediari finanziari, obbligati a lavorare come sostituto di imposta, impegnati quindi nel calcolo e nel versamento della tassa per conto dei loro clienti, avranno un aiuto concreto. Il sostegno arriverà dalla Società di gestione accentrata, la Monte Titoli, nel caso di Borsa italiana. Quando si comprano e vendono titoli il tutto si trasforma in scritture elettroniche che evidenziano la transazione. Le azioni o i contratti derivati oggetto dell’operazione rimangono custoditi presso le società di gestione accentrata dei mercati. Questi soggetti oltre alla custodia si impegnano ad aggiornare tutti i trasferimenti di proprietà. Il loro ruolo è essenziale in contesti come quelli dei mercati regolamentati dove ci sono centinaia di migliaia di transazioni in un giorno. Il decreto del ministero dell’economica prevede che gli intermediari, se lo vorranno, potranno conferire una specifica delega alle società di gestione accentrata scaricando su questa il calcolo dell’imposta e gli obblighi dichiarativi. I deleganti rimarranno comunque i responsabili del corretto assolvimento degli obblighi impositivi.

Le esclusioni. La Tobin tax esclude i prodotti del risparmio gestito e assicurativo, quindi fondi comuni di investimento e unit linked per intenderci. Il decreto precisa che saranno escluse anche le sicav. Esclusi sono anche gli strumenti finanziari esteri, se un prodotto è ibrido, cioè in parte italiano e in parte riconducibile ad attività finanziarie estere, verrà tassato solo se la componente tricolore è superiore al 40%.

Sempre a proposito di esclusioni le operazioni intraday, quelle aperte e chiuse in giornata sono fuori dal campo delle imposte. Si paga solo sui titoli che rimangono in carico in portafoglio a fine giornata. Gli acquisti però non è detto che avvengono tutti in un’unica soluzione, a quel punto sorge il dubbio su come valorizzarli. Il decreto ha stabilito che andrà fatto un prezzo medio ponderato con le quantità lavorate per tutto il giorno. Se gli acquisti avvengono su mercati regolamentati e non regolamentati occorre procedere con due calcoli diversi. A fronte di queste esclusioni fanno parte invece della base imponibile le obbligazioni ma solo quelle convertibili in azioni e a conversione avvenuta.

La delega e i tempi di pagamento. Gli investitori che lavorano con più intermediari possono delegarne uno al pagamento dell’imposta, questo dev’essere però ovviamente favorevole. L’investitore deve però impegnarsi a fornire tutti i dati utili all’intermediario incaricato. L’amministrazione consente in questo modo di portare in detrazione le vendite eventualmente effettuate presso altri intermediari a fronte degli acquisti. Le imposte andranno versate in tempi ristretti, entro il 16 del mese successivo a quello nel quale si verifica la transazione.

L’imposta per il trading ad alta frequenza. Sempre nel pacchetto della Tobin tax rientra anche l’imposta sul Trading ad alta frequenza. La penalizzazione fiscale, secondo le intenzioni del legislatore, dovrebbe ridurre i movimenti frenetici sulle piazze finanziarie privi di una reale volontà di acquistare o vendere ma unicamente preordinati a indirizzare i prezzi.

Il decreto del ministro dell’economia Vittorio Grilli ha individuato la soglia sotto la quale un’operazione viene considerata ad alta frequenza e cioè 30 secondi. Se si inoltra un ordine a mercato e poi lo si cancella o lo si modifica sotto il mezzo minuto l’operazione è considerata il frutto di un architettura informatica. Quanto all’intervallo prescelto si tratta del limite massimo previsto nel testo di legge stabilità. L’obbligo impositivo scatta quando gli ordini cancellati o modificati superano il 60% di quelli andati a buon fine. Il decreto stabilisce che la base imponibile è costituita solo dagli ordini modificati e cancellati che eccedono questa soglia. L’imposta non si paga quindi su tutti gli ordini cancellati e modificati. L’aliquota è pari allo 0,02% e va applicata al valore della transazione.

Sito web per conoscere gli esclusi. Il Ministero correrà in aiuto degli operatori per la ricerca delle società residenti in Italia i cui titoli non sono colpiti dall’imposta. Il dicastero si impegnerà a pubblicare sul sito, entro il 31 dicembre di ogni anno, l’elenco delle società che hanno una capitalizzazione di borsa media nel mese di novembre inferiore ai 500 milioni di euro e quindi escluse dall’imposta. L’esclusione è a valere per l’anno successivo.

Rimarrà invece in carico alle singole società quotate l’obbligo entro il 10 dicembre di ogni anno di segnalare al ministero l’esenzione. La domanda andrà corredata da una certificazione rilasciata dalle società che gestiscono i mercati.