Cattolica ha subito un vero crollo nel vita, ma secondo gli operatori resta sovraesposta al bancassurance, mentre la struttura dei costi si mantiene ancora lontana dall’eccellenza e la liquidità dei suoi titoli in Borsa è ancora decisamente risicata per rendere interessante l’intervento degli investitori istituzionali, in particolare internazionali. Un tema, quest’ultimo, sollevato con particolare enfasi dagli analisti, e in particolare da coloro che non seguono il titolo proprio perché «non sarebbe economicamente compatibile considerati i bassi volumi intermediati e il sostanziale disinteresse degli investitori». E forse è anche per questo che, proseguono, c’è stata una progressiva riduzione delle coperture, che oggi hanno posto un argine a quota tre, ma potrebbero pure ridursi ulteriormente se lo scenario dei mercati non volgerà al bello. C’è poi il tema della comunicazione, che per Cattolica, come sottolineano gli osservatori più critici, «è decisamente lontana dall’eccellenza e dagli standard delle realtà evolute». Standard che la compagnia veronese si è invece conquistata sul campo grazie «al lavoro realizzato in questi anni dal management per avvicinarsi alla vetta delle migliori realtà nell’ambito del combined ratio come testimoniano anche i risultati attesi nel 2012 nell’area danni». E tutto ciò nonostante l’handicap del vita, che negli ultimi anni ha subito un vero crollo, anche se per molti oggi si è avvicinato il momento del turnaround, quantomeno nei volumi.